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Marco Alessandri·28 novembre 2023
📝 Da 10 a 0, il pagellone della 13ª di A: Bologna al🔝, disastro Lazio 👎

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Marco Alessandri·28 novembre 2023
Non c’è stata la fuga e nemmeno il sorpasso, ma la 13ª giornata di Serie A ha comunque regalato spunti interessanti. A cominciare dallo show andato in scena al Castellani di Empoli, dove uno straordinario Domenico Berardi ha regalato al Sassuolo una vittoria che mancava dalla gara di San Siro contro l’Inter.
Ottimo anche il nuovo debutto di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli, mentre dietro la lavagna finiscono Atalanta e Lazio. Per Gasperini e Sarri, infatti, i big match restano un problema. Insufficiente anche lo spettacolo mostrato da Juventus e Inter in quella che doveva essere la vetrina del nostro campionato.
Vediamo insieme il pagellone di questo turno.
E pensare che spesso si sente dire come le partite “minori” non portino spettacolo. Non è stato certo il caso di Empoli-Sassuolo, che per 90 minuti ha tenuto incollati ai televisori tantissimi tifosi delle due squadre, ma non solo. Match che già dopo 30′ contava 4 gol e che poi nella ripresa ne ha aggiunti altri 3.
Decisivo ancora una volta Domenico Berardi. Il 10 neroverde è tornato a segnare dopo 4 partite di digiuno e lo ha fatto alla sua maniera: rigore trasformato con freddezza e volée di sinistro al 90’+2. Premio di MVP per l’esterno della Nazionale, ma applausi a entrambe le squadre. Domenica al Castellani ci si è divertiti parecchio.
C’era tanta attesa attorno al ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina dei campani, dopo le ultime difficili settimane che avevano portato all’esonero di Rudi Garcia. Per Mazzarri subito un debutto di fuoco, al Gewiss Stadium contro l’Atalanta di Gasperini. Esame superato grazie ai gol di Kvaratskhelia ed Elmas, su assist di un Osimhen finalmente integro.
I primi segnali fanno ben sperare: abbracci continui, clima sereno, tifosi di nuovo al fianco della squadra. Sembra poco, ma non lo è. Se il Napoli dovesse ritrovare davvero l’entusiasmo della scorsa stagione, forse potrebbe non essere troppo tardi per tentare di rientrare in corsa per lo Scudetto. Tanto, però, dipenderà dall’appuntamento di domenica, quando al Maradona arriverà la capolista Inter.
La conferma di quella che con il passare delle giornate non è più una sorpresa: il Bologna batte 2-0 il Torino e affianca la Roma a 21 punti, a -3 dalla zona Champions League. La squadra di Thiago Motta ha faticato a sbloccare la gara con i granata ma l’intuizione di schierare Fabbian dal 1′ minuto ha pagato, complice l’erroraccio di Gemello (più in basso in questa classifica).
A chiudere la serata ci ha pensato l’uomo simbolo di questo Bologna: Joshua Zirkzee scatta in profondità, sterza e chiude sul primo palo. Tecnica, eleganza e precisione per il 5° gol stagione in Serie A dell’attaccante olandese. Il Bologna sta sognando e lo fa con pieno merito.
Pippo Inzaghi batte un colpo, anzi tre. Prima vittoria in campionato per la Salernitana, che all’Arechi abbatte una Lazio troppo brutta per essere vera. Tanti i demeriti della squadra di Sarri, ma la verità è che finalmente a Salerno si è rivista la squadra che per due anni di fila ha centrato la salvezza.
Che dire, poi, di Antonio Candreva? Dopo i due gol siglati alla prima giornata all’Olimpico contro la Roma, il classe ’87 colpisce anche la “sua” ex Lazio, per altro con una rete splendida. Un destro di rara potenza, che sorprende un non perfetto Provedel e fa esplodere il pubblico di casa.
Bella partita anche allo Stirpe di Frosinone, dove i padroni di casa conquistano la terza vittoria nelle ultime quattro gare tra Serie A e Coppa Italia, con l’unico ko arrivato a San Siro contro l’Inter. Ormai non si può più parlare di sorpresa, perché ogni weekend la squadra di Di Francesco mette in mostra uno tra i migliori calcio da inizio stagione.
A farne le spese questa volta è il Genoa, che cade al 90’+4 quando tutto sembrava portare a un pareggio. Di buono per gli ospiti c’è la prestazione di Ruslan Malinovskyi, che segna un gol semplicemente clamoroso: un sinistro di prima da lontanissimo che va a morire all’incrocio dei pali. Giocata che in pochi possono anche solo pensare e tra questi c’è sicuramente l’ex Atalanta.
Non hanno stupito, ma entrambe hanno fatto ciò che dovevano. A Mourinho e Pioli servivano i tre punti, nient’altro. Nella Roma illumina Dybala, che prima pesca Mancini con l’assist per l’1-0, poi si mette in proprio e finalizza un’azione corale bellissima. Giallorossi in salute e a -3 dalla zona Champions. Mica male.
Buoni anche i tre punti ottenuti dal Milan, che contro la Fiorentina si è presentato con un attacco decisamente alternativo. Fuori l’infortunato Leão e lo squalificato Giroud, dentro Chukwueze e Jović. Alla fine a deciderla è il rigore di Theo Hernandez, ma le prime pagine se le prende tutte il giovane Camarda (qui una delle poche interviste rilasciate). La sua faccia al momento dell’ingresso in campo, poi, è da 10.
Dopo 5 sconfitte di fila in campionato il Verona doveva fare dei punti, era l’ultima chiamata per Baroni e la sua squadra ha risposto: due volte in svantaggio ma due volte in grado di recuperare meritatamente, nel finale solamente un super-Falcone ha tolto i 3 punti all’Hellas.
Dall’altra parte il Lecce non ha concesso la vittoria ad una squadra che sarebbe potuta risalire in classifica, La formazione di D’Aversa ha mostrato (con Strefezza partito dalla panchina) di poter avere delle soluzione in avanti, soprattutto nel primo tempo. In futuro il ruolino di marcia dovrà migliorare: la vittoria manca dal 22 settembre.
Doveva essere il piatto forte non solo di questa giornata, ma di tutto l’inizio di campionato. Invece all’Allianz Stadium si è pensato più a non perdere, che a vincere. Primo tempo comunque migliore del secondo, in cui abbiamo anche assistito a due belle azioni in occasione dei gol di Vlahović e Lautaro.
La ripresa, però, è stata lenta, tesa, senza brividi. In un’altra parola: brutta. Alla fine a sorridere sono entrambi gli allenatori: Allegri resta in scia ed esce imbattuto dallo scontro con una squadra che, per quel poco visto in campo, si è dimostrata più forte. Inzaghi, invece, mantiene la vetta e può andare a Napoli ancora da capolista.
C’è un Genoa in casa e un Genoa fuori casa. Questo è quanto ha detto fin qui la stagione del Grifone, che a Frosinone incappa nella quinta sconfitta in 7 trasferte. Numeri da retrocessione, che per fortuna di Gilardino sono contrastati dal cammino casalingo dei rossoblù.
In generale, comunque, le assenze dei due uomini migliori, Retegui e Gudmundsson, stanno pesando eccome sull’andamento dei liguri. Basti vedere l’errore clamoroso di Puscas, che allo Stirpe dopo neanche un minuto spreca l’assist di Sabelli e si fa respingere da Okoli la conclusione a porta vuota. Male, ma davvero male.
Non aver fatto punti a San Siro può essere considerato un rimpianto? Nel caso della Fiorentina, sì. Sabato, infatti, l’occasione era davvero ghiotta, contro un Milan incerottato, senza due terzi dell’attacco titolare e con la testa al match da dentro o fuori in Champions contro il Borussia Dortmund, in programma questa sera.
Viola poco convincenti, a cui forse è mancato anche un pizzico di coraggio. Certo, se Maignan non avesse messo letteralmente la faccia sulla conclusione da zero metri di Madragora al 90’+6 staremmo parlando di un’altra partita. Purtroppo per Italiano, però, il francese ha fatto un miracolo, costringendo la Viola al terzo ko negli ultimi 3 big match giocati.
Non è la prima volta che affrontiamo questo discorso, ma la realtà è troppo evidente per non essere sottolineata di nuovo: l’Atalanta ha un grosso problema quando si tratta di affrontare le prime 7 della classifica. Quello contro il Napoli, infatti, è il 4º ko in cinque big match, con il solo 0-0 contro la Juventus ad andare in controtendenza.
Un trend che sembra ripercorrere il cammino della scorsa stagione, quando la Dea vinse appena 4 delle 14 partite giocate contro le grandi. Champions ora a -4, una distanza non certo incolmabile. Per crederci per davvero, però, servirà invertire la rotta.
Luca Gemello non giocava in Serie A dal 10 gennaio 2020, un 4-0 del Torino contro la Fiorentina che aveva lasciato un bel ricordo della sua unica presenza in campionato. Ieri Juric lo ha schierato per scelta tecnica al posto di Milinkovic-Savic ma l’errore in uscita sul gol di Fabbian è stato grave.
Fabbian è andato a contrasto, lo ha vinto e poi ha segnato il 2° gol del suo campionato. Un errore costato caro al Torino che ha subito gol al primo tiro nello specchio della porta, perdendo 2-0 in casa del Bologna.
Terza partita consecutiva senza vittoria in Serie A, un solo punto conquistato su 9 a disposizione. La Lazio non va più e a Salerno incappa in una delle peggiori sconfitte dell’era Sarri. Dopo il vantaggio di Immobile, i biancocelesti si spengono sotto i colpi Kastanos e Candreva, per non riaccendersi più.
L’ambiente sembra non essere più quello che l’anno scorso riuscì a conquistare il secondo posto e ora la classifica piange: 11º posto, dietro a Frosinone e Monza, e Champions lontana 7 punti. Che la panchina di Sarri sia addirittura a rischio?