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·20 settembre 2023
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Dalla bella e giovane realtà dell'Angers, in Ligue 1, si ricordano bene di Angelo Fulgini, centrocampista francese classe 1996 ora al Lens, che nel 2021 aveva fatto passare una brutta ora ai tifosi del PSG (la squadra di Pochettino ha poi vinto 2-1, ribaltando lo 0-1 iniziale, scaturito proprio da un suo gol). È uno di quei giocatori che fa bene alla vista: tecnica, visione, regia. Centrocampista estetico, con la "10" sulle spalle e il piede delicato (nel suo caso, il destro) con cui accarezza e smista palloni con traiettorie precise. Un bel vedere.
Angelo Fulgini. Un nome che ha un ché di 'familiare'. In effetti, lo è: "Mio padre era francese ma di origine italiana da parte di mio nonno: faceva il militare ed era stato mandato in Costa d'Avorio, per questo sono nato là". Fulgini è francese, nato in Africa ma con un po' d'Italia nel sangue. E in passato l'ha pure sfiorata grazie al calcio. Adesso ci arriviamo.
Angelo inizia a giocare a calcio all'età di 4 anni in un piccolo paese nel sud della Francia, dove si era stabilito con i genitori. Il Valenciennes è il primo club con cui firma un contratto professionistico nel 2015. In quegli anni faceva il terzino, poi col tempo è avanzato fino a diventare centrocampista offensivo. Oggi gioca nel Lens ed è un giocatore illuminante con le sue giocate. Se riuscisse a migliorare sulla continuità avrebbe tutto per diventare un top. Perché nel frattempo, la sua tecnica ha colpito anche i club di Serie A.
Nel 2020 l'Atalanta aveva mostrato interesse per lui. Giusto un contatto per tastare il terreno, nulla più, ma comunque un attestato di stima da parte di un club che non cerca mai giocatori a caso. In passato, invece, lo avevano seguito due colossi del calcio italiano: Inter e Milan. Lo confermò lui stesso anni fa: "Le milanesi chiamarono il mio agente. Avevo 18 anni, poi non se ne fece più di nulla". All'epoca faceva ancora il terzino. Lo chiamavano 'il nuovo Dani Alves'. Oggi è un trequartista che si diverte col pallone tra i piedi. Nell'estate del 2020 si aspettava di essere ceduto. Un po' di voglia di cambiare e fare il salto c'è: "Il 31 agosto aspettavo notizie ma non sono arrivate", aveva detto a L'Equipe qualche settimana fa. "Però quando mi hanno detto che sarei rimasto un altro anno ad Angers non mi sono arrabbiato. Nella vita c'è di peggio: ora penso solo a far bene in campo". Magari l'opportunità della Serie A, stavolta più concreta, capiterà quando meno se lo aspetta. Le cose più belle spesso arrivano così. Cadute dal cielo. Come un 'angelo'.