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·24 novembre 2023

Camarda debutta in Serie A? Cosa dicono le regole sull’età minima per giocare

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La sfida tra Juventus e Inter si prepara a cannibalizzare l’attenzione mediatica per il weekend che sta per iniziare. Le due formazioni si trovano attualmente ai primi due posti della classifica in Serie A e possono dare uno strappo importante nella corsa al titolo, anche se mancano ancora poco meno di de terzi di stagione e tutto può cambiare.

Sabato sera, tuttavia, l’attenzione potrebbe concentrarsi per un attimo su quello che accadrà a San Siro. Al Meazza è in programma la sfida tra Milan e Fiorentina e i rossoneri devono assolutamente trovare i tre punti per non perdere ulteriore terreno dalla vetta. Non sarà facile, anche perché Pioli non potrà contare su diversi calciatori, soprattutto nel reparto avanzato: Giroud è squalificato, Leao e Okafor sono infortunati.


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Età minima per giocare in Serie A – Il via libera per Camarda

Con il solo Jovic a disposizione come punta centrale, nelle ultime ore è emersa la possibilità che Pioli convochi la punta della Primavera Francesco Camarda. Classe 2008, Camarda è considerato un talento in casa Milan e fino a oggi ha sempre giocato da sotto età nelle varie categorie, mettendo a segno valanghe di gol.

Dopo alcune indiscrezioni iniziali, la convocazione appare sempre più probabile, dato che il Milan ha chiesto – e ottenuto – dal Comitato Regionale della Lombardia la deroga necessaria a convocare un giocatore che è ancora così giovane. Ma cosa dicono i regolamenti sul debutto in Serie A per i giocatori che non hanno ancora firmato un contratto professionistico? Esiste un’età minima per giocare nel massimo campionato italiano?

Età minima per giocare in Serie A – Cosa dicono le regole

Come spiegano le NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) «i calciatori/calciatrici “giovani” tesserati per le società associate nelle Leghe e quelli della Divisione Calcio Femminile possono prendere parte soltanto a gare espressamente riservate a calciatori delle categorie giovanili. I calciatori “giovani”, che abbiano compiuto anagraficamente il 15° anno di età, e le calciatrici che abbiano anagraficamente compiuto il 14° anno di età, salvo quanto previsto dal successivo comma 3 bis per i campionati di Serie A e di Serie B Femminile, possono partecipare anche ad attività agonistiche organizzate dalle Leghe e dalla Divisione Calcio Femminile, purché autorizzati dal Comitato Regionale – L.N.D., territorialmente competente e dalla Divisione Calcio Femminile».

E’ proprio questa l’autorizzazione che il Milan ha ricevuto in queste ultime ore. «II rilascio dell’autorizzazione – si legge ancora – è subordinato alla presentazione, a cura e spese della società che fa richiesta, dei seguenti documenti:

  1. certificato di idoneità specifica all’attività agonistica, rilasciato ai sensi del D.M. 15 febbraio 1982 del Ministero della Sanità;
  2. relazione di un medico sociale, o, in mancanza, di altro sanitario, che attesti la raggiunta maturità psico-fisica del calciatore/calciatrice alla partecipazione a tale attività. La partecipazione del calciatore/calciatrice ad attività agonistica, senza l’autorizzazione del Comitato Regionale o della Divisione Calcio Femminile, comporta l’applicazione della sanzione prevista all’art. 17, comma 5, del C.G.S».
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