Calcionews24
·19 agosto 2025
Caressa: «Caso Donnarumma? Paga le sue scelte. Cosa cambia se in banca hai 110 o 140 milioni!?»

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·19 agosto 2025
La sua voce ha raccontato un’era del calcio italiano, ha fatto da colonna sonora a trionfi mondiali, europei e a notti di Champions indimenticabili. Fabio Caressa non è solo un telecronista, ma un pezzo della nostra cultura sportiva, un narratore che ha saputo evolversi con il gioco, rinnovando il linguaggio e creando uno stile unico e riconoscibile. La sua simbiosi con Beppe Bergomi è diventata leggenda, una “vecchia coppia” alla Jack Lemmon e Walter Matthau che ha accompagnato le domeniche di milioni di tifosi. Ma dietro il professionista c’è l’uomo, il ragazzo che imitava Enrico Ameri nelle sue telecronache a Subbuteo e che, con studio e passione, è arrivato a festeggiare un Mondiale e un Europeo dal posto più bello, quello del commentatore. Oggi, alla vigilia di una nuova, intensa stagione su Sky, Fabio Caressa si racconta in una lunga e appassionata intervista a La Gazzetta dello Sport, un viaggio tra i ricordi, i segreti del mestiere e una lucida analisi sul calcio di oggi, dalla Serie A alla Nazionale, fino al controverso caso Donnarumma.
COME SI STA PREPARANDO ALLA NUOVA STAGIONE – «In estate fondamentalmente mi riposo, con un occhio alle amichevoli per capire come giocheranno le squadre e quale sviluppo possa avere la stagione. Devo dire che quest’anno mi sembra tutto molto confuso… C’è stato pure l’infortunio di Lukaku, è impossibile fare una griglia di partenza, ci sono troppe cose da fare sul mercato. Il Napoli finora è la squadra che si è mossa meglio, ma Juve e Inter devono completarsi, mentre del Milan mi intriga il cambio di posizione di Leao».
LA NAZIONALE DI GATTUSO – «L’Italia deve aggrapparsi a quello che può darle Rino come compattezza, che si era un po’ persa. Ma la situazione non è per niente facile. Gattuso secondo me può ridare emozione alla Nazionale e noi le cose migliori le abbiamo fatte proprio quando siamo riusciti a toccare certe corde. Su questo Rino è l’uomo giusto».
IL CASO DONNARUMMA – «Io l’ho sempre difeso perché credo sia il più forte portiere del mondo, però certe scelte di vita portano anche a un certo percorso di vita. Mi spiego: se fai scelte economiche, come quella di andare al Psg e non rimanere al Milan, lo stesso potranno fare i club che ti hanno acquistato. Da questo punto di vista non possiamo parlare di sentimenti… Molti giocatori si muovono in una direzione meramente economica, senza pensare ad arricchirsi come uomini e calciatori. Mi auguro che soprattutto i giovani capiscano che in questo modo mettono a repentaglio la loro felicità. Che poi mi chiedo, nella vita, se in banca hai 110 milioni o 140, ma che te cambia??».
ERA IL CLASSICO BAMBINO CHE IMITAVA BRUNO PIZZUL? – «A dire il vero preferivo Ameri… Le prime telecronache le ho fatte durante le sfide a Subbuteo tra mio fratello Maurizio e il mio migliore amico Pietro. Poi nell’86 ho seguito un corso con Michele Plastino, giornalista sportivo romano, e ho iniziato a fare sul serio. Prima radiocronaca Cesena-Lazio di Serie B nel 1987, prima telecronaca una gara del Leeds nel 1991. Ho avuto la fortuna di essere spesso al posto giusto, alla fine ho fatto 5 Mondiali di cui uno vinto, 4 Europei con un’altra vittoria, tante finali di Champions e Europa League».
LE TRE TELECRONACHE DEL CUORE? – «Ovviamente Italia-Germania 2006, Italia-Inghilterra finale dell’Europeo post Covid e poi Liverpool-Borussia Dortmund, quarto di finale di Europa League 2016 con i Reds che rimontano da 1-3 a 4-3, partita epica»
IL RAPPORTO CON BEPPE BERGOMI – «Siamo fratelli. Per i miei 25 anni di matrimonio accanto alla torta per me e Benedetta (Parodi, ndr) ce n’era una più piccola per i 25 anni con Beppe. Anche se fuori dal lavoro non ci vediamo spesso, siamo in simbiosi totale, una vecchia coppia alla Jack Lemmon e Walter Matthau. È forse la persona che sa più della mia vita in assoluto».
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