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·11 aprile 2019

Cinque giocatori che non ricordavi in maglia Arsenal

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Sfida dal sapore di Champions League quella tra Napoli e Arsenal per i quarti di finale di Europa League. Una partita che manderà ai quarti quella che probabilmente diventerà la vera favorita per la vittoria finale. I Gunners in questi anni però non sono riusciti a mostrare tutto il loro valore e molti giocatori non si sono rivelati all’altezza. Questi sono cinque giocatori che probabilmente non ricordavi in maglia Arsenal.

YOSSI BENAYOUN Forse il miglior giocatore israeliano della storia, figura importante della Premier League dei primi anni del 2000 Yossi Benayoun può dire di aver vestito molte delle più importanti maglie d’Inghilterra. Dopo gli inizi in patria con Hapoel Beer Sheva e Maccabi Haifa fu la Spagna ad accorgersi del suo talento e a portarlo nella penisola iberica fu il Racing Santander. Tre ottime stagioni dove dimostrò la sua grande passione per mandare in porta i compagni. Il West Ham fu la sua prima squadra britannica e con Tevez fu tra i protagonisti della pazzesca salvezza 2006-07. A fine anno l’Apache andò al Manchester United, mentre Benayoun ai rivali del Liverpool. Senza dubbio furono i suoi migliori anni e nel 2009 sfiorò il titolo di campione d’Inghilterra. I Reds entrarono in una fase critica e buia della loro storia e nel 2010 passò al Chelsea ma gli infortuni si susseguirono. Alla fine della prima stagione i Blues lo mandarono in prestito per un anno all’Arsenal dove riuscì a farsi valere risultando importante per la squadra, ma non venne riscattato. Ancora qualche anno in giro per l’Inghilterra prima del ritorno in Israele dove gioca tuttora con il Beitar Gerusalemme.


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MAROUANE CHAMAKH Una delle più grandi delusioni della gestione Wenger e probabilmente di tutta la storia dell’Arsenal. Il centravanti nato in Francia ma marocchino di passaporto fece vedere cose eccelse nel Bordeaux e soprattutto fu la stagione 2009-10 a consacrarlo come sicuro talento del calcio europeo. A ventisei anni sembrava maturo per il grande salto di qualità e una splendida Champions League con i girondini l’avevano messo nel mirino di molte delle mie squadre continentali. L’Arsenal bruciò la concorrenza e lo acquistò pensando di aver preso un grande attaccante. A Londra invece furono molti di più gli errori clamorosi che i gol fatti e giocando titolare per buona parte del campionato nel primo anno arrivarono solo sette gol, un bottino che lo mise ai margini della squadra nella stagione successiva. Addirittura solo un gol nella sua seconda annata londinese e la messa fuori squadra nella sua terza annata che lo costrinse ad andarsene prima al West Ham e poi al Crystal Palace dove continuò a essere lontano parente di quello ammirato a Bordeaux. Si ritirò a trentadue anni dopo pochi mesi dal suo arrivo al Cardiff nel 2016.

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KIM KÄLLSTRÖM Centrocampista svedese in grado di impostare e di recuperare palloni, Kim Källström è stato un simbolo del calcio scandinavo. Quarto giocatore con più presenze in nazionale, ben centotrentuno, e una carriera passata in gran parte in Francia. Dopo gli inizi in patria con Hacken e Djurgården passò nel gennaio del 2004 al Rennes con il quale si impose alla platea come giocatore in grado di calciare da fuori e con ottime abilità nell’inserimento. Nel 2006 passò ai pluricampioni del Lione e anche qui non sfigurò, anzi fu tra i protagonisti dei titoli del 2007 e del 2008. Dopo tanti anni passati alla Gerland decise di cambiare aria e accettò l’offerta dello Spartak Mosca, ma dopo un anno e mezzo sentì il bisogno di provare un’altra esperienza. Nel gennaio 2014 fu l’Arsenal a prenderlo in prestito ma l’avventura fu molto sfortunata. I Gunners lo acquistarono nonostante avesse una vertebra fratturata e questo infortunio ne condizionò il rendimento. Solo tre partite prima del ritorno in Russia e il successivo finale di carriera tra Grasshoppers e Djurgården.

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EMMANUEL PETIT Sono pochi i giocatori che possono dire di aver segnato in una finale di Coppa del Mondo ed Emmanuel Petit è uno di questi privilegiati nonostante fare gol non sia proprio il suo mestiere. Nato a Dieppe in Normandia passò tutta la sua gioventù dall’altra parte della Francia, al Monaco. Debuttò a soli diciotto anni del 1988 e restò con i monegaschi fino al 1997. L’interdizione e la grinta messa in campo furono da sempre la sua arma migliore che gli permisero di diventare titolare della nazionale già a vent’anni. Con l’approdo di Wenger all’Arsenal Petit fu uno dei primi giocatori a essere richiesti dal tecnico transalpino e la scelta fu ampiamente ripagata. Imparò a inserirsi e segnò più nei tre anni con i Gunners che nel resto della sua carriera e nel 1998 vinse Premier League e Mondiale. La sua rete con il Brasile a tempo quasi scaduto fu oscurata dalla fantastica doppietta di Zidane ma il contributo di Petit a quella Francia fu fondamentale. Finì la carriera con il Barcellona e con il Chelsea quando si ritirò nel 2004.

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SYLVINHO Terzino poco spettacolare, molto più europeo che brasiliano Sylvio Mendes de Campos Júnior, meglio conosciuto come Sylvinho ha passato gran parte della sua carriera nel Vecchio Continente vestendo anche maglie prestigiose. Dopo gli inizi con il Corinthians a venticinque anni venne scoperto dall’Arsenal che lo portò dalle parti di Londra. Con i Gunners l’esperienza fu di luci e ombre con tanta panchina e qualche partita negativa. Restò però per due stagioni e furono fondamentali per lui per capire i ritmi europei. Nel 2001 arrivò la cessione e fu il Celta Vigo ad acquistarlo e fu proprio con i galiziani che esplose. Tre anni favolosi dove riuscì a portare la squadra anche in Champions League ed essere inserita nel girone con Milan e Ajax. La grande emozione per l’esperienza europea portò però a una triste Liga che si chiuderà incredibilmente con la retrocessione. Fu il Barcellona allora ad acquistarlo e nei primi anni fu titolare con Rijkaard in panchina e vide costruire la leggenda del Barcellona. Due Champions League vinte nel 2006 e nel 2009 prima di passare al Manchester City con il quale chiuderà la carriera nel 2010.

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