DirettaCalcioMercato
·2 novembre 2024
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Un campione del Mondo e centrocampista con piedi da metronomo che ha vestito maglie di gloriosi club: stiamo parlando di Sami Khedira che oggi non è più nel calcio e ha avviato un’attività imprenditoriale nel mondo del caffé.
Ritiratosi a soli 34 anni dal calcio giocato, dopo una carriera brillante che lo ha visto iniziare con la squadra della sua città, ovvero lo Stoccarda, per poi farlo debuttare sui palcoscenici più importanti come la Champions League con le maglie di Real Madrid prima e Juventus dopo e la Coppa del Mondo con la Germania, oggi Sami Khedira ha voltato pagina, dedicandosi a tutt’altro. Sì, perché oggi la sua priorità non è più il pallone che rotola in mezzo ad un prato verde, ma la produzione di caffé.
Sulla BBC
“Prima di arrivare a Torino preferivo il cappuccino o il latte macchiato, l’espresso era troppo forte per me. Alla Juventus però ho visto Buffon, Bonucci e Chiellini berlo sempre dopo pranzo. Lo trovavo un rito elegante: ho comprato la macchinetta del caffè a casa e mi sono appassionato. Non ne bevo tanti, per via del mio cuore, ma di qualità. All’estero come voi sapete è difficile trovare un buon espresso”
Il ritiro
“Se sei un calciatore di alto livello per me non hai tempo per concentrarti su altro. Giochi ogni tre giorni, ti alleni, viaggi. Da imprenditore devi investire molte energie, in attività non sarei riuscito a vedere clienti, incontrare persone, viaggiare…”
Oggi imprenditore del caffé
“Non stiamo solo producendo caffè, stiamo raccontando una storia. All’inizio è stata dura trovare la strategia, come nel calcio. A Stoccarda c’è soprattutto caffè lungo o americano, i miei genitori si lamentano perché quello ‘Torino’ è troppo forte per loro. A Madrid è tipico il ‘cortado’, un macchiato con più latte. Per Torino abbiamo optato per un sapore forte con sentore di cioccolato. E infine Berlino, una città che come tutto il Nord Europa non apprezza un gusto forte”.
Su un possibile ritorno nel mondo del calcio
“Assolutamente, sono aperto a nuove avventure. Non cerco una società dove essere una figurina o una mascotte, voglio portare conoscenze ed esperienza. È questione di ruolo, di persone e di club. E del momento giusto”.
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