🏆Champions League, le icone: Sneijder brilla nella stagione del Triplete | OneFootball

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Saverio Grasselli·26 marzo 2023

🏆Champions League, le icone: Sneijder brilla nella stagione del Triplete

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Grandi momenti richiedono grandi giocatori e qui di seguito vediamo la stagione iconica dell’eroe dell’FC Internazionale Milano Wesley Sneijder, che assumerà il ruolo di ambasciatore FedEx a Istanbul per la finale di UEFA Champions League.


È giusto dire che l’Olanda ha vissuto una generazione d’oro a metà degli anni 2000, con Robin van Persie, Arjen Robben e Rafael van der Vaart. Ognuno di loro ha avuto una carriera incredibile, ma Wesley Sneijder non è stato da meno.


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Tutt’ora, con 134 presenze, è l’olandese con più apparizioni nella storia degli Oranje e ha raggiunto un traguardo che pochi altri possono vantare, giocando un ruolo fondamentale nella stagione della vittoria del Triplete nerazzurro.

Il talento in quegli scarpini c’è sempre stato, ma con José Mourinho all’Inter, nel 2009/10, abbiamo visto davvero il meglio di Wesley dopo il suo periodo difficile al Real Madrid.

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Dopo una fase a gironi di UEFA Champions League tranquilla ma costante, Sneijder si è preso il palco nelle fasi ad eliminazione diretta: 2 gol e 4 assist dagli ottavi in 7 partite, che sommati al girone F fanno un totale di 3 reti e 6 passaggi vincenti in tutta quell’annata nella competizione.

La sua prestazione nella semifinale d’andata col Barcellona rimarrà nella storia nerazzurra: ha segnato e fatto un assist contro la super squadra di Pep Guardiola, prima di farne un altro per il gol di Milito nella finale col Bayern Monaco.

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Oltre alla UEFA Champions League, l’Inter si è aggiudicata il Triplete vincendo la Coppa Italia e la Serie A in quella stessa stagione: Sneijder entra così di diritto nella storia del club.

Wesley era un talento unico, con la capacità di saltare i giocatori senza sforzi, di dialogare con i compagni e di eseguire passaggi che sembravano quasi impossibili. E quando si trattava di colpire la palla? Era un fuoriclasse.

Se lo si lasciava nello spazio a 25 metri dalla porta, la insaccava sotto al sette con potenza e precisione: non a caso è riuscito a segnare oltre 30 punizioni dirette in tutta la sua carriera.


“Senza Sneijder questo sogno non era possibile”, ha spiegato Mourinho dopo aver conquistato il Triplete. “Siamo una squadra esperta, con giocatori che lottano fino alla fine, ma nessun altro poteva fare certi tipi di magie”.

E l’amore è stato più che ricambiato: “Mourinho pretende tutto da noi durante le partite, ma ti dà anche libertà quando ne hai bisogno”, ha rivelato Sneijder nella sua autobiografia “SNEIJDER” anni dopo. “José ci ha sempre protetti, ma non si scherza con lui”.

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Ancora oggi, tra i tifosi dell’Inter serpeggia la frustrazione per la mancata assegnazione del Pallone d’Oro nel 2010, con l’olandese che si è classificato quarto dietro al trio del Barcellona Xavi, Andrés Iniesta e il vincitore finale Lionel Messi.

È stato comunque nominato centrocampista UEFA della stagione e ha coronato un’incredibile stagione individuale come capocannoniere (cinque gol) ai Mondiali 2010, dove l’Olanda ha perso in finale contro la Spagna.


Gli infortuni ne hanno condizionato la permanenza all’Inter, ma ha comunque partecipato alla Champions League con altri club, come Ajax, Real Madrid e Galatasaray.

Niente di paragonabile a quella stagione in cui Sneijder è stato di fatto il miglior giocatore del calcio mondiale e i tifosi nerazzurri lo ricorderanno come tale.