Calcio e Finanza
·5 giugno 2023
Dal Napoli all'Inter: quanto incassano i club per il piazzamento in Serie A

Calcio e Finanza
·5 giugno 2023
Quanto vale la classifica in Serie A? La Serie A si è conclusa nella giornata di ieri con gli ultimi verdetti sulle coppe europee. Tutto rimandato, invece, per quanto riguarda la lotta per non retrocedere: Verona e Spezia si giocheranno la permanenza nella massima serie con uno spareggio, da disputarsi in campo neutro.
Il piazzamento finale in Serie A non è importante solamente da un punto di vista del risultato sportivo, ma si intreccia anche con aspetti economici sempre più rilevanti per le società calcistiche. Concludere la stagione con più o meno punti – e di conseguenza in una determinata posizione in classifica – porta a incassare di più o di meno sulla base della distribuzione dei proventi da diritti televisivi.
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La ripartizione dei proventi da diritti tv viene effettuata sulla base di criteri precisi imposti dalla Legge Melandri (revisionata poi dalla riforma Lotti) e che prevede una distribuzione delle risorse provenienti dalla commercializzazione delle partite come segue:
Nel complesso, il 12% delle risorse finali viene distribuito tra i club in base alla posizione in classifica. Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, per la stagione 2022/23 questa cifra ammonta a poco più di 122 milioni di euro. Il dato non è fisso, ma può variare anche sulla base di nuovi contratti per i diritti internazionali che vengono siglati in stagioni differenti.
Dunque, sulla base dei dati a disposizione, si può stimare che la prima posizione in classifica garantirà 19 milioni di euro al Napoli, mentre per l’ultimo posto – occupato dalla Sampdoria – è previsto un minimo di 400mila euro. Considerando la sola parte di ricavi da distribuire sulla base della classifica di questa stagione, queste sono le cifre che i club incasseranno, dal 1° al 20° posto:
A questa cifra, per ogni club va poi sommata la quota uguale per tutti i club, che nel 2022/23 ammonta a circa 25,5 milioni di euro. Restano poi chiaramente da definire le quote distribuite sulla base degli altri parametri, tra audience in tv, spettatori allo stadio, punti conquistati e i calcoli sui piazzamenti per le stagioni precedenti.
Chiaramente, se la differenza tra un nono e un decimo posto è effettivamente minima, quella tra quarto e quinto o tra sesto e ottavo non si esaurisce nei pochi milioni di euro di divario definiti dalla distribuzione dei diritti tv, ma in quel caso il risultato sportivo – fondamentale per la qualificazione in Champions o in Europa League – porterà un boost di altre decine di milioni di euro per i bilanci 2023/24.
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