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Emilio Scibona·19 febbraio 2024
📝Da Ventura a Mazzarri: tutti gli esoneri del Napoli di De Laurentiis

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Emilio Scibona·19 febbraio 2024
Dopo l’esonero di Rudi Garcia Aurelio De Laurentiis ha fatto saltare, complici i risultati deludenti, anche la panchina di Walter Mazzarri.
Per la prima volta nella sua gestione, cominciata ormai quasi 20 anni fa, ADL ha esonerato due tecnici in una singola stagione. Per la prima volta inoltre una squadra Campione d’Italia cambia due tecnici in un anno.
Anche con questo dato comunque il numero di esoneri a stagione in corso del suo Napoli resta abbastanza basso: in 19 anni e mezzo infatti è successo solamente sei volte, comprese le due di quest’anno.
Ecco quali sono stati i precedenti in questione.
Forse non tutti ricordano che il primo allenatore dell’era De Laurentiis fu proprio quello che qualche anno dopo sarebbe diventato il ct della nazionale. Correva l’anno 2004/2005, il primo del corso di ADL, con la società rinata dalle ceneri del fallimento, che allora si chiamava Napoli Soccer e militava in Serie C.
Ventura prese le redini di un instant team, costruito in poco tempo, con l’obiettivo di vincere il girone B della terza serie: le cose però non andarono come sperato. Il 16 gennaio 2005, dopo un pareggio per 1-1 nell’allora San Paolo contro la Fermana, con la squadra sesta in classifica e distante 15 lunghezze dalla vetta occupata dal Rimini, che avrebbe poi vinto il campionato, Ventura fu esonerato.
Il suo posto venne preso da Edy Reja, che resterà sulla panchina per altri quattro anni.
Arrivato appunto in sostituzione di Ventura, il tecnico goriziano riuscì a rivitalizzare la squadra, fallendo però la promozione in una “drammatica” doppia finale playoff, persa nel derby campano contro l’Avellino.
La festa però fu solo rimandata, perché nelle due stagioni successive, Reja condusse il Napoli al doppio salto dalla Serie C1 alla Serie A, con la promozione conquistata grazie al secondo posto ex-aequo col Genoa nel campionato 2006/2007, quello vinto dalla Juventus. Confermato in Serie A, Reja condusse i partenopei all’ottavo posto che valse il ritorno in Europa, con la qualificazione all’Intertoto e il passaggio successivo in Coppa UEFA.
Nella stagione successiva le cose presero una piega diversa. I risultati furono altalenanti e il rapporto tra ADL e Reja si incrinò (si parlò addirittura di una rissa sfiorata, circostanza confermata dallo stesso Reja qualche tempo dopo). Ad ogni modo nel marzo 2009, il tecnico venne esonerato dopo una sconfitta contro la Lazio, apice di una disastrosa striscia da 2 punti in 9 partite. Al suo posto fu chiamato Donadoni.
Tornato ad allenare un club dopo il biennio vissuto da ct della Nazionale, Donadoni chiuse la stagione 2008/2009 per poi cominciare la successiva. In quell’estate il Napoli si rinforza con una campagna acquisti importante che porta in azzurro, oltre che futuri pilastri come Campagnaro e De Sanctis, anche Fabio Quagliarella. L’obiettivo è quello di fare un salto di qualità.
Le cose, però, per il tecnico bergamasco non andarono bene: nelle prime sette uscite la squadra conquistò solamente 7 punti. La sconfitta esterna contro la Roma sarà fatale per Donadoni: a prendere il suo posto fu Walter Mazzarri, che condurrà la squadra in Europa League, aprendo di fatto il primo ciclo ad altissimi livelli del club partenopeo. Da lì passeranno dieci anni prima che ADL esoneri un tecnico.
Dopo la rescissione nell’estate del 2018 con Maurizio Sarri, approdato al Chelsea, De Laurentiis decise di ingaggiare con una mossa a sorpresa Carlo Ancelotti. Nelle aspettative della società e dell’ambiente Ancelotti, senza dubbio il più blasonato tra i tecnici scelti da ADL per il Napoli, doveva condurre la squadra ad un salto di qualità. Le cose andarono però diversamente.
Nella prima stagione il tecnico emiliano condusse la squadra in campionato al secondo posto, non sfigurando in un girone di Champions infernale con PSG e i futuri campioni d’Europa del Liverpool. Nella stagione 2019/2020 la prospettiva cambiò. Il Napoli iniziò malissimo in campionato andando anche in difficoltà in Champions, nonostante un girone più abbordabile di quello dell’anno precedente.
L’apice della tensione fu raggiunto dopo un pareggio a novembre nella massima competizione europea contro il Salisburgo (nel quale allora militava un certo Erling Haaland): ADL ordinò il ritiro ma la squadra si oppose. Quel gesto, che passò alla storia come “L’ammutinamento di Salisburgo” segnò in un qualche modo l’inizio della fine della storia di Ancelotti a Napoli.
Il tecnico fu esonerato all’indomani della vittoria dei partenopei per 4-0 contro il Genk, che consentì alla squadra (in quel momento settima in campionato a – 17 dalla vetta) di qualificarsi agli ottavi: il suo posto fu preso da Rino Gattuso, suo ex pretoriano di mille battaglie al Milan. Una circostanza che rovinò il rapporto tra i due.
Il tecnico francese è stato chiamato a sorpresa quest’estate con l’ingrato compito di raccogliere il testimone da Luciano Spalletti, l’uomo del trionfo tricolore. Gli scetticismi iniziali in merito all’ingaggio di Garcia (al di là di un curriculum che comunque restava notevole) hanno trovato conferma sul campo.
Un inizio stentato seguito da lievi segnali di ripresa prima del declino con il tonfo di Empoli a segnare per sempre la storia. Il tecnico di Nemours è esonerato a novembre con ADL che di recente ha confessato di averlo persino “mandato a f…..o”. Cronaca di un feeling mai nato.
Se la sua prima esperienza (sempre da subentrato, al posto di Donadoni) iniziata nel 2009 e finita nel 2013 è stata un successo, il ritorno da tecnico del Napoli per Mazzarri è stato senza mezzi termini un fiasco totale. L’allenatore di San Vincenzo arrivava con l’obiettivo di dare nuova linfa alla squadra e l’idea di continuare sul solco del 4-3-3 su cui è stata scritta la storia. Alla fine non è accaduto niente di tutto questo.
Il bilancio finale parla di quattro vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte in campionato cui si aggiungono una sconfitta e una vittoria in Champions League, la vittoria con la Fiorentina e la sconfitta con l’Inter in finale di Supercoppa Italiana e il tonfo in Coppa Italia agli ottavi contro il Frosinone. Abbastanza per portare ADL alla scelta di esonerarlo con la squadra nona a 36 punti.
Il suo posto è stato preso da un altro ex, Francesco Calzona, già membro degli staff di Sarri e Spalletti.