Conte Juve, Carrera: «Sarei rimasto tutta la vita con Antonio. Fu bravissimo a portare la mentalità vincente. Alla Juventus si avverte sempre l’obbligo della vittoria» | OneFootball

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·17 maggio 2025

Conte Juve, Carrera: «Sarei rimasto tutta la vita con Antonio. Fu bravissimo a portare la mentalità vincente. Alla Juventus si avverte sempre l’obbligo della vittoria»

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Conte Juve, Carrera ricorda il suo passato da calciatore e da collaboratore del tecnico del Napoli: tutte le parole

In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, l’ex calciatore e collaboratore di Antonio Conte alla Juve Massimo Carrera ha analizzato così il suo rapporto col tecnico del Napoli, accostato fortemente ai bianconeri.

PAROLE – «L’atmosfera che ti aspetti: alla Juve si avverte sempre l’obbligo della vittoria. Lì ho capito cosa significa il peso della maglia. Il compitino non te lo puoi permettere, anche negli allenamenti c’era agonismo. Erano gli anni del Milan di Capello, difficile conquistare lo scudetto. Però vincemmo la Coppa Uefa disputando alcune grandi partite».


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SUGLI SCUDETTI – «Antonio (Conte) fu bravissimo a portare la mentalità vincente e a convincere il gruppo che era possibile strappare lo scudetto al Milan.

Pure Lippi aveva fatto un gran lavoro dal punto di vista psicologico: quello era il primo campionato in cui la vittoria fruttava tre punti e noi interpretammo bene la novità proponendo un calcio aggressivo. E poi quello era un gruppo di amici, privo di gelosie».

I MESI CON CONTE SQUALIFICATO – «È stata la mia gavetta. Ho imparato tanto e non le dico la soddisfazione quando in campo i giocatori replicavano quello che avevamo provato in allenamento.

I mesi della squalifica di Conte? Inizialmente sembrava che in panchina dovesse andare Baroni, che era l’allenatore della Primavera della Juve. In un’amichevole a Salerno Antonio mi disse che avrei guidato io la squadra. Fu soddisfatto e così proseguimmo. A volte mi faceva dirigere gli allenamenti, per mettermi a mio agio».

SEPARAZIONE DA CONTE – «Antonio doveva andare al Chelsea, ma non poteva portare tutto lo staff. A me arrivò la proposta dello Spartak Mosca. Conte non aveva ancora certezze sul numero dei collaboratori e allora andai. Ma sarei rimasto tutta la vita con Antonio».

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