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·27 maggio 2025

Crespo racconta: «Io all’Inter? Dipese tutto da Ronaldo! Quando sono andato via ho pianto…»

Immagine dell'articolo:Crespo racconta: «Io all’Inter? Dipese tutto da Ronaldo! Quando sono andato via ho pianto…»

Crespo racconta: «Io all’Inter? Dipese tutto da Ronaldo! Quando sono andato via ho pianto…» Le parole dell’ex attaccante argentino

Durante una lunga conversazione con Luca Toni nel format ‘Fenomeni’ di Prime Video Sport Hernan Crespo ha rievocato anche la sua esperienza vissuta con la maglia dell’Inter.

SULL’ARRIVO ALL’INTER- «Cragnotti (presidente della Lazio, ndr) mi parla e mi dice che ho due possibilità: Inter o Real Madrid. Io avevo già parlato con Valdano per andare in Spagna, ma il mio procuratore mi dice ‘Decide Ronaldo. Se lui va al Madrid, tu vai all’Inter e viceversa’. Dopo un allenamento mi dicono che mi avevano venduto all’Inter. La cosa peggiore è che, nel frattempo, dissero a Nesta che ea stato ceduto al Milan. Quel giorno fu duro, stavano smantellando la Lazio. Penso che per Sandro sia stata più dura che per me. Allora vado all’Inter, uno spettacolo. C’era la sete di vincere, perché era da tempo che non si alzavano trofei. Arrivammo secondi dietro alla Juve e uscimmo contro il Milan nella semifinale di Champions League. Una competizione in cui andai alla grande; non sapevo di avere il record di nove gol segnati con la maglia nerazzurra in una edizione che recentemente ha eguagliato Lautaro. L’Euroderby? Due pareggi e siamo andati fuori. Fu durissima da digerire perché se tu giochi e ti battono… Ma se esci per i gol in trasferta e giochi due volte a San Siro. E’ come tirare una monetina. C’era grandissima tensione in città, poi crollammo


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ADDIO ALL’INTER- Di solito quando entri in uno spogliatoio di una grande squadra, l’attaccante ti vuole far capire chi comanda, chi è la primadonna. Invece Bobo mi dice ‘facciamo un sacco di gol insieme’. C’era zero egoismo. Infatti, quando noi usciamo col Milan in Champions, mi ricordo che sarei voluto restare all’Inter la stagione successiva, infatti avevo anche preso casa. Poi succede che la società mi vende al Chelsea, dove non volevo andare. Vieri fu l’unico che alzò la voce dicendo ai giornali che dovevo restare per un’Inter forte. Fece un gran casino, ma Cuper aveva altri piani e disse che me ne potevo andare al Chelsea. Zero empatia. Uscii dalla Pinetina piangendo, all’Inter stavo alla grande, non me ne volevo andare

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