Calcio e Finanza
·27 novembre 2024
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Un aiuto concreto per proteggere il modello sportivo europeo e combattere i «progetti di scissione» come quello di una Superlega. E’ questo il messaggio lanciato dal presidente della UEFA Aleksander Ceferin ai rappresentanti dei 27 Stati membri dell’Unione europea a Bruxelles nella mattinata di oggi. Ceferin ha esortato i responsabili politici europei a proteggere il modello sportivo europeo e i suoi principi fondamentali.
«Per 70 anni, il modello sportivo europeo si è basato su principi di competizioni aperte, promozione e retrocessione basate sul merito sportivo, solidarietà finanziaria e riconoscimento dell’impatto sociale dello sport. Questi principi hanno guidato la UEFA sin dalla sua fondazione», ha detto nel suo discorso il numero uno della Federcalcio europea.
I ministri dello sport dell’Ue hanno espresso un forte sostegno politico al modello con una dichiarazione congiunta a febbraio di quest’anno, e questa settimana hanno discusso su come fornire ulteriore appoggio politico, rendendo il tema una delle priorità chiave del nuovo mandato della Commissione europea per il ciclo 2024-2029.
Il presidente della UEFA è stato invitato a intervenire al Consiglio dall’attuale presidenza ungherese, e nel suo discorso ha incoraggiato i ministri e la Commissione europea a intraprendere azioni concrete per attuare la risoluzione del Consiglio del 2021, volta a proteggere il modello «da coloro che cercano di distruggerlo per il proprio potere e tornaconto personale».
«È un modello che promuove la salute dei nostri cittadini, costruisce strutture per i nostri bambini e alimenta le speranze e i sogni di tifosi, atleti e club – grandi o piccoli, vincenti, perdenti o semplicemente partecipanti. Sono orgoglioso che la UEFA e il calcio europeo siano esempi di questo modello. Ma non possiamo farlo da soli», ha proseguito Ceferin.
Secondo il presidente UEFA «i governi nazionali svolgono un ruolo cruciale in questo sforzo, [garantendo] che i bambini abbiano l’opportunità di giocare, che le comunità beneficino delle strutture sportive e che i valori di inclusione e partecipazione siano abbracciati in tutta la società. Lo sport è molto più che “denaro” e “mercati”. Lo sport non è un bene da mettere all’asta. Il calcio non è un “prodotto”. Chiedete a qualsiasi tifoso e vi risponderà!».
«Ogni volta che cerchiamo di rafforzare questo modello di solidarietà, siamo esposti a minacce e pressioni da parte di operatori che vogliono di più per sé e meno per gli altri. Vi ricordate il clamore quando un progetto egoistico di scissione ha messo a rischio il modello sportivo europeo nel calcio? In alcuni sport, è già successo, non possiamo e non permetteremo che accada al calcio europeo. Quindi lavoriamo insieme per creare tutele legali concrete per le caratteristiche fondamentali del modello sportivo europeo nel calcio», ha proseguito con un chiaro riferimento alla Superlega.
«In primo luogo, il legame tra le competizioni europee e nazionali deve essere pienamente protetto. La prestazione annuale nei campionati nazionali deve rimanere l’unico criterio per la qualificazione alle competizioni europee. Permettere che questo legame venga spezzato o alterato in qualsiasi modo sarebbe un tradimento devastante per i campionati nazionali – elementi iconici del patrimonio europeo. Per i campionati e i club più piccoli, è una questione di sopravvivenza», ha aggiunto Ceferin.
«In secondo luogo, l’equilibrio tra le competizioni delle squadre nazionali e quelle dei club deve essere preservato. Questo equilibrio sostiene l’intero modello di solidarietà e lo sviluppo del calcio nei vostri paesi. Se non manteniamo un sano equilibrio tra competizioni per squadre nazionali e per club, mettiamo a rischio tutto lo sviluppo a livello di base. In terzo luogo, il modello unificato del calcio europeo deve essere pienamente tutelato. Dobbiamo tutti renderci conto che è nell’interesse pubblico continuare a proteggere questo modello unificato», ha aggiunto ancora.
Secondo Ceferin «il calcio europeo è una delle più grandi storie di successo del continente. È forte e resiliente. Abbiamo le competizioni, i club e i giocatori più seguiti e amati dai tifosi di tutto il mondo. Tuttavia, abbiamo bisogno di maggiore certezza legislativa per proteggere e sostenere questa storia di successo. La legge dovrebbe essere utilizzata per supportare il modello sportivo europeo – non piegata alla volontà di coloro che cercano di distruggerlo per il proprio potere e interesse personale».
«Le nostre competizioni principali non riguardano il profitto. Si basano sulla solidarietà, la redistribuzione e lo sviluppo. Queste non sono parole d’ordine. La solidarietà non è una donazione di beneficenza. Per la UEFA, la solidarietà è la nostra ragion d’essere. La UEFA è senza scopo di lucro. Redistribuiamo il 97% dei nostri ricavi netti nel calcio. Sì, il 97%. Ciò che resta è utilizzato per coprire i costi e sostenere aree vitali dello sport – il calcio femminile, giovanile e il futsal. E quando guadagniamo di più, diamo di più. Chi altro lo fa?», è la domanda del presidente della UEFA.
«La UEFA è democratica e pluralistica. Alla UEFA, Malta siede accanto alla Germania. La Moldavia con la Francia. Un dialogo impegnato, sincero e inclusivo è al cuore di tutto ciò che facciamo. Perché sappiamo che per guidare bene, bisogna ascoltare. Così, la UEFA ha dato voce a tutti i portatori di interesse rilevanti – campionati, club, giocatori e tifosi. Solo un mese fa, la UEFA e FIFPRO Europe, il sindacato europeo dei calciatori, hanno firmato una partnership storica per includere la rappresentanza dei giocatori nella governance del calcio europeo. I giocatori sono ora al centro del calcio, e le loro prospettive influenzano le decisioni prese. Questo approccio riflette un modello di governance moderno in cui le decisioni sono prese in modo collaborativo e inclusivo», ha concluso.
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