PianetaSerieB
·2 febbraio 2023
Como, Gomis: “Nessuno prima in Italia puntava su portieri africani. Via perché non mi sentivo apprezzato”

PianetaSerieB
·2 febbraio 2023
Alfred Gomis, neo estremo difensore del Como, ha rilasciato un’interviste sulle colonne de Laprovinciadicomo.it soffermandosi sulla trattativa che lo ha portato in Lombardia e sulle sue prime sensazioni nella nuova avventura con la compagine lariana.
Sono stato cercato con forza. Poi possiamo aggiungere tante altre cose, che volevo tornare in Italia a chiudere il cerchio, che avevo anche altre offerte. Ma la differenza l’ha fatta l’insistenza con cui il Como mi ha cercato. È bello sentirsi apprezzati. Così ho detto: non importa se c’è da fare un piccolo passo indietro, è una bella occasione.
Quello che ormai sanno tutti. Un bel progetto, ambizioso. La volontà, adesso, di tirarsi fuori da una situazione di classifica da sistemare. Ma ci sono i presupposti per farlo.
Tutto bene. Devo ancora scoprire tutto, anche della città, non ho ancora fatto nemmeno due passi in centro. Però tutto bene, esordio a Brescia con un successo, la gente contenta. Bene, no?
Tutto ok, sono andato a prendere la palla nel punto più in alto della traiettoria, ma nessun problema.
Perché non mi sentivo apprezzato sino in fondo. C’era sempre qualcosa da dire, allora ho cambiato per prendermi delle soddisfazioni. Dare delle risposte.
Direi di sì. Quando mi chiedono se lo rifarei, rispondo di sì, perché l’esperienza dei tre anni in Francia mi ha dato la possibilità di fare esperienze, tipo in Champions League, che forse in Italia non avrei fatto perché la Champions in Italia la fanno l’Inter, la Juventus o il Milan e non è per nulla certo, anzi, che una di queste squadre mi avrebbe dato una possibilità.
Riallaccio i fili della storia. Sono nato in Senegal, ma sin dalla giovane età sono stato in Italia, ho cominciato dalle giovanili del Torino, normale che abbia un discorso da terminare. Poi, alla fine dei sei mesi non si può immaginare cosa succederà. Intanto giochiamo, poi vediamo.
Domanda facile e risposta facile: quando sono andato via io, a nessuno sarebbe venuto in mente di affidare il ruolo del portiere a un numero 1 africano. Sono tornato e mi ritrovo con due squadroni citati prima su tre con portieri neri, Maignan e Onana. Vuol dire che i pregiudizi sono finiti. Mi ricordo quando ero ragazzo che si diceva: un portiere nero? E perché? Impossibile.
Mah, la cosa più importante è che il calcio africano è cresciuto molto. Adesso il Marocco ha fatto quello che nessuno era mai riuscito a fare, raggiungere una semifinale mondiale. In questo in Africa ci si sente molto più continente rispetto all’Italia. Qui se vince la Francia non è che necessariamente i tifosi dell’Italia sono contenti. In Africa è diverso.
Motivi extracalcistici. Capitò in un mio viaggio nel mio paese. Vidi cose molto brutte, che mi segnarono. Decisi che avrei giocato per il Senegal per essere anche un esempio per chi voleva cambiare le cose.
Aver vinto la Coppa d’Africa, perché ho visto una gioia della gente impressionante. Quanto regali gioia è una bella sensazione.
Facile. Se in Francia ci sono 5mila persone di colore in tribuna è molto più difficile che il resto dello stadio si metta a fare certe cose, anche solo per il piacere di dileggiare e non per razzismo.
Sì, mi piacciono le autobiografie. Sportive ma non solo sportive. Leggere è importante per aprire la mente.
Visualizza l' imprint del creator