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·13 luglio 2020

Come Patrik Schick è rinato a Lipsia

Immagine dell'articolo:Come Patrik Schick è rinato a Lipsia

Quando a inizio stagione Patrik Schick è arrivato in Germania, firmando con il Lipsia, tutti si aspettavano da lui il riscatto dopo due anni alla Roma in cui – con 8 gol in 58 presenze – aveva deluso profondamente. Invece fino a metà novembre la situazione sembrava ancora più critica: in 2 mesi da giocatore dei Roten Bullen, il ceco aveva collezionato – fino all’undicesima giornata – solo 27 minuti, decisamente anonimi, in Bundesliga contro il Bayer Leverkusen. Un problema alla caviglia infatti lo aveva fino ad allora tenuto praticamente sempre lontano dal campo e gli scettici già gridavano al fallimento.

Il classe 1997 ha poi smentito tutti, terminando la stagione con 10 gol e 2 assist in 22 presenze in Bundesliga, oltre a un assist in Champions League. Il Patrick Schick di Lipsia ha dimostrato di essere un attaccante forte e completo sotto ogni punto di vista, mentre è Roma stato etichettato come flop clamoroso. Per capire perché il ceco ha fallito nella Capitale italiana ed è rinato a Lipsia bisogna analizzare e confrontare ogni aspetto delle due stagioni passate a Roma e quella appena trascorsa in Germania.


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Schick è arrivato a Roma nel 2017, dopo una buonissima stagione alla Sampdoria dove si era guadagnato il titolo di fenomeno predestinato e a fronte di una spesa di 42 milioni, che lo ha reso l’acquisto più costoso della storia del club: chiaramente da lui ci si aspettava un grande rendimento, specie in una piazza calda e pronta a contestare spesso al primo errore, come quella romanista. Al contrario, a Lipsia Schick, arrivato in cerca di rilancio, ha trovato un ambiente ambizioso ed esigente, ma non bollente e critico. Lo stesso Schick ha dichiarato di essersi sentito molto più a suo agio nella città sassone:

“Qui c’è la possibilità di giocare in un ambiente con minore pressione rispetto a Roma, c’è la possibilità di rimanere più anonimo rispetto a quanto accade nella Capitale italiana”.

Probabilmente quindi il trasferimento a Lipsia ha abbassato le pressioni sul ragazzo, ma è anche vero che l’ex Roma è stato messo nelle condizioni migliori anche dal punto di vista tecnico e tattico: nella squadra di Nagelsmann, Schick viene schierato in un tandem offensivo – come avveniva alla Sampdoria, dov’è esploso – nel ruolo di prima punta atipica in coppia con Werner, ma con la libertà di muoversi su tutto il fronte, come avveniva alla Sampdoria. Il ceco, grazie alla sua agilità, velocità e fine tecnica, riesce a sfruttare gli ampi spazi, per poi puntare verticalmente l’area di rigore e tirare in porta: molti dei suoi gol quest’anno sono arrivati così. Ha anche la capacità di dialogare costantemente e giocare di sponda con i compagni di squadra – la prima punta, gli esterni o i centrali di centrocampo: ha potuto sfruttare questa pienamente questa sua caratteristica nel ruolo.

Al contrario, nella Roma Schick era stato acquistato per ricoprire il ruolo di prima punta: questo ha comportato problemi tattici, perché quella di prima punta è una posizione che determina spazi stretti e che ha inevitabilmente ha impedito al ceco di esprimere al meglio le sue qualità. Inoltre, a Roma molto spesso Schick è partito da riserva di Dzeko, accomodandosi in panchina e accontentandosi di pochi minuti da subentrato: tutto questo ha rappresentato un problema di continuità che ne ha influenzato il rendimento. Al Lipsia invece si è spesso alternato con Poulsen per spalleggiare Werner, trovando regolarmente il posto da titolare e rappresentando un’ottima risorsa quando è partito dalla panchina.

Infine, Patrik Schick al Lipsia ha trovato un’arma non indifferente: Julian Nagelsmann. Il giovane allenatore è stato il primo a credere in lui, a partire dall’acquisto stesso del giocatore, voluto fortemente dal tecnico bavarese. Appena il ceco è rientrato dall’infortunio, Nagelsmann, dopo avergli subito concesso il quarto d’ora finale contro il Colonia alla dodicesima, lo ha schierato dal primo minuto nei successivi tre match contro Paderborn, Hoffenheim e Fortuna Düsseldorf. Con due gol – uno dei quali, il primo, su un’azione individuale meravigliosa – e un assist in queste tre partite, il ceco ha pienamente ripagato la fiducia del mister, che lo ha sempre voluto con sé e che non ha mai perso occasione per elogiarlo e apprezzarne le doti:

“Patrik mi piace, lo volevo anche ai tempi dell’Hoffenheim, poi non se ne fece nulla. Ha grande talento e grandi qualità, è un giocatore da sogno per me. Ha mostrato molti buoni momenti; attacca molto bene e si vede chiaramente che ha fiuto per il gol”.

Il prestito di Patrik Schick al Lipsia è appena scaduto, ma il club dell’ex DDR è intenzionato a rinnovare l’accordo con la Roma: Nagelsmann, Krösche e Mintzlaff vogliono fortemente trattenere il ceco, anche lui favorevole a rimanere in Germania. Per dimostrare chi è e cosa vale, che a Roma si sono sbagliati sul suo conto, che può realmente fare la differenza. La strada è ancora lunga, ma le premesse sono indubbiamente buone.

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