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·27 agosto 2024
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·27 agosto 2024
Torna Cotte, l’appuntamento del mercoledì che si prende delle sbornie mica da ridere su calciatori di cui si parla ancora troppo poco e da cui (non) ci aspettiamo grandi da qui a breve (come dicono quelli bravi: “esplodere definitivamente”).
La Fiorentina non ingrana, ma dallo 0-0 del Franchi sono emersi segnali interessanti. La nota più lieta è sicuramente Michael Amir Junior Richardson, che ha esordito con la sfrontata personalità dei giocatori il cui talento trasuda da ogni singola movenza.
195 cm di tecnica purissima, con cui colora sistematicamente le sue giocate: non importa la zona di campo, la disinvoltura con cui riesce a liberarsi della pressione denota una straordinaria padronanza dei propri mezzi.
La sua struttura filiforme è accompagnata da un’agilità apparentemente ossimorica per uno delle sue dimensioni: le lunghe leve garantiscono sostanza a centrocampo (specie nei duelli aerei) e costituiscono una risorsa nel suo fondamentale preferito: il dribbling.
4/4 quelli completati dal 2002 marocchino contro il Venezia, caratterizzati dal suo incedere ciondolante ed elastico: movenze che per corporatura e interpretazione del gioco riportano alla mente il primo Paul Pogba.
Palladino dovrà cucirgli un vestito tattico su misura, lui dovrà essere bravo a non piacersi troppo: la qualità è purissima, i mezzi fisici eccezionali, la personalità straripante. Ora bisogna trovare un’identità definita: tempo e contesto sono dalla sua parte.