Conferenza stampa Chivu: «Allenare l’Inter è una grossa responsabilità. Ho sentito Inzaghi e Mourinho. Ecco i nostri obiettivi» | OneFootball

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Inter News 24

·14 giugno 2025

Conferenza stampa Chivu: «Allenare l’Inter è una grossa responsabilità. Ho sentito Inzaghi e Mourinho. Ecco i nostri obiettivi»

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Conferenza stampa Chivu, il nuovo allenatore dell’Inter parla per la prima volta da tecnico nerazzurro negli Stati Uniti

Cristian Chivu si presenta al mondo Inter. Il nuovo allenatore nerazzurri detterà le basi del suo mandato davanti a un parterre ridotto di giornalisti, i pochi volati oltreoceano per assistere da vicino al Mondiale per club.

ONORE – «Lo avevo già fatto nelle giovanili. Arrivare qui è un senso grosso di responsabilità che voglio portare avanti, lo stesso che ho avuto quando sono venuto qui da giocatore. Sono ormai quasi 13 anni tranne una pausa che sono qui. Abbiamo la chat storica che va avanti. Il gruppo va avanti tutt’ora e per tutta la vita. Mi ha fatto piacere vedere Maicon e tutti i messaggi. Ci sono state anche dediche speciali che rimangono private».


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AL PASSATO – «Tornare alle radici, a cosa vuol dire l’interismo. Anche Marotta ormai lavora qui da tempo e ha capito di cosa si tratta. Io so bene cosa rappresenta, l’orgoglio, la lealtà e ciò che il club ha regalato ai tifosi e non solo nella sua storia. C’è anche il mio coraggio di essere qui ad allenare una delle squadre più forti d’Europa. Lo dice il campo. Bisogna portare avanti quello di buono è stato fatto, accettando che nel calcio si può vincere e perdere. Quando le cose sono fatte per bene in campo e in società, la strada da percorrere è sempre più bella»

IL PROGETTO – «E’ un nuovo, vecchio progetto. Il percorso fatto da questa squadra, ciò che è stato creato dal club e dai ragazzi, così come dallo staff che c’era prima, bisogna portarlo avanti. Bisogna essere consapevoli che l’Inter ha bisogno di questo tipo di atteggiamento, di questo tipo di ambizione. L’asticella è stata alzata negli ultimi anni e bisogna continuare su questa linea, avendo fiducia e autostima. Vogliamo lavorare per bene, per la squadra e la società, per mantenerla dove si trova in questo momento».

MONDIALE – «E’ un grande onore essere qui a giocare questo grande torneo. E’ la prima volta che questa competizione arriva, ognuno farà del proprio meglio per vincere. E’ qualcosa di nuovo, nonostante sia ancora nella vecchia stagione. Noi daremo del nostro meglio per fare bene in questa competizione. Conosco bene questo club, sono qui da tanto tempo. Nel mio periodo all’Under 19 sono stato con diversi di questi ragazzi, non so se mi chiameranno ‘mister’ o per nome, ma so di che qualità dispongono. Alcuni saranno delusi da come è finita la scorsa stagione, ma hanno fatto un percorso fantastico. E questo è molto importante»

MIKI – «Non è questione di età, ma di qualità umane e tecniche dei giocatori. Quando hai sempre la stessa motivazione, l’età è solo un numero. Il modo in cui Mkhitaryan si allena e gioca è qualcosa che non si può discutere. Spero troverà ancora la stessa motivazione e le stesse energie, in questi giorni le ho viste. Noi dobbiamo lavorare duro, farlo per la storia del club e per ciò che rappresenta. Dobbiamo tutti lavorare per mostrare la versione migliore di noi stessi».

LAVORO – «Abbiamo iniziato a prepararci, pur avendo appena tre giorni per lavorare. Loro hanno cambiato tecnico, ma li rispettiamo tanto, così come rispettiamo qualsiasi avversario. Qui ci sono le 32 migliori squadre al mondo, tutte hanno le stesse chance e faranno del loro meglio».

LA TRATTATIVA – «E’ stata una sorpresa. In base a ciò che avevo fatto negli ultimi tre mesi, l’intenzione era di continuare a Parma. Poi è arrivata la chiamata dell’Inter che ha voluto un incontro e la prima cosa che ho chiesto è stata di chiamare Cherubini per il permesso, per un senso di ringraziamento verso un club che mi aveva dato tanto. Poi chiaro che se chiama l’Inter è motivo di orgoglio e onore, in questo momento sono qui, per cui ciò che è accaduto conta poco»

INZAGHI – «E’ stata una sorpresa. In base a ciò che avevo fatto negli ultimi tre mesi, l’intenzione era di continuare a Parma. Poi è arrivata la chiamata dell’Inter che ha voluto un incontro e la prima cosa che ho chiesto è stata di chiamare Cherubini per il permesso, per un senso di ringraziamento verso un club che mi aveva dato tanto. Poi chiaro che se chiama l’Inter è motivo di orgoglio e onore, in questo momento sono qui, per cui ciò che è accaduto conta poco».

BILANCIO – «Stagione anomala, ma bella. Noi non dobbiamo dimenticare il percorso che la squadra ha fatto. Bisogna ripartire da quello, perché una stagione non si può solo giudicare dal non aver alzato il trofeo. Conta il percorso, così come la crescita della squadra e dei ragazzi, senza perdere di vista il fatto che il dovere di una squadra e di un allenatore è di dare sempre il massimo. Si può vincere, si può perdere. Non è una stagione fallimentare per me, due mesi prima si parlava di una squadra che aveva eliminato il Bayern e il Barcellona, che era prima in Serie A ed era considerata una delle squadre più belle e forti d’Europa. Tutto questo non bisogna negarlo, né dimenticarlo. Il fallimento non esiste nel calcio, perché bisogna sempre provarci fino in fondo. Esiste solo quando pensiamo alle scuse e agli alibi. In questi giorni in cui sono stato con loro la squadra non mi è sembrata cercare colpevoli»

OBIETTIVI – «Non dimentichiamo che la stagione non è ancora finita. Dobbiamo portare il nome dell’Inter in giro per il mondo, per cui siamo qui per fare del nostro meglio e raggiungere qualcosa di importante. Voglio far bene in questa competizione e far tornare fiducia e autostima in questi ragazzi meravigliosi. Bisogna trovare le energie per onorare questa competizione. Del futuro parleremo più avanti, quando la competizione finirà anche per noi. Se guardiamo troppo al futuro, ci dimentichiamo cosa fare in questo momento

COSA DARE – «Dal punto di vista umano, tutto quello che ho. Quello che ho accumulato negli anni in questo club, dal rispetto alla riconoscenza, al carattere e all’interismo. Questa maglia, questa squadra mi ha fatto innamorare e mi è rimasta nel cuore. Poi professionalmente dovete deciderlo voi, non sono qui per dire se sono bravo o no. Ma dal punto di vista umano, darò tutto quello che ho».

STRASCICHI – «Perdere una finale di Champions non è mai facile. Nel 2010 l’unico pensiero che mi è passato per la mente era “e se la perdo?”. Ho detto ai ragazzi che hanno fatto un percorso importante e questo non bisogna dimenticarlo. Poi abbiamo l’ambizione per riprovarci di nuovo, un club come l’Inter ha l’obbligo di ambire a cose importanti. Qui bisogna onorare la competizione, rispettando le aspettative di coloro che hanno alzato l’asticella di questa squadra. Mourinho? L’ho sentito al telefono. Sì, abbiamo parlato».

FORMAT – «E’ una competizione bella, internazionale. Hanno il loro fascino queste competizioni, c’è tanta imprevedibilità e voglia di far vedere il calcio allo stile puro. Si affrontano squadra contro cui non sei abituato a giocare, più spensierate e magari meno preoccupate. La nostra squadra ha sempre partecipato a competizioni europee e questo può aiutare, ci sono anche tanti nazionali, per cui siamo pronti per fare questo filotto ogni quattro giorni».

PARMA – «Ho fatto del mio meglio per raggiungere l’obiettivo che il Parma mi aveva imposto. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Quello che ho vissuto è stato bello e intenso, quando poi raggiungi l’obiettivo è ovviamente ancora più bello. Impari a non lamentarti, a trovare soluzione a trasmettere fiducia. Impari a nascondere qualche difetto, andando sempre in avanti: questo deve fare un allenatore. Sarebbe troppo facile pensare di stare su una poltrona. Bisogna sistemare mille cose da allenatore, senza lamentarti»

LO STAFF – «Il mio vice sarà Kolarov, che tutti voi conoscete. Mario Cecchi rimane come collaboratore tecnico, insieme ad Angelo Palombo. Rapetti e Franchini saranno i preparatori atletici, mentre a Spinelli si aggiunge Paolo Orlandoni come preparatore dei portieri. E’ uno staff competitivo, di persone esperte e di grande qualità. Sono sicuro faremo belle cose assieme».

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