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·18 settembre 2019
Cinque giocatori che han giocato sia per l’Atlético Madrid che per la Juventus

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·18 settembre 2019
Atlético Madrid e Juventus tornano ad affrontarsi pochi mesi dopo il pazzesco ottavo di finale della passata stagione. Oggi però la sfida li vedrà contrapporsi per la prima partita di un girone che le vede come le due grandi favorite. Due potenze del calcio internazionale che negli ultimi anni hanno avuto qualche problema con le finali di Champions League ma che hanno visto grandi giocatori vestire entrambe le maglie ed ecco per voi cinque calciatori che hanno giocato sia a Madrid che a Torino.
CHRISTIAN ABBIATI Colonna e bandiera del Milan, protagonista assoluto di due scudetti rossoneri è stato un portiere sempre molto sottovalutato e poco tenuto in considerazione. Dopo gli inizi in quel di Monza venne acquistato dal “Diavolo” nel 1998 per fare da terzo portiere dietro a Lehmann e Sebastiano Rossi. Una serie di eventi, gli errori del tedesco e le squalifiche del romagnolo, lo portarono a essere titolare e a diventare un punto importantissimo nello scudetto di fine stagione. Rimase titolare fino al 2002, quando Ancelotti lo relegò in panchina preferendogli Dida e dopo qualche anno da secondo decise di andare in giro per prestiti. Torino fu per due anni la sua casa tra Juventus e Toro, ma fu nel 2007 l’anno del suo vero rilancio. L’Atlético Madrid lo acquistò come riserva di Leo Franco ma si guadagnò il posto da titolare disputando una grandissima stagione dove contribuì al ritorno dei Colchoneros in Champions. Tornerà a fine stagione al Milan, questa volta da titolare e ci resterà fino al 2016, anno del suo ritiro.
DIEGO RIBAS DA CUNHA Avrebbe dovuto essere l’uomo della rinascita della Juventus e invece fu una delle più grandi delusioni. Diego era arrivato a Torino forte di due Cope América con il Brasile nel 2004 e 2007 e dopo i grandi inizi in patria con il Santos era approdato in Europa nel 2004 a Oporto. Il compito era quello arduo di non far rimpiangere Deco appena partito per Barcellona, ma in Portogallo le cose non andarono nel migliore dei modi. L’ambientamento al calcio europeo fu più lento del previsto e dopo due anni andò in Germania al Werder Brema dove fece la sua fortuna e quella del club. Nel 2007 venne nominato miglior giocatore della Bundesliga e le sue giocate non passarono inosservate e così nel 2009 la Juventus lo acquistò presentandolo come un nuovo messia. Dopo il grande inizio con la doppietta a Roma però il brasiliano iniziò a intristirsi e a calare di rendimento e dopo solo un anno tornò in Germania al Wolfsburg. Un anno e tanti problemi con l’allenatore Magath fecero si che venne mandato in prestito all’Atlético dove riuscì parzialmente a risollevarsi accettando un ruolo secondario. Tornò alla casa base un anno dopo per poi essere rispedito ancora a Madrid e guadagnarsi la finale di Champions League del 2014 risultando decisivo nell’eliminazione del Barcellona con un super gol al Camp Nou. Il tutto non bastò per la conferma e dopo la cessione al Fenerbahçe tornò in Brasile al Flamengo.
JUAN ESNÁIDER In Spagna ha girato molte squadre e in tutte ha lasciato un buon ricordo, ma in Italia le cose andarono molto male. Juan Esnáider è nato in Argentina ma a diciotto anni venne portato in Europa dal Real Madrid per giocare con la squadra B e diventare un giocatore di primo piano tanto da guadagnarsi la prima squadra. Con i blancos però non giocò molto e venne ceduto al Saragozza dove vinse una Coppa delle Coppe nel 1995 segnando in finale contro l’Arsenal. Tornò al Real, ma al Bernabéu fallì ancora e così furono i cugini dell’Atlético a tesserarlo e con i Colchoneros ritornò grande. Sedici gol in Liga, ma un pessimo rapporto con il tecnico Radomir Antić lo costrinse a fine anno a lasciare la Capitale per andare a Barcellona, sponda Espanyol. Il numero di reti iniziò a diminuire, ma nonostante questo Carlo Ancelotti vedeva in lui una buona alternativa in attacco e lo fece acquistare dalla Juventus, ma a Torino non lasciò buoni ricordi segnando solo due gol tra Coppa Italia e Coppa Uefa rimanendo a zero centei in Serie A. Tornò dopo un anno a Saragozza ma da qui iniziarono vari problemi fisici che lo porteranno a ritirarsi a trentadue anni quando vestiva la maglia del Newell’s Old Boys.
VLADIMIR JUGOVIĆ Mastino del centrocampo in grado anche di eseguire ottimi inserimenti, Vladimir Jugović è stato uno dei centrocampisti più apprezzati negli anni ’90 in Serie A. A portarlo in Italia fu la Sampdoria nel 1992 dopo che un anno prima aveva vinto la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa e a Genova dimostrò tutto il suo talento e la sua classe trovando la via del gol ben diciotto volte in tre anni. Nel 1995 la Juventus campione d’Italia capì che aveva bisogno di un giocatore con le sue caratteristiche e fu decisivo nella conquista della Champions League bianconera grazie a un altissimo rendimento e al fatto che fu sua la rete decisiva dal dischetto che regalò la Coppa agli uomini di Lippi. Resterà anche l’anno dopo vincendo il suo primo e unico Scudetto prima di passare alla Lazio. Dopo tanti anni in Italia era però tempo di cambiare e l’Atlético Madrid lo portò in Spagna, ma la travagliata stagione dei Colchoneros non lo aiutò nell’inserimento in Liga e così, dopo una stagione, tornò nel Belpaese questa volta all’Inter, prima di passare per Francia, Austria e Germania.
RUBÉN OLIVERA Quando la Juventus lo prelevò giovanissimo dal Danubio tutti erano convinti che i bianconeri avessero preso un futuro campione. Le sensazioni erano positive e il debutto con la nazionale uruguaiana a soli diciotto anni faceva ben sperare. Lippi lo utilizzò con il contagocce per i primi due anni, chiuso come era da grandi campioni di quella squadra, e allora nel gennaio del 2004 venne mandato in prestito all’Atlético Madrid. Anche in Spagna però lo spazio fu molto limitato e dopo sole due apparizioni tornò a Torino dove intanto era arrivato Fabio Capello. L’inizio della stagione 2004-05 fu il suo momento migliore con grandi prestazioni e gol decisivi e finalmente Olivera si stava prendendo la Juventus. Il suo rendimento però iniziò a calare e poco alla volta anche il tecnico friulano lo mise ai margini della squadra e dopo la scandalo Calciopoli venne prestato alla Sampdoria, ma anche qui fallì. Tante apparizioni per tutta la Penisola dando sempre quell’idea del potrei ma non posso, o non voglio, e ora El Pollo gioca in Serie D con l’Aprilia.
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