Dai diritti tv agli stadi, la riforma del Governo: ecco tutte le novità | OneFootball

Dai diritti tv agli stadi, la riforma del Governo: ecco tutte le novità | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·10 giugno 2025

Dai diritti tv agli stadi, la riforma del Governo: ecco tutte le novità

Immagine dell'articolo:Dai diritti tv agli stadi, la riforma del Governo: ecco tutte le novità

Dai diritti tv agli stadi, il Governo è pronto a intervenire nel settore calcistico, con quella che potrebbe essere una rivoluzione in particolare sul fronte televisivo. Come appreso da Calcio e Finanza, è infatti attesa domani in Consiglio dei Ministri la bozza del disegno di legge delega destinata a ridisegnare radicalmente il sistema di gestione dei diritti audiovisivi sportivi e il quadro normativo relativo agli impianti sportivi professionistici. Un intervento ampio, che mira a modernizzare il calcio italiano sotto il profilo economico, infrastrutturale e competitivo, in linea con gli standard internazionali.

Nel testo della legge delega, che Calcio e Finanza ha consultato, in particolare si passa dal superamento (con abrogazione) della cosiddetta Legge Melandri, che dal 2009 regola la vendita e la distribuzione dei ricavi in termini di diritti tv. Tema sul quale la riforma prevede il riconoscimento agli organizzatori (come la Lega Serie A) del diritto esclusivo di commercializzazione centralizzata di tutti i contenuti relativi agli eventi sportivi, sia per il mercato nazionale che internazionale.


OneFootball Video


L’obiettivo dichiarato è quello di “perseguire il miglior risultato economico” possibile dalla vendita dei diritti televisivi, allo stesso tempo garantendo anche il regolare svolgimento delle competizioni. La commercializzazione potrà avvenire direttamente o tramite licenza a terzi, in modalità flessibile, ma sempre nel rispetto dei principi di concorrenza, parità di trattamento e trasparenza nel mercato audiovisivo e digitale nazionale.

Le novità sui diritti tv, dall’esclusiva alla ripartizione

Tra le novità principali, la legge delega prevede la possibilità di assegnare i diritti in esclusiva a un solo operatore per periodi non superiori a tre anni, superando quindi il concetto di “no single buyer” che ha caratterizzato la vendita dei diritti televisivi dall’introduzione della Legge Melandri. In caso di durate superiori ai tre anni (in particolare per la Serie A), sarà necessaria una valutazione preventiva da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), con attenzione all’impatto sui mercati europei e sulla libera concorrenza.

L’altra novità, con l’abrogazione della Legge Melandri, riguarda i criteri di ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi, con l’obiettivo di una “equa ripartizione”. In tal senso, la proposta è:

  • “una parte prevalente e comunque superiore al cinquanta per cento” venga distribuita in parti uguali tra i club partecipanti;
  • una parte venga distribuita per meriti sportivi nelle stagioni sportive successive al 1999/2000;
  • una parte sulla base della formazione e dell’utilizzo dei giovani italiani.

Ricordiamo che attualmente, in base alla Legge Melandri, i diritti tv vengono così distribuiti tra i club:

  • 50% in parti uguali tra tutti i club;
  • 28% in base ai risultati sportivi (11,2% legato alla classifica dell’ultimo campionato, 2,8% legato ai punti nell’ultimo campionato, 9,33% legato agli ultimi 5 campionati precedenti all’ultimo e 4,67% legato ai risultati storici);
  • 22% in base al radicamento sociale (di cui l’1,1% legato al minutaggio dei giovani, il 12,54% legato agli spettatori allo stadio e l’8,36% legato all’audience tv).

Resta confermata la cosiddetta “mutualità di sistema”, una quota da destinare a sostegno delle categorie inferiori, oltre ad essere destinate a un fondo specifico contro il gioco d’azzardo patologico. Sul tema delle scommesse, inoltre, viene concessa la possibilità di “sponsorizzazione indiretta” da parte di operatori regolarmente iscritti al registro dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre in generale il testo prevede il contrasto al gioco illegale e la promozione del gioco sostenibile.

Riforma calcio, il tema degli stadi

Capitolo importante anche quello dedicato agli impianti sportivi, che dovranno essere infrastrutture strategiche per il rilancio della competitività dello sport italiano. Il provvedimento punta a favorire sia la realizzazione di nuovi stadi che l’ammodernamento di quelli esistenti, con riferimento non solo agli stadi ma anche a palazzetti e impianti sportivi scolastici e universitari, tenendo conto dei criteri di “efficienza, sostenibilità, accessibilità, redditività e sicurezza”.

In particolare, il testo prevede:

  • l’adozione di misure di razionalizzazione, concentrazione, accelerazione e semplificazione delle procedure amministrative applicabili e della normativa vigente in materia di ammodernamento e costruzione di nuovi impianti sportivi, unitamente al loro opportuno coordinamento e integrazione con i procedimenti in materia ambientale;
  • l’adozione di misure di defiscalizzazione;
  • estensione delle forme di partenariato pubblico-privato contrattuale e istituzionale, anche al fine di agevolare il reperimento di risorse e capitali privati.

Inoltre, al centro anche i temi di efficienza energetica, riduzione delle emissioni di CO2, accessibilità universale (anche per persone con disabilità), digitalizzazione con reti ultra-larghe e 5G, predisposizione per tecnologie di realtà aumentata e virtuale, nonché gestione remota di produzioni audiovisive. Il tutto in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale previsti anche dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici.

Visualizza l' imprint del creator