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Giacomo Galardini·23 settembre 2020

Caso Suarez, l'avvocato della Juve si difende: "Esame senza riguardi"

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La Juventus non è rimasta esule dalle accuse nell’indagine del caso Suarez. L’avvocato della squadra, Maria Turco, avrebbe garantito all’Università di Perugia di portare “altri stranieri”: questo è il contenuto delle intercettazioni di cui riferisce stamani il Corriere della Sera.

Indagata dalla Procura della Repubblica di Perugia e – da oggi – dalla Procura della Federcalcio, la Turco ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, smentendo le accuse.


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Nelle mie funzioni di legale, ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Surez con l’Università per Stranieri di Perugia. Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l’ottenimento della cittadinanza italiana e alla constatazione che il calciatore non fosse in possesso del certificato B1, richiesto dalle normative in vigore.

“Questa attività di contatto è riscontrata nelle mail intercorse tra l’entourage del calciatore e l’ente universitario, nelle quali, per pura cortesia, la sottoscritta è in cc (copia conoscenza), ma non destinataria. In altre comunicazioni, dello stesso tenore, ho interloquito con il Servizio Relazioni Internazionali Erasmus e Mobilità della stessa università per avere e trasmettere le indicazioni burocratiche circa l’erogazione del corso on line e l’eventuale successiva iscrizione all’esame in oggetto.

“Preciso che le mie parole, captate con intercettazioni telefoniche, sono state oggi, evidentemente per necessità di sintesi, riportate fuori contesto e in maniera incompleta. Proprio nel corso di quelle conversazioni telefoniche, infatti, come previsto, “in presenza” e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato. Persumo che un’analisi attenta di tali conversazioni potrà dimostrarlo senza ombra di dubbio.

Quanto al riferimento ad “altri calciatori”: è del tutto evidente che, trattandosi della prima volta che seguivo una vicenda collegata alla certificazione della conoscenza della lingua italiana, le mie parole sono da interpreatare come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemnte, una presa d’atto.

“Come noto alle cronache, peraltro, il calcitore non è stato tesserato in Italia, e la soceità che in quella fase si era interssata a lui, aveva poi esplicitamente cambiato obiettivi di mrcato.

Rimango a disposizione delle Autorità competenti, laddove lo ritenessero, per fare ulteriore chiarezza sul mio operato professionale“.

L’avvocato rimanda quindi al mittente le accuse e annuncia che le sue frasi sono state intercettate fuori contesto.

Nell’edizione odierna del Corriere della Sera,T urco e Olivieri avrebbero ragionato sui tempi stretti richiesti dal mercato, accertandosi di velocizzare l’operazione e assicurandosi che il giocatore passasse l’esame.

Una battaglia legale che non accenna a placarsi.