Stats Perform
·15 ottobre 2019
In partnership with
Yahoo sportsStats Perform
·15 ottobre 2019
Una gara storica, attesa da tanti. E da nessuno. Ci si aspettava uno stadio pieno. E tutto il suo opposto. Contraddizioni e pensieri post Corea del Nord-Corea del Sud, il derby valido per le qualificazioni ai Mondiali qatarioti del 2022. Era la prima sfida, ed è stata vista da pochi intimi.
0-0 e stadio deserto, una delusione enorme non solo per i tifosi, ma anche per il presidente della FIFA, Infantino, dettosi sorpreso e deluso per quanto accaduto a Pyongyang. Un match surreale e fantasma, noioso sicuramente, storico sì, ma solo in parte vista la situazione venutasi a creare.
Nessuna diretta tv e pochissime persone presente: a scattare le foto dello stadio di Pyongyang sono stati alcuni diplomatici presenti. Non è chiaro il motivo per cui invece di 50.000 persone fossero presenti solo un centinaio di persone, ma considerando che si tratta della Corea del Nord, qualcosa si può intuire.
Incontro oscurato, probabilmente per evitare una sconfitta, che sarebbe stata durissima per il regime, e probabilmente per evitare che i tifosi della Corea del Nord ascoltassero l'inno dei cugini del Sud. A quest'ultimi è stato vietato di portare tifosi e giornalisti: il risultato è stato rivelato dalla FIFA e dalla Federazione asiatica, uniche organizzazioni a ricevere l’autorizzazione da Pyongyang.
Dalla capitale nordcoreana hanno assicurato che in virtù della mancata presenza delle tv, verrà consegnato alla Nazionale del Sud un dvd con la registrazione dell'incontro. Essenziale nel calcio moderno, per valutare errori e rimediare ad essi in futuro.
La questione del dvd non è certo la prima preoccupazione per la Corea del Sud, la quale prima della partenza ha dovuto essere istruita riguardo il comportamento da adottare: niente smartphone allo stadio, niente maglie Nike, niente tecnologia moderna.
I giocatori del Sud si sono detti ampiamente timorosi per il viaggio al Nord, tra l'altro molto più lungo del previsto: 195 km tra le due capitali, ma Nazionale sudcoreana costretta a raggiungere Pechino per ottenere il visto dall'ambasciata nordcoreana in Cina e da lì prendere un altro aereo per Pyongyang.