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Emilio Scibona·9 gennaio 2024

📝 Da 10 a 0, il PAGELLONE del girone d'andata: Napoli horror, Bologna 🤩

Immagine dell'articolo:📝 Da 10 a 0, il PAGELLONE del girone d'andata: Napoli horror, Bologna 🤩

È finito il girone d’andata, un momento importante che ci consente di riprendere fiato per qualche giorno e provare a effettuare qualche riflessione sulle 19 giornate di Serie A viste fin qui e sul rendimento di tutte le squadre del nostro campionato.

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Vediamo, quindi, da 10 a 0, il pagellone completo di questo girone d’andata.


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10 a Inter e Juve: duellanti in fuga

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Spiegare il perché sarebbe persino superfluo considerando quel che dice la classifica di Serie A, che parla chiaro: i nerazzurri primi e campioni d’inverno a 48 punti, i bianconeri secondi a 46, sempre in scia alla vetta e col fiato sul collo dei rivali.

Inter e Juventus hanno impresso un ritmo impressionante alla loro stagione distanziandosi subito da possibili concorrenti: solamente il Milan può coltivare qualche, piccolissima, speranza di inserirsi in un duello per il tricolore che ormai sembra ben definito.


9 a Fiorentina e Bologna: mine vaganti per la gloria europea

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Che fossero due squadre con un bel potenziale lo si sapeva sin dal principio ma che fossero in grado di inserirsi nella lotta europea in modo così netto e prepotente era molto più difficile da pronosticare.

Al giro di boa la squadra di Italiano arriva da quarta forza mentre quella di Motta segue al quinto: entrambe in lotta a pieno titolo e con merito visto quanto hanno fatto sul campo. I viola sono passati dall’essere “belli da vedere ma incostanti” al diventare un collettivo qualitativo e cinico mentre l’espressione calcistica dei rossoblù ad oggi è una delle migliori della Serie A, se non addirittura la migliore.


8 al Torino: in lotta con squadre più attrezzate

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La squadra granata ha (al netto di qualche gara storta) dimostrato di essere un collettivo compatto, solido, difficile da affrontare e capace di tenere testa a tutti.

Al giro di boa il Torino arriva al decimo posto a ridosso di quelle posizioni europee occupate da squadre sulla carta più attrezzate: mantenendo lo stesso piglio del girone d’andata, sognare qualcosa di più di un piazzamento a metà classifica non è certo proibito.


7 a Lecce, Frosinone e Monza: sorprese e conferme

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Con due nuovi tecnici (per altro fermi da tempo) e rose sulla carta e all’apparenza non particolarmente attrezzate, salentini e ciociari sembravano candidate a un campionato duro a fondo classifica. Previsione (sino ad ora) errata: il Lecce di D’Aversa ha messo in mostra idee semplici ma efficaci e un carattere indomabile; il Frosinone di Di Francesco personalità, qualità di gioco e irriverenza.

Entrambe si trovano a centro classifica e non per caso: la strada da fare è ancora lunga ma se si dovessero esprimere come fatto nel girone d’andata, la salvezza è una missione possibile. Un 7 va anche al Monza di Palladino, che dopo le cose buone fatte vedere l’anno scorso, si sta confermando squadra consistente ed efficace, assestandosi sin da subito a metà classifica.


6 a Milan, Genoa e Atalanta: amministrazione (più o meno) ordinaria

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Sul nuovo corso del Milan le aspettative erano molto alte: il terzo posto può sembrare un risultato deludente, ma considerando una rosa diversa rispetto al passato e tutti i guai sul fronte infortuni, non è assolutamente da buttare. Così come non è da buttare il percorso dell’Atalanta, squadra lunatica ma comunque competitiva: gli orobici alla fine sono dove volevano essere e possono stare: nel cuore della lotta per le posizioni europee.

Chi invece le posizioni europee non le considera un riferimento per questa stagione è il Genoa, che, da neopromosso, si è assestato a centro gruppo. Il percorso del “Grifone” vale anche un 6,5 per il piglio messo in mostra: non è un caso se la maggior parte delle big del campionato, contro la squadra di Gilardino, hanno fatto molta fatica.


5 a Udinese e Cagliari: questione di guizzi

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Entrambe le squadre sono partite col piede in fallo: i friulani hanno deciso di cambiare passando da Sottil a Cioffi; i sardi hanno continuato ad affidarsi alla saggezza di Sir Claudio Ranieri. Con il passare delle giornate sia Udinese che Cagliari sono cresciute come confermato dal rendimento nelle ultime partite.

Entrambe però hanno un difetto: non riescono a trovare con frequenza la stoccata decisiva per i tre punti. I bianconeri giocano bene ma sono la squadra che ha vinto di meno in campionato; i rossoblù negli scontri diretti non hanno mai trovato l’acuto. Se il campionato finisse oggi entrambe sarebbero salve ma c’è ancora un girone e l’inferno che porta alla B è vicino. Serve invertire la rotta.


4 a Roma, Lazio e Sassuolo: aspettative deluse

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L’insufficienza totale nei confronti di queste squadre può suonare come una semplificazione anche piuttosto dura, specie se si guarda la classifica. Ciò però non toglie che il loro rendimento è stato inferiore rispetto al potenziale. La Roma anche con un Lukaku in più nel motore ha fatto fatica a trovare continuità avendo anche dei clamorosi giri a vuoto (Verona, Genoa e Bologna su tutti); i biancocelesti con tutte le attenuanti legate alla condizione di Immobile e alla partenza di Milinkovic-Savic (che comunque non può non essere ancora metabolizzata a mesi di distanza) sono apparsi involuti.

Così come è apparso involuto il Sassuolo: al di là di una classifica che punti alla mano è persino migliore di quella del girone d’andata dello scorso anno, gli emiliani non sono riusciti ad esprimere a pieno il potenziale offensivo ammirato nelle scorse stagioni, che gli consentirebbe di viaggiare in tranquillità. Il dato di un solo clean sheet in 19 partite è poi quasi inquietante: non sarà magari da 4 secco ma il cammino per ora è pienamente insufficiente.


3 all’Empoli: un salto all’indietro

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Quello vissuta dal club toscano in questo girone d’andata è stato un salto all’indietro: della squadra che nelle stagioni passate è stata capace sin da subito di lasciarsi alle spalle le acque torbide della zona retrocessione, per ora non vi è traccia, nonostante vi sia stata (anche con addii come quello di Parisi) una continuità tecnica.

Dopo il disastroso avvio di stagione con Zanetti  l’Empoli ha cambiato registro affidandosi ancora una volta alle cure del maestro Andreazzoli: i risultati però non sono stati del tutto confortanti. La storia è ancora tutta da scrivere e il margine per un finale lieto c’è ma serve un cambio di passo: il girone d’andata racconta di una squadra troppo fragile e poco incisiva. Che, non a caso, in questo momento è penultima.


2 al Verona: un piglio sbagliato

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L’avvio fulminante con 6 punti in 2 partite sembrava essere il preludio di una stagione di buon livello: mai premessa fu più ingannevole. Nel giro di poco tempo gli scaligeri si sono ritrovati di nuovo risucchiati in quella zona retrocessione che l’anno scorso è stata evitata solo con un miracolo sportivo culminato col trionfo nello spareggio con lo Spezia.

Certo, nell’ultimo periodo la squadra di Baroni ha dato dei segnali confortanti, ma i risultati sono stati, a conti fatti, modesti. La salvezza è ancora un obiettivo alla portata: serve però un piglio diverso rispetto a quello mostrato per troppo tempo nel girone d’andata. A maggior ragione se il mercato dovesse portare via altri giocatori dopo Hien e Terracciano.


1 alla Salernitana: troppa confusione

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Sulla carta, come d’altronde anche il Verona, il club campano partiva con valori tecnici adeguati per poter costruire, con sudore e sacrificio, una salvezza sulla falsa riga di quella dello scorso anno. Al giro di boa i granata arrivano ultimi dopo un girone d’andata a tratti disastroso sotto il profilo dell’espressione di gioco e segnato anche da tanta confusione, come testimoniato dalla telenovela Dia.

Nell’ultimo periodo anche i campani hanno dato segnali confortanti ma il cambio di marcia non è ancora arrivato: Iervolino ha deciso di puntare di nuovo su Walter Sabatini, artefice del miracolo di due anni fa. Il dirigente ex Roma ha quantificato le percentuali di salvezza al 5%: classifica alla mano sono anche più alte ma a patto di una metamorfosi totale nell’atteggiamento. Le belle prove con Juve e Milan se restano isolate, non faranno testo.


0 al Napoli: un disastro assoluto

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Che riconfermarsi sarebbe stato complicato lo si sapeva sin dal principio: 20 punti di distanza dalla vetta della classifica però erano qualcosa di inimmaginabile. Il girone d’andata dei partenopei è stato senza mezzi termini un disastro e l’abdicazione alla difesa dello scudetto è arrivata già prima del giro di boa.

Da Garcia a Mazzarri la musica in fondo non è cambiata: il Napoli è una squadra che vive di fiammate e che ha perso non solo la magia dello scorso anno ma anche, se non soprattutto, la capacità di incidere e la compattezza di squadra. L’obiettivo minimo del quarto posto Champions League resta ancora lì: una magra consolazione raggiungibile solamente con un cambio di registro che deve essere totale.