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Marco Alessandri·12 settembre 2024
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Marco Alessandri·12 settembre 2024
Chiamateli jolly, dodicesimo uomo o altro. Loro sono quei giocatori che ogni allenatore sogna di avere in rosa, perché capaci di inserirsi a gara in corso e cambiare del tutto le sorti di qualsiasi match.
Quante volte abbiamo assistito a dei cambi decisivi, magari in un momento delicato di una partita? Spesso ricoprono il ruolo di salvatori della patria perché proprio questa caratterista di incidere in pochi minuti è un qualcosa che non gli riesce quando partono dal 1'.
L'esempio perfetto? Davide Frattesi, il prototipo del primo cambio perfetto.
Con la Champions e le altre coppe che sono ormai alle porte - la prima settimana europea la avremo a partire proprio da martedì prossimo - ci sarà spazio per le seconde linee e, quindi, anche per i nostri jolly.
Le prestazioni con l'Italia di Spalletti hanno mostrato un Frattesi tirato a lucido, capace di segnare in entrambe le gare contro Francia e Israele (è lui il miglior marcatore della nuova era targata Luciano) e prendersi la scena contro sua maestà Mbappé.
Qui, allora, si apre un dilemma che da un anno a questa parte occupa le giornate dei tifosi interisti. Perché l'ex Sassuolo non trova spazio nel centrocampo a tre di Inzaghi? Il popolo nerazzurro si divide, tra chi pensa che Mkhitaryan sia insostituibile e chi, invece, sogna due mezzali tutte italiane - l'altro è ovviamente Barella. La verità, però, è che Frattesi ha dimostrato nella sua prima annata a Milano di essere ciò che dicevamo: un dodicesimo uomo.
Un limite? Non per forza, ma certo il rendimento del classe '99 è ben diverso quando parte dalla panchina, rispetto alle volte in cui è tra i titolari. Sarà questione di adrenalina, di momentum o chissà. Quello che è certo è che l'Inter lo ritiene importantissimo e così anche il suo allenatore, nonostante il poco spazio che gli viene concesso.
Ecco che, allora, il fittissimo calendario a cui andiamo incontro sarà l'occasione per far ricredere tutti. Per Frattesi possibile già una maglia da titolare contro il Monza, pochi giorni prima della trasferta a Manchester contro il City di Guardiola.
Ma il numero 16 nerazzurro non è certo l'unico in Serie A ad avere questo ruolo. Il Napoli ha Raspadori, che mai come nell'anno dello Scudetto ha dimostrato di essere perfetto come subentro (è suo quello che da molti è stato definito il gol Scudetto, allo Stadium contro la Juventus).
Nel Milan ci sono Okafor e Jović: il primo ha segnato 5 gol da subentrato e il secondo 4 reti nonostante siano stati utilizzati meno di 900' a testa da Pioli l'anno scorso. La Roma può contare su Baldanzi, reduce dalla tripletta con la Nazionale U21 e protagonista di un convincente avvio di stagione con i giallorossi.
Rientrerà in questo elenco pure Milik al rientro dall'infortunio, e chissà uno tra Conceicao o Nico Gonzalez, nel caso Motta decida di schierarli solo a destra. Quest'anno sembra relegato al ruolo di super-sub anche Lucas Beltran nella Fiorentina
Ci sono poi i giocatori come Pedro, Sanabria, Viola, Lapadula, Odgaard, Karlsson e tanti altri che potenzialmente sono in grado di togliere le castagne dal fuoco quando necessario. Per loro, come per Frattesi, potrebbe valere spendere qualche fanta milione. Certo, pur sapendo che sarà difficile vederli titolari.
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