Inter News 24
·25 giugno 2024
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È il day after di Croazia-Italia, sfida che ha regalato la qualificazione agli ottavi di finale agli Azzurri grazie al pareggio conquistato nel finale. La Gazzetta dello Sport analizza la prestazione di Matteo Darmian, uno dei cinque giocatori appartenenti al blocco Inter.
L’ANALISI – «Matteo Darmian ha preso la valigetta degli attrezzi che gli fa compagnia da anni e si è messo a disposizione. C’era bisogno di suturare le ferite sulla destra martoriata dalle rasoiate degli spagnoli Nico Williams e Ayoze Perez, e lui era l’uomo ideale per completare la difesa a tre di stampo interista. E per un tempo è sembrato di vederlo in maglia nerazzurra. Raggio d’azione limitato ma sempre nel posto giusto. Al netto di un brutto pallone perso in uscita nei primi momenti della partita, Darmian ha liberato la corsa (forse un po’ anche la testa) di un Di Lorenzo scosso dal match spagnolo, soprattutto ha cancellato i movimenti di Mario Pasalic, così bravo nell’Atalanta ad apparire e scomparire in area sempre dove cade il pallone.
Dalla sua parte è passato in pianta stabile Kramaric, più insidioso con la palla nei piedi perché è uno che punta l’uomo, e soprattutto perché a centro area è arrivato il peso di Budimir, costringendo la difesa a scalate diverse. Una di queste è risultata fatale: cross da destra di Sucic a rientrare verso la porta, e guizzo maligno di Budimir proprio in anticipo su Darmian, e il miracolo di Donnarumma non è bastato perché Modric ha ribadito in rete.
La necessità ha portato Spalletti ad alzare il baricentro: dentro Chiesa, Di Lorenzo arretrato nel terzetto. E Darmian? Dove lo metti sta. Valigia in mano, ha traslocato a sinistra al posto di Dimarco, come sembrava che dovesse già fare dall’inizio perché il compagno interista pareva non pienamente recuperato alla vigilia. La duttilità è un pregio, ma Darmian non ha la stessa qualità offensiva di Dimarco, si sapeva. E purtroppo si è visto in almeno due occasioni, che purtroppo sono capitate sulla sinistra quando il titolare mancino era già uscito. Un cross troppo morbido dopo un filtrante di Chiesa, soprattutto un sinistro timidissimo su palla morbida arrivata dal centro e ricevuta in solitudine in area. Nella disperazione del risultato da riagguantare, Darmian ha lasciato il posto nel finale a Mattia Zaccagni, un attaccante vero a sinistra. E proprio da sinistra è arrivato il colpo che svolta – per il momento – l’Europeo azzurro, con un colpo a giro che – almeno quello – non rientra nella valigia degli attrezzi di Darmian»