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·28 giugno 2024

Conferenza stampa Spalletti pre Svizzera Italia: «Ecco come stanno Bastoni e Dimarco»

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Il commissario tecnico dell’Italia, Luciano Spalletti, ha parlato così in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Svizzera

Intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Svizzera Italia, il ct degli Azzurri, Luciano Spalletti, presenta così la sfida di domani valevole per gli Ottavi di Finale di Euro2024. Queste le sue parole con un focus sulle condizioni dei due difensori dell’Inter, Federico Dimarco e Alessandro Bastoni.

COME STANNO BASTONI E DIMARCO? – «Bastoni deve essere valutato. Oggi ha fatto un po’ di allenamento e questo ci ha già fatto tirare un sospiro di sollievo. Dimarco non è recuperabile, è out. La squadra giocherà con un qualcosa che assomiglia ad una difesa a 4, dovremo essere più offensivi rispetto a quanto visto».


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FAGIOLI TITOLARE? – «Ai giovani che spingono bisogna creargli lo spazio che meritano. Lui attraverso la sua naturalezza nell’esercitare il ruolo fa vedere questo, serve solo avere coraggio di dargli lo spazio che merita».

SULLA SVIZZERA – «La Svizzera ha un blocco squadra unitissimo, anche se riparti è difficile trovarli lunghi tra i reparti. Hanno la modernità di stare addosso con la linea difensiva, non difendono la porta, leggono sempre la porta, la palla che noi stiamo gestendo. A volte c’è possibilità di andare dietro la linea, perché staranno sempre alti. Se non sei pronto nella loro aggressione diventa difficile ragionare. Dobbiamo migliorare, i primi minuti dei secondi tempi non mi sono piaciuti perché abbiamo fatto qualcosa al di sotto delle nostre possibilità. Servirà l’equilibrio del secondo tempo con la Croazia, siamo stati alti con una squadra offensiva e non abbiamo sofferto quasi niente. Fino all’ultimo secondo siamo stati con la testa, con forza mentale ed energia fisica convinti di potercela fare. E’ stato un miracolo voluto. Per me il pareggio è una cosa corretta per quella partita, poi è chiaro che se lo raggiungi agli ultimi 3 secondi sei fortunato, ma la ricerca è stata quella e siamo stati premiati. Quei 2-3 che sono stati presi ad esempio per aver fatto il loro dovere non sono contenti di questo, dell’essere divisi dalla squadra, perché vogliono condividere tutto».

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