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Calcionews24

·11 aprile 2025

Caso scommesse, ora la Serie A trema: cosa rischiano i calciatori coinvolti

Immagine dell'articolo:Caso scommesse, ora la Serie A trema: cosa rischiano i calciatori coinvolti

Le ultime sul caso scommesse che ha coinvolto vari calciatori di Serie A, ora a rischio per una possibile sanzione. I dettagli

Il Corriere della Sera fa chiarezza sull’ennesimo caso scommesse che vede coinvolti vari calciatori di Serie A di squadre importanti come Juve, Milan e non solo, tra cui Sandro Tonali, Nicolò Fagioli, Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri e Junior Firpo. Di seguito le possibili sanzioni panali e sportive.

COSA RISCHIANO TONALI E FAGIOLI«Dal punto di vista penale, i calciatori scommettitori dovranno affrontare un’ipotesi di reato. Tonali e Fagioli, che pure hanno già saldato i propri conti con la giustizia sportiva attraverso squalifiche e multe, ora risultano comunque indagati per la contravvenzione punita (con l’arresto sino a 3 mesi e una ammenda sino a 500 euro) dal secondo e terzo comma dell’articolo della legge 401 del 1989: cioè in parte per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e in parte per averle pubblicizzate tra altri calciatori anche con l’intermediazione dell’apertura dei conti di gioco e la consegna di soldi per conto di altri scommettitori, in cambio venendo gratificati dai gestori delle scommesse illegali con l’accredito di bonus sui propri conti di gioco o con riduzioni dei propri debiti».


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COSA RISCHIANO GLI ALTRI CALCIATORI«Una ventina di calciatori, invece, sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi (dedotta dall’esame delle chat sequestrate a Tonali, Fagioli e De Giacomo) che nello stesso periodo abbiano partecipato sulle piattaforme illegali non a scommesse sul calcio, ma a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare alle partite di poker su tavoli online all’interno dei quali era possibile per gli organizzatori creare ‘stanze chiuse’ protette da password e decidere i partecipanti al gruppo di gioco. La contravvenzione non è un problema enorme dal punto di vista penale, perché può essere sanata con una oblazione, pagando cioè la metà del massimo dell’ammenda prevista, quindi in questo caso con 250 euro. Ma la contestazione può essere più dannosa per i giocatori sul piano disciplinare, perché può attivare la giustizia sportiva attraverso la richiesta di trasmissione degli atti da parte della Procura della Federcalcio».

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