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·17 settembre 2024

Clima 🔥 in casa City: vietate domande a Guardiola sul processo del FFP

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Se in campo le cose per il City vanno benissimo, fuori dallo spogliatoio, si respira tutt’altra aria. Il Manchester City è infatti oggetto di 115 capi di accusa. Le ragioni fondamentali delle imputazioni mosse alla società guida del City Football Group sono tre: aver gonfiato il valore degli accordi di sponsorizzazione, dietro ai quali sarebbero stati celati versamenti dalle proprietà; di aver effettuato pagamenti segreti a un proprio allenatore e all’agente di Yaya Touré; di aver in questo modo violato le regole relative al fair play, sia quelle previste dalla Premier League che dalla UEFA.

Le accuse sono pesanti, oltre che numerose. E le conseguenze potrebbero essere gravi, anche perché, in fin dei conti, al City viene imputato di aver costituito un meccanismo che consentiva la sistematica violazione delle regole per un periodo molto lungo, addirittura quattordici stagioni. Si potrebbe arrivare alla revoca dei titoli vinti in questo lasso di tempo, ma anche alla retrocessione o peggio. Del tema è stata incaricata una commissione di tre persone, le uniche a sapere nel dettaglio i termini dei capi di accusa: a tal proposito, diversi club di Premier hanno criticato l’esplicita segretezza attorno a tutto il processo.


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Le udienze, in un luogo tenuto segreto finché il Daily Mail non ha rivelato che si trattasse dell’International Dispute Resolution Centre di Londra, sono iniziate nella giornata di ieri e dovrebbero concludersi per il mese di ottobre.

E la segretezza resta il mantra di casa City. Nella conferenza stampa di Pep Guardiola non sono state ammesse domande che trattassero il procedimento. Con ogni probabilità, l’allenatore catalano le avrebbe comunque dribblate: l’embargo, in ogni caso, certifica che, si diceva all’inizio, il clima è tutt’altro che sereno. Lo riporta TMW

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