Cessione Milan, il Tribunale di Milano: «Sulla causa di Blue Skye decida il Lussemburgo» | OneFootball

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·10 aprile 2024

Cessione Milan, il Tribunale di Milano: «Sulla causa di Blue Skye decida il Lussemburgo»

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La Sezione specializzata imprese del Tribunale civile di Milano ha dichiarato la propria «carenza di competenza giurisdizionale» a decidere nel merito su una causa intentata da Blue Skye, ex socio di minoranza nella gestione del Milan, contro il fondo Elliott in relazione alla vendita del club rossonero nell’agosto 2002 a RedBird e, in particolare, su un capitolo specifico riguardante un pegno sulle azioni.

Per i giudici milanesi, che si sono dichiarati incompetenti a decidere, la decisione su questa causa spetta, in sostanza, ai giudici lussemburghesi davanti ai quali pendevano già da tempo due procedimenti intentati dalla lussemburghese Blue Skye.


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Quest’ultima due anni fa aveva chiesto al Tribunale civile di Milano di accertare «la invalidità della rinuncia» al pegno «esistente in favore di Project Redblack», società veicolo costituita nel 2017 per l’operazione di investimento nel Milan e in cui era entrata all’epoca anche Blue Skye. Blue Skye aveva già presentato anche un ricorso cautelare d’urgenza per bloccare la cessione, ma poi a settembre dello stesso anno era stata costretta a rinunciare a quell’azione.

Il procedimento si è definito nei giorni scorsi col collegio, presieduto da Angelo Mambriani, che ha stabilito che, sulla base delle convenzioni internazionali, la competenza a decidere è dei giudici del Lussemburgo, perché la causa è strettamente connessa con altre due in corso nel Paese. Nel complesso, sono 11 i contenziosi avviati in questi ultimi mesi da Blue Skye tra Lussemburgo, Italia e USA, definiti a più riprese «frivoli e vessatori» da parte di Elliott.

Su uno di questi il Tribunale di Milano si è quindi dichiarato incompetente, dal momento in cui la stessa azione era già stata presentata in Lussemburgo, come parte dei tentativi di Blue Skye d bloccare la cessione del club rossonero e – secondo Elliott – di «estrarre un valore a cui non ha diritto». Proprio da uno degli esposti di Blue Skye aveva preso il via l’indagine della Procura di Milano sulla cessione del Milan, che ha portato alle perquisizioni della Guardia di Finanza nella sede del club rossonero (Casa Milan) e all’iscrizione dell’amministratore delegato della società Giorgio Furlani e dell’ex AD Ivan Gazidis nel registro degli indagati.

Negli ultimi giorni, sempre il Tribunale Civile di Milano ha respinto la terza e ultima vertenza avviata dalla società di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo contro il fondo statunitense in Italia, facendo salire a tre su tre i casi persi da BlueSkye nel nostro Paese, con condanna al pagamento delle spese legali.

A breve – come già raccontato da Calcio e Finanza nei giorni scorsi – è attesa invece la prima udienza della accusa penale privata (chiamata “citation directe” in Lussemburgo) avviata da Elliott contro Blue Skye a settembre 2023. Con questo atto il fondo statunitense ha accusato Blue Skye Financial Partners e i suoi rappresentanti di reati tra cui ricattoestorsione e false dichiarazioni fraudolente a sostegno delle sue azioni legali contro la vendita del Milan.

In particolare, stando a quanto emerge dagli atti, secondo Elliott Blue Skye ha formulato accuse calunniose e diffamatorie al fine di ottenere concessioni superiori ai suoi diritti contrattuali. Secondo le accuse del fondo, questi si configurano come reati di ricatto ed estorsione. Inoltre, sempre secondo il fondo statunitense, Blue Skye avrebbe depositato consapevolmente documenti fuorvianti avviando procedimenti con l’intento di ingannare i giudici lussemburghesi al fine di ottenere una decisione a suo favore.

Decisione che – secondo Elliott – non avrebbe ottenuto altrimenti. Dai documenti emergono inoltre accuse di violazioni dei doveri fiduciari nei confronti di Giovanni Caslini (in passato nel board di Rossoneri Sport Investment, veicolo che controllava il Milan e il cui 100% era controllato a sua volta da Project Redblack, della quale il 4,27% era nelle mani di Blue Skye) e nei confronti dei managing partner di Blue Skye, Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo.

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