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·17 dicembre 2024
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Un pugno in pieno volto di Mike Tyson, probabilmente, avrebbe fatto meno male a Conte e alla squadra. Alessandro Buongiorno, prodigioso centrale e totem della difesa del Napoli con 15 presenze consecutive da titolare e senza mai essere sostituito, dovrà fermarsi per un po’. Un bel po’. Per giunta in un periodo clou per la maratona scudetto e Champions. Il bollettino medico pubblicato dal club dopo l’allenamento di ieri pomeriggio, il primo della settimana, è una sentenza: “Buongiorno si è infortunato in allenamento in seguito a una caduta e si è procurato una frattura ai processi trasversi di due vertebre lombari”. Un problema non banale – ed estremamente fastidioso – che lo costringerà a uno stop di un mese e mezzo. O giù di lì: come sempre, tutto dipende dalla reazione individuale alle cure e alle terapie, e ovviamente dal tipo di frattura. Di certo Alessandro dovrà osservare un primo periodo di assoluto riposo e poi sarà rivalutato. Un incidente del genere capitò a Meret, due volte: una nel 2021 e una nel 2022, e all’epoca i tempi di recupero variarono (poco meno di un mese e poco più d’un mese). Si vedrà. Fatto sta che Buongiorno, stando alle previsioni e al calendario, salterà le partite contro Genoa (sabato), Venezia (29 dicembre), Fiorentina (4 gennaio 2025), Verona (12 gennaio), Atalanta (19 gennaio) e con ogni probabilità anche Juve (26 gennaio, alla fine della sesta settimana). Bilancio di giornata: Conte non potrà contare su uno dei migliori difensori d’Europa in due o tre scontri diretti decisivi per il futuro della stagione e le ambizioni.
Giornata complessa e piena di preoccupazione per il Napoli, insomma. Un po’ in linea con quanto è accaduto ieri in città, senza voler mischiare sacro e profano: il sangue di San Gennaro, atteso al terzo miracolo dell’anno, s’è sciolto soltanto alle 17.43, dopo un’attesa spasmodica e ansiogena di tutto il popolo napoletano. Sì: lo sanno tutti e lo insegnano le cronache che quando il patrono non compie il suo prodigio miracoloso accadono misfatti. Ma questa è un’altra storia.
L’infortunio, dicevamo. Un problema che mette il Napoli in guai seri: con ogni tipo di rispetto dovuto a tutti, ci sono giocatori che all’interno di una squadra rivestono un’importanza specifica o anche fondamentale, e Buongiorno è di certo uno di questi. La sua sostituzione è molto, molto complessa: per impatto nella marcatura e nel gioco aereo, per leadership e intelligenza tattica, per esplosività atletica, per la difficoltà enorme di batterlo nei duelli, per l’intesa con il collega di coppia Rrahmani. Funzionano come un orologio, si migliorano.
Conte, però, dovrà ovviamente battezzare una soluzione che limiti i danni sin dalla trasferta di sabato a Marassi con il Genoa. In attesa del mercato le ipotesi sono due, non si scappa. La prima: lanciare uno tra Rafa Marin (destro che in Spagna ha giocato anche da marcatore sinistro) e Juan Jesus (mancino naturale in odore di cessione), i due difensori centrali di ruolo a disposizione che hanno giocato in Coppa Italia e che con la Lazio sono naufragati mostrando enormi limiti. La seconda: dirottare Olivera al centro, così come gioca con la Celeste. Per altro con ottimi risultati. Il fatto, però, è che il peso specifico del terzino uruguaiano a sinistra è lo stesso di Di Lorenzo a destra: fondamentali in entrambe le fasi, considerando l’affidabilità difensiva e la costante presenza nello sviluppo offensivo in sincronia con gli esterni d’attacco. La sintesi? L’infortunio di Buongiorno è un problema molto serio.
Carlo Gioia
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