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·21 febbraio 2019
Caso sessismo, botta e risposta Diletta Leotta-Dotto: "Parlo di sport, non di botanica"

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·21 febbraio 2019
"Quando sento una donna parlare di tattica, mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio! Se tu parli di come è andata la partita, bene. Ma non puoi parlare di tattica: c'è poco da fare, la donna non capisce come un uomo".
Tutto è partito da qui. Dalle parole di Fulvio Collovati che hanno indotto la Rai a sospendere per due settimane il campione del Mondo dell'82. Ma la questione calcio e sessismo è ancora apertissima, tanto da dare vita a un botta e risposta tra il giornalista, scrittore e opinio Giancarlo Dotto e Diletta Leotta, volto da copertina di DAZN.
Il riferimento va a ieri, quando, sul 'Corriere dello Sport', è comparso un articolo nel quale Dotto considerava "sacrosanto" il concetto espresso da Collovati. Aggiungendo che una donna che parla di calcio "smette di esistere l'attimo stesso in cui lo fa" e mettendo in mezzo anche la Leotta, che come tante colleghe parla di calcio "ma potrebbe essere botanica, cosmetica o astrofisica".
Diletta, così, ha inviato una lettera di risposta a Dotto allo stesso 'Corriere dello Sport', che nella sua edizione odierna l'ha pubblicata.
"A quanto pare, sono capace di fare il mio mestiere così bene che la mia professionalità fa arricciare il naso – o venire la pelle d’oca - ad una delle penne più affermate del giornalismo sportivo: Giancarlo Dotto. Da 6 anni mi occupo di sport e di calcio in tv, e non di botanica, cosmetica o astrofisica, né considero questi ultimi sei anni di lavoro il mio hobby del week-end. Né farei mai un lavoro senza averne la più pallida nozione, come Dotto sostiene. Faccio semplicemente il mio lavoro e lo faccio da anni con passione e puntualità e sì anche con un tocco di femminilità, che non guasta, e che per fortuna a volte mi fa prendere le distanze da certe situazioni paradossali che possono verificarsi a bordo campo o in uno studio, dove ci sono personalità o giornalisti dai facili giudizi e dalle maniere da uomo non proprio moderno [...]. Comunque, caro Dotto(re) di calcio, che da oggi sarà ufficialmente il mio guru in materia sportiva, sono pronta con il telecomando nella mano sinistra e un Cosmopolitan nella mano destra – per trovare un cliché scontato almeno quanto il suo sulle donne del calcio - per gustarmi la sua prossima trasmissione sportiva, dove avrei solo da imparare dalle sue ultime teorie sulle tattiche di gioco. Mi verrà sicuramente da prendere un’altra laurea sempre da lei ispirata: magari con una tesi sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. Tema sempre triste ma ahimè sempre in voga".
Una lunga lettera che ha trovato la controrisposta di Dotto, anche questa pubblicata dal 'Corriere dello Sport'.
"Cara Leotta, che Dio mi fulmini, ci resto male, ero persuaso d’aver sottoscritto un sentito elogio della sua persona. Ci riprovo con un filo di speranza: la differenza è tutto, la differenza è il motore del desiderio, dunque della vita. Celebriamo la differenza. Se lei è un magnete per tutti noi, se il telecomando va a cercarla, non è per quello che dice, il che la omologherebbe tristemente al mucchio anonimo dei tanti valorosi colleghi maschi, ma per quanto disdice, per quanto la relega nella differenza. La seduzione eterna del femminile. Un cliché? Può darsi. Ma è il cliché che ci tiene vivi e desideranti".
Calcio e femminilità, donne e pallone. Un tema delicato che può sfociare nel sessismo: lo ha imparato a proprie spese Collovati, che per due settimane non potrà partecipare alle trasmissioni Rai, e lo sta imparando anche Dotto.