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·28 gennaio 2022

Cinque colpi molto interessanti del mercato di gennaio

Immagine dell'articolo:Cinque colpi molto interessanti del mercato di gennaio

Come da tradizione, l’inizio dell’anno solare coincide con l’inizio del mercato invernale, la sessione utilizzata dai club per cercare di coprire buchi di organico emersi dalla stagione in corso. O meglio, questa era in precedenza la funzione principale di questo slot, ma le trasformazioni del mondo del calcio negli ultimi anni hanno portato a rendere questa sessione utile per altri motivi.

Ho cambiato le trattative di mercato con i miei giocatori: abbiamo creato un gioco parallelo al calcio, il “Calciomercato”. Adesso in una settimana parliamo 2 giorni della partita e 5 di trasferimenti. Probabilmente i direttori sportivi mi odiano, ma io non mi odio. Faccio solo il mio lavoro.

Queste parole di Mino Raiola tracciano un profilo ben definito di cosa è diventato il calciomercato e, di conseguenza, ci fa intuire la principale finalità della sessione di gennaio. Chi acquista o vende per necessità di campo rappresenta un qualcosa di residuale in questo sistema, mentre la gran parte delle operazioni avviene per gestire i rapporti di forza tra i club calcistici e gli agenti dei calciatori.


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Con la spettacolarizzazione del calcio mercato, sono cresciute figure specifiche come il giornalista Gianluca Di Marzio (Foto: MIGUEL MEDINA/Getty Images – OneFootball).

Quest’ultimi hanno trovato sponda nella pigrizia da parte di molti club nell’investire in risorse interne per effettuare uno scouting capillare dei talenti, preferendo la consulenza dei procuratori, un po’ come fa un’azienda che decide di esternalizzare alcune funzioni organizzative. Per questo motivo molti trasferimenti rientrano in questa logica di interscambio tra società ed agenti, e sono sempre meno quelle squadre in grado di muoversi sul mercato con una strategia propria, giusta o sbagliata che essa sia.

Per questo motivo ho deciso di proporre cinque operazioni di mercato avvenute in questa finestra che rappresentano scelte in linea con un progetto tecnico riconoscibile, dove l’acquisto di un calciatore è considerato come un investimento che deve portare dei dividendi sportivi (miglioramento della squadra e/o del giocatore) ed economici (future plusvalenze in caso di cessione, aumento di valore del club) nel medio-lungo periodo.

Ricardo Pepi (da Dallas all’Augsburg, 16 milioni di euro)

Se per sbaglio qualcuno di noi si ritrova ad avere degli amici o dei colleghi americani appassionati di calcio, dovete sapere che da circa una decina di anni affermano con sicurezza che saranno in grado di vincere un mondiale senza aspettare troppo tempo. Non affermano questa cosa per il mero gusto di essere sfacciati come solo gli statunitensi sanno essere, ma perché la commistione tra la tecnica di base dei messicani emigrati negli States unita alla grande organizzazione e metodologia di lavoro tipica dello sport da quelle parti li porterà a scalare le gerarchie del calcio mondiale.

El Paso è una città del Texas posta esattamente al confine con il Messico, molto spesso questo è il punto di interscambio tra le due nazioni che rende questa città sostanzialmente bilingue e dove non è raro trovare persone di origine messicana che qui vivono e lavorano. In questo contesto è nato e cresciuto Ricardo Pepi, centravanti classe 2003 esploso in MLS nell’ultima stagione con la maglia di Dallas dove ha realizzato 13 reti, convincendo il commissario tecnico della nazionale statunitense Gregg Berhalter a buttarlo nella mischia nelle qualificazioni mondiali centroamericane dove, neanche a dirlo, ha bagnato il suo esordio con 3 goal nelle prime 2 partite.

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Pepi ha esordito immediatamente con la nuova maglia alla ripresa della Bundesliga (Foto: Alex Grimm/Getty Images – OneFootball)

Le prestazioni di questo gioiello non hanno lasciato alcun dubbio all’Augsburg che, con un investimento di quelli molto importanti – il più importante della storia del club sul mercato – ha deciso di portarlo sul percorso della Romanticstrasse per cercare nell’immediato dei goal che possano tirare fuori la squadra bavarese dai bassifondi della Bundesliga, ed allo stesso tempo disporre di un asset di non poco conto per una rivendita futura che possa dare ulteriore stabilità economica al club.

Pepi è un attaccante costruito per un tipo di calcio molto verticale, già a 18 anni mostra grandissima capacità di riconoscere lo spazio da attaccare e bruciare la linea difensiva avversaria alle spalle. In un contesto come quello della Bundesliga dove le difese alte rappresentano un elemento molto comune, questa sua capacità di associarsi con un compagno per poi lanciarsi in verticale potrebbe essere un’arma di non poco conto per l’Augsburg. Certo siamo di fronte ad un giocatore ancora da strutturare fisicamente (soffre i duelli individuali ed in particolare quelli aerei) ma è certo che la squadra tedesca abbia fatto un grandissimo affare.

David Neres (dall’Ajax allo Shakthar Donetsk, 12 milioni di euro)

Roberto De Zerbi ha iniziato una nuova avventura in questa stagione prendendo in mano una squadra dall’importante status come lo Shakthar Donetsk, una realtà che in questi anni si è distinta per un calcio molto tecnico e propositivo, dunque un terreno decisamente fertile per le idee del tecnico bresciano.

Per aumentare il livello tecnico della rosa a disposizione il club ucraino ha deciso di mettere a segno un colpo di mercato perfetto per quelle che sono le idee di De Zerbi. Dall’Ajax è arrivato David Neres, esterno offensivo brasiliano che tutti abbiamo ammirato nella magnifica cavalcata dei lanceri nella stagione 2018/2019.

Con l’esplosione di Antony in questa stagione i minuti a disposizione del giocatore cresciuto nel San Paolo sono progressivamente calati, per questa ragione la scelta del club di Amsterdam è stata quella di lasciarlo andare monetizzando dalla sua cessione.

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David Neres ha realizzato l’ultima rete con la maglia dell’Ajax in occasione della sfida di Champions contro lo Sporting (Foto: KENZO TRIBOUILLARD/Getty Images – OneFootball).

Si tratta di un giocatore perfetto per il calcio posizionale di De Zerbi. Ama giocare con i piedi ben piantati sulla linea laterale per poter allargare quanto più possibile lo schieramento difensivo avversario per essere servito e poter affrontare l’avversario in uno contro uno, oppure tagliando verso il centro del campo ed armare il suo sinistro. Nonostante lo scarso utilizzo in questa stagione, il brasiliano ha realizzato 4 goal e 2 assist, a dimostrazione che la perdita della titolarità è solo frutto degli infortuni della scorsa stagione che hanno portato Antony a scalare le gerarchie, e non certo un’involuzione del giocatore.

David Neres è un acquisto che mostra la piena fiducia del club del Donbass nel progetto di Roberto De Zerbi, inoltre viene inserito nell’organico un giocatore che seppur ventiquattrenne aggiunge esperienza internazionale ad una squadra dall’età media molto bassa. Insomma, per chi credeva che il binomio De Zerbi-Shakhtar potesse indebolirsi dopo l’uscita di scena dall’Europa è arrivata la risposta in questa sessione di mercato: il progetto non lascia ma raddoppia.

Kacper Kozlowski (dal Pogon Szczecin al Brighton, 11 milioni di euro)

Delle strategie societarie del Brighton abbiamo già approfondito in passato. Quello di Kacper Kozlowski è un colpo di mercato in continuità proprio con la strategia del club di investire su giocatori giovanissimi di importante prospettiva, per poi farli crescere in contesti tecnici adatti a renderli pronti per il salto in Premier.

Il giocatore arrivato dal Pogon Szczecin è, probabilmente, l’elemento più interessante di una nidiata di calciatori polacchi che a breve potrebbero dar via ad un ciclo importante non appena verrà chiuso quello dei Lewandovski, Zielinski e co.

Il neo-acquisto del Brighton è un classe 2003 già titolare in Estraklasa – 972 minuti giocati in questa stagione conditi da 3 goal e 2 assist – e nell’under 21 della Polonia, con cui a novembre si sono regalati una grande impresa vincendo per 4-0 sul campo della Germania dove si sono messi in luce altri due elementi sotto età per l’Under 21 e che stanno dimostrando anch’essi di avere una grande carriera di fronte. Uno è Nicola Zalewski, gioiellino che sta crescendo nel settore giovanile della Roma, l’altro è Jakub Kamiński, esterno offensivo acquistato in questa finestra di mercato dal Wolfsburg proveniente dal Lech Poznan, dove resterà parcheggiato fino a fine stagione.

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Kozlowski ha anche disputato una buona manciata di minuti nell’ultima edizione degli Europei con la maglia della Polonia (Foto: MAXIM SHEMETOV/Getty Images – OneFootball).

Kozlowski è un giocatore che fa del mezzo spazio il suo habitat naturale, è in quella fetta di campo che si muove per ricevere palla. Poco importa se la posizione del corpo non è ottimale per creare qualcosa di buono, non appena i compagni gli consegnano la sfera riesce a difenderla e guadagnare campo con il pallone tra i piedi. Secondo le statistiche, è il giocatore che ha guadagnato più metri di campo in conduzione in tutta la Estraklasa, un campionato dove il livello di atletismo è davvero molto alto.

Sembra un profilo perfetto per giocarsi un ruolo da protagonista della Premier League dei prossimi anni, nel frattempo il Brighton lo ha parcheggiato per questa seconda parte di stagione al Saint-Gilloise, la capolista del campionato belga, dove potrà mettersi in mostra in un contesto altrettanto aderente alle sue caratteristiche.

Jens Cajuste (dal Midtylland al Reims, 10 milioni di euro)

Il progetto del Midtylland è senza dubbio uno dei più interessanti d’Europa, mostrando come con pochi soldi ma tante idee è possibile fare calcio di qualità ed allo stesso tempo autosostenersi economicamente. La partecipazione della squadra danese alla fase a gironi della Champions League per la prima volta della propria storia nella stagione 20/21 ha permesso di mettere in mostra anche in un contesto più competitivo il valore di diversi elementi di prospettiva.

Tra questi uno dei giocatori ad essersi messo più in evidenza è Jens Cajuste, centrocampista svedese classe 1999, uomo d’ordine di centrocampo che ha mostrato di poter essere un elemento in grado di svolgere diverse funzioni, tra cui impostare il gioco (giocatore abbastanza pulito nei passaggi) ed anche proporsi in appoggio allo sviluppo dell’azione quando gioca accanto o davanti ad un altro mediano che resta in copertura.

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L’avventura di Cajuste al Reims è iniziata con due sconfitte in due partite. (Foto: DENIS CHARLET/Getty Images – OneFootball).

Per questo motivo il centrocampista svedese può essere schierato in un centrocampo a due e come vertice basso o mezzala in un centrocampo a tre. Tra le varie caratteristiche di cui dispone quella che emerge maggiormente è il suo dinamismo che gli permette di non tirarsi mai indietro quando c’è da affrontare un duello individuale contro un avversario.

I numeri parlano di un giocatore in grado di guadagnare campo palla al piede rischiando il dribbling anche nella propria metà campo, e soprattutto in grado di tenere testa nei duelli individuali: nella scorsa stagione ha viaggiato sulla media di 8 palloni recuperati a partita, di cui quasi la metà in zone avanzate del campo. Per gli appassionati di posizioni tattiche può benissimo essere un numero 4 o un numero 8.

Una serie di infortuni in questa stagione ne hanno minato in parte il rendimento ed hanno, a parere di chi scrive, ritardato il passaggio di consegne in nazionale dove, per caratteristiche, può avere un futuro floridissimo nei due slot al centro della mediana nel 4-4-2 archetipico della nazionale scandinava.

Il Reims ha deciso di investire su di lui 10 milioni di Euro, battendo per distacco la cifra più alta spesa sul mercato dal club della città dello Champagne. Con il suo arrivo la formazione allenata da Oscar Garcia potrebbe creare una coppia di grandissima prospettiva a centrocampo con Moreto Cassama, altro centrocampista multifunzionale a disposizione di una squadra dall’età media molto bassa, pronta nella prossima estate a continuare nella propria strategia di player-trading che l’ha portata in questa sessione di mercato a permettersi questo importante investimento.

Erik Botheim (dal Bodo Glimt al Krasnodar, 5 milioni di euro)

Lo scorso 21 ottobre rappresenta un ricordo da incubo per i tifosi della Roma, costretti a vedere la loro squadra crollare in uno stadio posto aldilà del circolo polare artico. Uno dei grandi protagonisti di quel 6-1 con cui il Bodo Glimt ha messo al tappeto la squadra di Mourinho è stato senza dubbio Erik Botheim, il centravanti della squadra norvegese, autore di una doppietta e tre assist.

Sono proprio le circostanze create e finalizzate dal centravanti norvegese in quella partita a mostrare un compendio delle sue qualità, ossia quella di numero 9 contemporaneo perfettamente inserito in un 4-3-3 giocato su livelli tecnici elevatissimi per quelle latitudini, in grado di generare situazioni da rete in quantità industriale nel corso di ogni partita.

Botheim è un attaccante che sa fare la punta, nel senso che è in grado di farsi trovare pronto al centro dell’area quando c’è da finalizzare la manovra offensiva dei propri compagni – ha un’elevata percentuale di tiri che centrano lo specchio rispetto alla somma dei tiri effettuati – , ma anche di venire incontro ai centrocampisti per attirare la linea difensiva avversaria per poi sfruttare la sua ottima tecnica nel premiare i tagli degli esterni offensivi.

Siamo di fronte, quindi, ad un attaccante perfetto per una squadra che intende giocare un calcio propositivo e tecnico, meglio se schierato con un 4-3-3 in grado di coprire al meglio l’ampiezza, la rifinitura e la profondità. Sarebbe stato un profilo ideale per molte squadre in Europa, ma a fare la mossa decisiva è stato il Krasnodar che sta sfruttando la pausa invernale del campionato russo per ripartire con un nuovo progetto tecnico.

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Daniel Farke si è seduto sulla panchina del Norwich per 208 volte (Foto: Marc Atkins/Getty Images – OneFootball).

Il club nero-verde ha mostrato anche negli scorsi anni di cercare un tipo di calcio molto tecnico e propositivo che li ha portati anche ad esordire nella scorsa stagione nei gironi di Champions League, eliminati dal Chelsea e dal Siviglia. Per ricominciare a mostrare questo tipo di calcio la società ha scelto di affidare la squadra a Daniel Farke, allenatore tedesco in grado di costruire un ciclo interessante in quel di Norwich, dove ha ottenuto due promozioni in Premier ma senza riuscire a rendere i canaries un club in grado di permanervi.

Il calcio di Farke si sposa perfettamente con le ambizioni del Krasnodar e con le qualità di Botheim, per questo motivo l’accoppiata sembra promettere molto bene e, vista la cifra spesa (5 milioni) potrebbe diventare un grande affare per il club del sud della Russia, facendo mangiare le mani a molti club situati al centro dell’Europa.

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