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·4 luglio 2025

Cambio in panchina per la Roma Femminile: Luca Rossettini è il nuovo allenatore

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La Roma Femminile apre un nuovo capitolo. Il club giallorosso ha ufficializzato l’arrivo di Luca Rossettini come nuovo tecnico della prima squadra, segnando così l’inizio di una nuova era dopo l’addio di Alessandro Spugna, approdato sulla panchina del Sassuolo.

Rossettini, ex difensore con una lunga carriera in Serie A tra le fila di squadre come Genoa, Chievo, Cagliari e Lecce, ha intrapreso il percorso da allenatore partendo dalle giovanili del Padova, club in cui aveva anche concluso la sua avventura da calciatore.


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Dopo l’ultima esperienza alla guida della formazione Primavera, Rossettini è ora pronto al salto nella massima serie del calcio femminile. Una sfida importante, in un contesto ambizioso, dove sarà chiamato a proseguire il lavoro svolto negli ultimi anni e a guidare la Roma verso nuovi traguardi.

Ufficializzato come nuovo allenatore della Roma Femminile, Luca Rossettini ha parlato ai canali del club. Queste le sue parole:

Cosa significa per lei arrivare in un club come la Roma?

“Per me è sicuramente un onore far parte di questa grande famiglia. La Roma è un club importante, storico: è la squadra della Capitale. Per me è sicuramente un grande passo, dal punto di vista professionale e personale”.

Sarà la sua prima esperienza nel calcio femminile. Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi a questo mondo?

“In realtà questo mondo in qualche modo mi ha accompagnato fin dai primi passi. Già da piccolo in oratorio ho giocato con una ragazza, che poi ha fatto carriera nel calcio femminile arrivando in Nazionale. Negli anni successivi ho avuto incontri con altre calciatrici, ma soprattutto nell’ultimo periodo, l’avvicinamento di Massimiliano Canzi alla Juventus e di Andrea Soncin alla Nazionale, sono stati due fattori importanti, perché Max è stato collaboratore di un allenatore che conosco bene, e con Soncin ci siamo scontrati in Primavera. Il fatto che loro abbiano fatto questo passaggio mi ha spinto a seguire e ad apprezzare questo mondo, probabilmente il fattore fondamentale è stata la condivisione di valori che sin da subito ho sentito avere con la dirigenza qui. Per me è stata una boccata d’aria fresca”.

Prima di essere un allenatore lei è stato un difensore, con un bagaglio di esperienza importante: 300 presenze in A, ha vestito maglie come Genoa, Cagliari e Torino. Cosa pensa di dare alla squadra? Partendo dal suo vissuto da calciatore, c’è qualcosa che ritiene fondamentale da trasmettere?

“Il fatto che fino a cinque anni fa fossi in campo mi permette di avere ben presente le esigenze di una calciatrice, quello che ha bisogno di sentire in campo. Spero che questo mi faciliti il compito. Sicuramente l’esperienza da calciatore mi aiuta a provare a trasmettere alle ragazze la cura per i particolari che fanno la differenza”.

Qual è la sua idea di gioco e cosa pensa della rosa che si sta allestendo per la prossima stagione?

“La rosa sicuramente è competitiva, viene da un percorso importante e di questo raccolgo una grande eredità, per cui ringrazio prima di tutto chi mi ha preceduto. Raccolgo un lavoro ben fatto con principi condivisi, questo per me è un grande vantaggio. Qualcosa cambierà e inizia un lavoro nuovo, perché basta cambiare una giocatrice e il gruppo cambia. Io mi inserirò cercando di valorizzare ciò che c’è stato e cercando poi di inserire i principi di gioco importanti per me, quella che è la mia idea offensiva. Mi piacciono le squadre offensive e per le qualità che abbiamo pretenderò una squadra che cerchi di dominare dall’inizio alla fine, il che non vuol dire soltanto possesso palla, che ritengo comunque importante, ma comunque con lo sguardo rivolto alla porta, con l’obiettivo del gol, il bello del calcio”.

Per la Roma in questi anni è stato molto prezioso il supporto del pubblico, il Tre Fontane è stato un fortino.

“Devo dire che dal punto di vista del tifo ho un ricordo incredibile di Roma, perché è stata la mia prima panchina in Serie A nel settembre 2007. Il primo passo che ho fatto in uno stadio di Serie A è stato in una domenica di settembre all’Olimpico, c’era tutto il popolo giallorosso che cantava l’inno e quello è un ricordo indelebile, più vivo di quello dell’esordio in campo. Questo penso che sia per me non dico chiudere un cerchio, ma sicuramente di valore e non vedo l’ora di sentire in campo di nuovo i tifosi cantare l’inno”.

Cosa si aspetta da questa avventura?

“Mi aspetto di non deludere le aspettative che ha la dirigenza in me, mi sono sentito cercato, voluto, ho percepito una grande fiducia nei miei confronti. Questo per me vuol dire professionalità, per cercare di ridare qualcosa indietro. Spero, e anzi son convinto, di poter dare qualcosa alle ragazze, e troverò i modi perché si sentano protagoniste in campo ogni minuto per raggiungere gli obiettivi che abbiamo tutti”.

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