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·13 agosto 2025

Dagli scavi al progetto: le prossime tappe per lo stadio della Roma a Pietralata

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Un passo avanti c’è stato, ma non si può ancora parlare di via libera definitivo. La perizia Uniformi, commissionata dal Comune per verificare l’esistenza del presunto “bosco” segnalato dai “Comitati No Stadio” della Roma nell’area di Pietralata, ha chiarito la situazione: lì ci sono circa 7mila metri quadrati di vegetazione spontanea, ma non un vero querceto.

Dal punto di vista normativo, quell’area è considerata “boscata”, ma il «valore naturalistico e vegetazionale limitato» comporta soltanto che, per abbattere i 26 alberi presenti (in realtà 12 sono già stati rimossi, quindi ne restano 14), la Roma dovrà ottenere il parere della Regione Lazio e ripiantare lo stesso numero di essenze equivalenti. È prevedibile che i “No Stadio” presenteranno ricorso contro il parere regionale: finora hanno contestato praticamente ogni atto del Comune, dall’autorizzazione per il taglio delle piante fino alle ordinanze più minori, perdendo ripetutamente davanti a TAR, Consiglio di Stato e tribunali civili.


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Al di là dei possibili ricorsi, l’iter – spiega Il Messaggero – rimane complesso. Un nodo riguarda l’area dell’ex autoricambi di via degli Aromi, di competenza del Dipartimento Lavori Pubblici. Dopo l’ultimo ricorso perso al TAR, il proprietario ha lasciato l’area, ma questa non è ancora stata consegnata alla Roma, che deve effettuare lì una parte dei sondaggi archeologici. Il problema è la grande soletta di cemento armato ancora presente: il Comune dovrebbe rimuoverla prima di consegnare il terreno, ma la Roma non intende pagare i costi di demolizione e smaltimento.

Perciò sarà il Comune a intervenire, addebitando poi le spese all’ex proprietario, come avviene per le demolizioni di edifici abusivi. Tuttavia, la procedura richiede tempo e i lavori degli archeologi sono fermi da metà luglio: prima per la questione dell’area e poi in attesa della perizia. Ora che quest’ultima è arrivata, almeno un ostacolo è stato superato.

I prossimi passaggi, fino al progetto definitivo

Quando ripartiranno i sondaggi archeologici, si dovrà attendere la loro conclusione e il sopralluogo della Soprintendenza di Stato, che validerà i risultati (anche se non emergeranno reperti). Solo allora la Roma potrà finalizzare il progetto definitivo, comprensivo di tavole tecniche, piani sulla mobilità con parcheggi e ponti ciclopedonali, e interventi ambientali come i parchi.

Il progetto sarà poi depositato in Comune, dove gli uffici verificheranno il rispetto delle prescrizioni legate al pubblico interesse. Successivamente, il Consiglio comunale dovrà confermare ufficialmente questo interesse. A quel punto, la documentazione passerà alla Regione Lazio, che avvierà la conferenza di servizi per una valutazione tecnica di sostenibilità e fattibilità.

Questa fase non prevede voti o dibattiti politici: tutto sarà gestito dai tecnici regionali. Una volta ottenuto il via libera, con o senza prescrizioni, si passerà alla gara d’appalto. Trattandosi di un’opera su area pubblica, il bando sarà aperto a tutti, ma la Roma, in quanto proponente, avrà il diritto di pareggiare l’offerta migliore per aggiudicarsi i lavori.

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