Caso scommesse, Corona: «La mia fonte è lo zio di un ex Inter» | OneFootball

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·14 ottobre 2023

Caso scommesse, Corona: «La mia fonte è lo zio di un ex Inter»

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Il caso scommesse che ha investito il calcio italiano sta scuotendo le fondamenta del sistema, ma certamente sta vedendo un unico vincitore, al momento, e questo è senza dubbio Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi ha anticipato qualche mese fa il coinvolgimento di Nicolò Fagioli e anticipato che anche Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo fossero coinvolti.

L’ultimo nome, uscito sempre per bocca di Corona, è quello di Nicola Zalewski, anche se al momento il laterale della Roma non è iscritto nel registro degli indagati. Ma la domanda che ha iniziato a circolare dopo la conferma dell’indiscrezione relativa al coinvolgimento di Fagioli è: “Corona da chi prende queste informazioni?”. Il dubbio è quasi naturale se pensiamo che, come confermato dalle indiscrezioni, le indagini alla Procura di Torino proseguono da quasi un anno e si aveva l’intenzione di approfondire il tutto, visto che c’è un giro illegale di scommesse su siti non autorizzati, prima di rendere tutto pubblico con gli avvisi di garanzia ai calciatori coinvolti.


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A rispondere alla domanda posta qui sopra, è lo stesso Corona che a Il Corriere della Sera afferma: «La nostra fonte delle notizie è lo zio di un ex calciatore dell’Inter di Mourinho, amico intimo di Mario Balotelli. Mario è un mio amico, è venuto tante volte qui da me, era scioccato dalle prove che gli ho dato. Lo zio racconta che suo nipote si era trasferito a Roma e poi ha aperto una bisca». E qui l’annuncio: «Martedì pubblicheremo l’intervista con lo zio e faremo altri nomi».

Infatti sarebbero ancora molte le personalità coinvolte: «Parliamo di almeno altri 10 calciatori, 5-6 procuratori e ci sono pure le bische clandestine. Quante squadre di calcio sono coinvolte? Cinque-sei. I nomi non li posso fare altrimenti vengo indagato. Stiamo conducendo due inchieste parallele – continua Corona -. Gli agenti si sono presentati a Coverciano a consegnare l’avviso di garanzia a Tonali e Zaniolo solo perché abbiamo i nomi, se no non sarebbero mai andati lì, avrebbero aspettato la partita dell’Italia».

Ma non è finita qui: «Ci sono altri calciatori della Nazionali e anche qualche presidente. Questi giocatori sono malati, la ludopatia è una dipendenza come la droga, sono sfruttati dal sistema. Giocano prima alle slot, a blackjack, poi le bische e diventano vittime della malavita. Io so di questi ma ce ne saranno molti altri, non parliamo poi della B. Mi verranno a cercare le curve e i malavitosi. In questi giorni mi hanno cercato al telefono almeno 10-15 fra calciatori e amministratori. Non ho risposto».

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