Calcionews24
·10 ottobre 2024
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Da quest’anno Claudio Ranieri è fermo, anche se non esclude del tutto un ritorno al mestiere che ama. E da allenatore attento a quel che succede, ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport su svariati argomenti del nostro calcio.
TORNARE IN PANCHINA – «La tentazione di tornare subito c’è stata, lo ammetto, ma alla fine ho resistito. La mia idea resta la stessa di fine maggio: aspetto un’avventura che mi stuzzichi, qualcosa di simpatico, preferibilmente una nazionale europea. A livello di club penso di aver chiuso, ma poi sapete come è strano il calcio: mai dire mai…».LA JUVE DI MOTTA – «Quella della Juventus è stata una vera rivoluzione, anche culturale. Si è lasciato un modo di giocare per abbracciarne un altro. A prescindere dai gusti, il cambiamento è stato notevole. La Juve di Motta era un punto interrogativo dopo tutti i cambiamenti, anche negli uomini. Thiago è stato rapido a trasmettere e convincere la squadra delle proprie idee. E adesso si ha la certezza che la Juventus lotterà con l’Inter e con il Napoli. Conte è un vincente, è partito forte e alla lunga non giocare le Coppe qualche vantaggio glielo darà visti i calendari intasati delle altre».LE DIFFICOLTA’ DI DOUGLAS LUIZ – «Di solito chi arriva dalla Premier e dalla Germania ha un motore ben rodato, però la Serie A è un campionato particolare a livello tattico e la Juventus un top club. Fa strano sì, anche se Douglas Luiz non è il primo caso di giocatore che impiega dei mesi per ambientarsi e non sarà l’ultimo. Platini, che è stato uno dei migliori della storia, ha sempre ammesso di aver faticato inizialmente a Torino. Ogni ragazzo ha i propri tempi: Koopmeiners si è già ambientato. E Conceiçao, con il suo mix di fantasia e dribbling, soprattutto adesso che in pochi lo conoscono, può risultare parecchio velenoso».VLAHOVIC COME BATISTUTA – «Dusan è un centravanti fortissimo, mi piace davvero tanto. Mi chiedo ancora come si faccia a metterlo in discussione quando non segna per tre partite. Tutti gli attaccanti vivono momenti nei quali la palla non entra. Poi si sbloccano e non si fermano più, proprio come Vlahovic. Ma non facciamo paragoni con epoche diverse. Batistuta è stato un nove unico: nemmeno Haaland accosterei a Bati. E parliamo di un bomber che nel City di Guardiola realizzava caterve di gol».IL PARMA – «Il Parma ha dei talenti interessanti, Bernabé e Bonny su tutti. E quanto è bravo Man».SCUSE – «Ho vissuto diverse stagioni con il pensiero di dovermi scusare con Laurent Blanc e Alemao. Ai tempi del Napoli sbagliò Ferlaino a venderli e io ad avallare le loro decisioni. Per fortuna, a distanza di qualche anno da quell’estate 1992, ho incontrato e chiesto scusa a entrambi di persona».