Calcio e Finanza
·10 ottobre 2024
In partnership with
Yahoo sportsCalcio e Finanza
·10 ottobre 2024
Dagli esordi nelle televisioni locali appena diciottenne, alle trasmissioni per l’Avellino in Serie B con pesi massimi del giornalismo sportivo come Gianfranco De Laurentiis e Fabrizio Maffei. Un aereo preso nottetempo per raggiungere Milano per un colloquio che Bruno Bogarelli “non sapeva” di aver fissato.
E ancora la scalata a Sportitalia, da stagista a proprietario, fino alla vera svolta imprenditoriale con la realizzazione dello Sportitalia Village nel cuore della Brianza. Michele Criscitiello, volto e ancor più anima di Sportitalia, 41 anni appena compiuti, ha vissuto più esperienze di quante lui stesso ne possa raccontare e chi pensa che il suo sia stato un “cammino in discesa” si sbaglia, e non di poco.
Il cammino professionale di Criscitiello è anche il racconto di uno spaccato della televisione sportiva italiana, attraverso l’evoluzione dei suoi format e i nomi dei suoi protagonisti.
Ora Criscitiello, vede come suo principale obiettivo dedicarsi sempre più alla sua “seconda vita” imprenditoriale, perché «non si può sempre crescere, occorre consolidare» ma c’è ancora spazio per le ambizioni che guardano, questa volta, al calcio giocato.
Il numero uno di Sportitalia si racconta, in un’intervista esclusiva, a Calcio e Finanza.
Domanda. Arriva a Milano nei primi anni duemila, dopo qualche esperienza nelle televisioni locali campane e approda a Sportitalia, distinguendosi per i suoi approfondimenti sul calciomercato. Cosa ricorda di quei primi anni di lavoro?
Risposta. Dal 1998 al 2005 sono stato corrispondente da Avellino per Telecapri Sport che all’epoca era una delle televisioni più importanti di Napoli. Poi l’Avellino sale in Serie B e tra il 2002 e il 2004 ho l’opportunità di condurre una trasmissione dedicata. L’editore non bada a spese e sceglie di investire su nomi forti, che arrivavano da Roma, chiamando Gianfranco De Laurentiis, Fabrizio Maffei e Alfredo Pedullà.
Questi colleghi illustri accettano ma chiedono all’editore, se loro sono ospiti, chi conduce la trasmissione? In pronta risposta parla di un ragazzo di 18 anni che a suo dire farà strada, una scommessa insomma. Maffei e De Laurentiis erano scettici, si chiedevano del perché farli venire da Roma, farsi carico dei costi e della trasferta per fare condurre la trasmissione a un ragazzino. Dopo la prima puntata si sono ricreduti ed è nata una bella e solida amicizia.
Nel 2004 inizia le trasmissioni Sportitalia e mi rendo conto in fretta che ci lavorano molti giovani, così chiedo a De Laurentiis, nel frattempo diventato mio “padre” professionale, se conosce chi c’è al vertice e mi invita a raccogliere informazioni. Arrivo al nome di Bruno Bogarelli e, miracolosamente, riesco a ottenere anche il numero. Chiedo alla mia “valletta” dell’epoca di tempestare di telefonate Bogarelli, fingendosi “segretaria di De Laurentiis” per fissarmi un colloquio ma, per mesi si nega sempre. Questo perché era convinto che il De Laurentiis in questione fosse Aurelio con il quale, diciamo, non scorreva buon sangue. Alla fine quando si chiarisce l’equivoco e Gianfranco e Bruno finalmente si parlano (avevano lavorato insieme alla rivista di culto I Giganti del basket N.d.R.), Gianfranco gli racconta di questo ragazzetto di Avellino, con cui ha iniziato a collaborare e che potrebbe fargli comodo nella sua televisione.