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·18 giugno 2025

Da Lotito a De Siervo, la Serie A punta sul riconoscimento facciale negli stadi

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La prima sentenza sul caso ultras che ha coinvolto praticamente tutto il vertice del tifo organizzato di Inter e Milan ha riportato all’ordine del giorno la discussione relativa alla sicurezza negli stadi, che spesso, come dimostrato a San Siro, non è sotto il pieno controllo delle autorità e dei club.

«Chi va allo stadio con uno striscione discriminatorio, con armi improprie o con petardi non è una persona che va a vedere la partita, è una persona che vuole creare disordini», ha commentato il patron della Lazio, e senatore di Forza Italia, Claudio Lotito. Il numero uno biancoceleste è capogruppo degli azzurri Commissione contro intolleranza e razzismo ed è intervenuto nel corso dell’audizione dei rappresentanti della FIGC Giancarlo Viglione e della Lega Nazionale Professionisti Serie A Andrea Butti.


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«Il riconoscimento facciale può essere uno strumento tecnologico utile per fare una differenza sostanziale tra il tifoso e il delinquente, distinguendo tra l’appassionato e chi viola le norme e va trattato con il codice penale – ha continuato Lotito –. Si potrebbero così individuare i responsabili di determinate azioni e rendere effettiva la pena nei confronti di chi ha violato le norme. La nostra priorità è respingere i delinquenti. Il riconoscimento facciale potrebbe non solo consentire di individuare le persone che compiono tali azioni ma anche di espellerle definitivamente dal sistema. Io già 20 anni fa posi questo problema. Se in un settore ci sono tre persone che hanno un comportamento scorretto, perché bisogna sanzionare tutto lo stadio? Penso che sia allo stesso tempo fondamentale potenziare la prevenzione, a partire dalle scuole calcio e soprattutto dalle società».

Sul tema della sicurezza negli stadi e sul riconoscimento facciale è intervenuto anche l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo: «Esprimo piena soddisfazione per le prime condanne nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva. Da tempo abbiamo deciso di fare fronte comune con i due club milanesi, come avremmo fatto con qualsiasi altro nelle stesse condizioni, contro un fenomeno particolarmente pericoloso, con l’obiettivo di affiancare la Procura di Milano in un’indagine che rappresenta un punto di svolta nella lotta alla criminalità negli stadi».

«Questo risultato conferma l’efficacia del lavoro svolto in sinergia tra istituzioni, forze dell’ordine e società sportive, e dimostra che solo attraverso la collaborazione e la determinazione è possibile smantellare quelle infiltrazioni malavitose che minacciano l’integrità del nostro sport – ha concluso l’Ad del massimo campionato italiano –. La Lega Serie A è da sempre in prima linea nel promuovere una cultura del tifo sana, responsabile e rispettosa, e continuerà a mettere in campo tutte le risorse necessarie per garantire che il calcio resti un luogo sicuro, accessibile e inclusivo, anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie di rilevazione automatica di immagini biometriche ai tornelli di ingresso degli impianti».

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