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·27 maggio 2025
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·27 maggio 2025
Si chiude la Serie A 2024/25 e lo fa con una domenica semplicemente pazza. In Champions va la Juventus di Igor Tudor, al termine di una partita soffertissima al Penzo contro un Venezia che, invece, saluta il massimo campionato appena dodici mesi dopo la promozione.
Con i lagunari (e il Monza) anche l'Empoli, che retrocede a quattro anni di distanza dall'ultima volta e completa così una seconda parte di stagione orribile. Tornando all'Europa, harakiri della Lazio, che perde in casa e resta fuori dalle coppe, mentre la Roma fa tutto il possibile, ma ancora una volta vede scappare la Champions.
Di cose, insomma, ne sono successe eccome quest'anno. Proviamo a riassumerle nel pagellone del campionato.
Poche storie, il voto più alto va ad Antonio Conte e il suo Napoli. È vero, se Pedro non avesse fatto due gol a San Siro, se l'Inter fosse stata più attenta in campionato, se al posto di McTominay fosse arrivato Brescianini... Se, se e se.
📸 Francesco Pecoraro - 2025 Getty Images
La verità è che il Napoli non ha brillato, ma per vincere uno Scudetto serve essere sul pezzo dalla prima (in questo caso seconda) giornata fino alla 38ª. Ci sono state carenze delle avversarie, ma gli azzurri sono stati bravissimi ad approfittarne.
Stagione difficile da raccontare quella dei giallorossi, che fino al cambio di Juric erano in lotta per non retrocedere. Poi? Beh, poi è arrivato Claudio Ranieri, che non solo ha riportato ordine, ma ha anche costruito una squadra in grado di non perdere mai dal 15 dicembre.
📸 Paolo Bruno - 2025 Getty Images
Nessuno ha fatto meglio della Roma nel 2025: 49 punti in 20 gare, figli di 15 vittorie e 4 pareggi e una sola sconfitta, quella di Bergamo. Una vera impresa, a cui è mancata davvero solo la ciliegina della Champions.
Che dire della Dea? Il miglior complimento che le si possa fare è dire che sia diventata noiosa. Ormai un piazzamento Champions non sorprende più nessuno e - anzi - si parla di rammarico Scudetto. Ci si dimentica, però, dove fosse l'Atalanta pochi anni fa. Solo applausi alla famiglia Percassi, a Gasperini, alla squadra e a tutto l'ambiente.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images
Voto alto anche alle salvezze di Como e Genoa, arrivate con anticipo extra large. Lariani protagonisti sul mercato a gennaio, ma bravi a rimanere fedeli al calcio di Fabregas. Genoa partito malissimo e a forte rischio Serie B, poi però con l'arrivo di Patrick Vieira tutto è cambiato. Non era scontato, per nessuna delle due.
Trenino salvezza per Verona, Cagliari, Parma e Lecce. Difficile fare pagelle per i club che devono salvarsi, perché l'obiettivo minimo - la permanenza in Serie A - è anche il massimo a cui ambire.
📸 Paolo Bruno - 2025 Getty Images
In fin dei conti, quindi, va premiata la stagione di piccoli club come i quattro citati. Verona altalenante, ma quasi sempre fuori dalla zona rossa; Cagliari salvo con una giornata d'anticipo; Parma e Lecce artefici dei miracoli dell'ultima giornata, con le vittorie esterne a Bergamo e a Roma. Tutto sommato, sufficienza piena.
Stagione complessa per Raffaele Palladino, che chiude 6º in classifica e si garantisce la Conference League, ma resta contestatissimo dalla piazza fiorentina. Obiettivamente, però, ci viene difficile criticare l'annata della Viola, che non è migliore di chi le sta davanti in classifica e in Conference è uscita ai supplementari contro una squadra semplicemente più forte.
📸 Timothy Rogers - 2025 Getty Images
Bologna, invece, ha vissuto un sogno chiamato Coppa Italia ed è tornata a festeggiare un trofeo dopo 51 anni. La sbornia pre e post finale di Roma, però, è costata la Champions, motivo per cui non ci sentiamo di dare al campionato dei rossoblù un voto più alto. La stagione, però, resta da 9.
Un peccato, perché un po' tutti ci eravamo affezionati al Venezia di Di Francesco e alla magia del Penzo. I lagunari, però, semplicemente non avevano i mezzi per salvarsi. Nonostante ciò, il Venezia è rimasto in lotta fino al rigore di Locatelli. Non è bastato, tanti i passi falsi, gli errori e - soprattutto - troppo pochi i 9 punti in trasferta (unico club a non aver mai vinto lontano da casa). Da 10 in pagella, però, il saluto alla squadra da parte del Penzo, che ieri ha ringraziato per lo sforzo e cantato ben oltre il 90'. Bravi.
📸 Alessandro Sabattini - 2025 Getty Images
Stesso voto, ma ben altre sensazioni, per Torino e Udinese. Stagioni mediocri, come ormai è abitudine da queste parti: 44 punti per entrambe, rispettivamente 11ª e 12ª in classifica. Orribile il finale dei granata, da un punto nelle ultime cinque. I friulani, invece, contano 8 sconfitte nelle ultime 10 gare di A. Perché non divertirsi - e far divertire - fino alla fine?
Può prendere 4 in pagella la seconda in classifica e finalista in Champions? Sì, se alla penultima ha avuto l'ennesima chance di tenersi lo Scudetto e, invece, l'ha getta via. Il voto dovrebbe essere più alto e lo sappiamo, perché l'Inter ci ha regalato un corsa punto a punto fino alla 38ª giornata e ha messo eccome paura a Conte. Nessuno nega che quello del Napoli sia stato un capolavoro, ma la sensazione generale è che i punti lasciati per strada dall'Inter siano tanti e abbiano inciso eccome. Il voto, quindi, è all'attenzione che i nerazzurri hanno avuto in campionato, ben diversa da quella dimostrata nelle magiche notte di Champions.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images
E la Juve? Vero, alla fine il 4º posto è stato raggiunto, ma anche qui va analizzata una stagione partita con grandi aspettative e un mercato faraonico e terminata nel caos. La Champions non si poteva non c'entrare e aggiungerà 60 milioni al bilancio bianconero, cifra che sarà utile per ricominciare da zero un'altra volta. La buona notizia? Potrebbe esserci presto una vecchia conoscenza in panchina...
Ieri mattina non ci saremmo mai aspettati l'Empoli in Serie B. Opta dava al Lecce solamente il 9% di possibilità di salvarsi. Certo, i salentini hanno compiuto un miracolo all'Olimpico, vincendo in 10 contro 11 per gran parte del match.
📸 Gabriele Maltinti - 2025 Getty Images
Ma l'harakiri dell'Empoli in casa contro il Verona è pesante. Se al Venezia mancava qualità, con i toscani la storia è diversa e lo si era visto nella prima parte di stagione. A questo, poi, si aggiunge la gestione della semifinale di Coppa Italia con il Bologna, "maltrattata" proprio in virtù della salvezza...
Ahi, Lazio. I biancocelesti perdono in casa con il Lecce e in un solo colpo dicono addio a Champions, Europa e Conference League. Incredibile il finale di stagione di Zaccagni e compagni, che un mese fa sognavano la finale di Bilbao e un piazzamento in Champions e ora, invece, si trovano fuori da tutto.
📸 Paolo Bruno - 2025 Getty Images
A un certo punto il vantaggio sulla Roma aveva raggiunto il +15 in classifica, gap completamente ribaltato fino al -4 finale. La panchina di Baroni è a rischio e sinceramente dispiace, perché gran parte dell'annata dei biancocelesti era stata esaltante. Nel calcio - e a Roma in particolare - contano però i risultati.
Chissà se sarà un arrivederci o se - come si teme - non vedremo il Monza in Serie A per un po' di tempo. Le parole di Nesta non lasciano dormire sonni tranquilli ai tifosi biancorossi, con Fininvest che ha già fatto trapelare di voler vendere la maggioranza delle quote.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images
In campionato non c'è mai stato un Monza in lotta per la salvezza e il mercato di gennaio ha tolto le ultime chance a un gruppo che ha chiuso addirittura a -16 dal Lecce 17º.
Voto più che basso per il Diavolo, protagonista della peggior stagione che si ricordi da molto tempo a questa parte. Partenza con tanti proclami sotto Fonseca e due vittorie prestigiose nel derby e al Bernabeu contro il Real. Poi il cambio di rotta e l'arrivo di Conceicao, che porta subito una Supercoppa.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images
Ecco, a Riyad però si ferma anche la stagione del Milan, che da quel momento in poi non azzecca più nulla, se non la semifinale di Coppa Italia contro l'Inter, poi vanificata dal ko con il Bologna in finale.
A monte di tutto ciò una dirigenza fantasma, le dubbie mosse mediatiche di Ibrahimović e una gestione sbagliata su ogni fronte. Si riparte da Tare ds, ma anche da una stagione senza qualificazione alle coppe (e quindi senza introiti europei) e dai probabili addii dei top, con Reijnders, Leão, Theo Hernandez e Maignan mai così vicini a salutare. Sia chiaro, le stagioni si possono sbagliare, ma c'è modo e modo. Il popolo rossonero meritava di più.
📸 CARLO HERMANN - AFP or licensors