Cremonini: “Felice di perdere il controllo per il Bologna, il calcio va vissuto così. Curva commovente, ‘Poetica’ cantata dai tifosi un onore immenso” | OneFootball

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·17 maggio 2025

Cremonini: “Felice di perdere il controllo per il Bologna, il calcio va vissuto così. Curva commovente, ‘Poetica’ cantata dai tifosi un onore immenso”

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Questa mattina, tramite un lungo post pubblicato sui propri account social ufficiali, Cesare Cremonini ha esternato ancora una volta il suo amore per il Bologna ed è tornato con la mente alla magica serata romana di mercoledì 14 maggio, in particolare alla festa finale dopo la conquista della Coppa Italia, che l’ha visto scatenarsi sotto la Curva Nord dell’Olimpico mentre i tifosi rossoblù intonavano a squarciagola prima la sua Poetica e poi L’anno che verrà di Lucio Dalla, come accade abitualmente al Dall’Ara nelle giornate di festa. Queste le parole del cantautore, corredate da un paio di emozionanti video: «Il Bologna mi fa così perché c’è sempre stato, nel bene e nel male. Come tanti ragazzi sono stato abbonato in curva dall’inizio degli anni ’90 fino a quando la musica mi ha rapito la vita, e certe cose non le perdi mai. Ancora prima si andava con mio padre, gran tifoso dello scudetto e della gente, in fila al botteghino di via Andrea Costa per il Bologna di Maifredi. Tre seggiolini nei ‘Distinti’ e io ‘d’istinto’ guardavo la curva (e Lucio Dalla seduto lì vicino). Ovviamente mi piaceva da matti l’idea ‘del canto e del gruppo’. Poi con Vitto (fratello poetico, amante dei numeri 10, collezionista di sciarpe e biglietti acquistati nei negozi Bambulè e Total Chaos… chi li ricorda?) siamo stati compagni di stadio a lungo insieme, anche se rigorosamente posizionati in settori diversi dell’Andrea Costa, ognuno con i propri amici (di quegli abbonamenti in cui potevi contare i buchini vuoti) in anni assurdi, tra Lajos Detari e Turkyilmaz (“Kubi Kubi Kubi Kubi”), le retrocessioni, le trasferte sui treni speciali (e madre in ansia), la vergogna del fallimento, la rinascita, Gazzoni, Ulivieri e la ‘squadra operaia’, Roberto Baggio (come nascono le canzoni? Si provi a perdere Robi e una fidanzata nello stesso anno…). In quei giorni iniziai a scrivere canzoni vere e sognare anche gli stadi della musica. Sono ancora abbonato, per scelta, su dei seggiolini in tribuna che per me sono una cabala e “guai a chi tra gli amici cambia posto durante la partita”. Sono felice di perdere il controllo per il Bologna. Siamo sempre tutti sotto pressione per un motivo o per l’altro e il calcio, lo sport in generale, va vissuto così. La visione della Curva del Bologna all’Olimpico per me è stata un’emozione inedita e commovente, per cui valeva la pena anche perdere. La più bella, in uno dei giorni più belli della città. Poetica cantata dai ragazzi un’emozione, un orgoglio e un onore immenso».

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