Calendari e contraddizioni, ora l'idea è la finale di Coppa Italia a San Siro. Dove però non si poteva giocare lo spareggio | OneFootball

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·9 giugno 2025

Calendari e contraddizioni, ora l'idea è la finale di Coppa Italia a San Siro. Dove però non si poteva giocare lo spareggio

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Nel vasto repertorio delle contraddizioni che affliggono il calcio italiano, la gestione dei calendari occupa ormai un posto d’onore. L’ultimo capitolo si è sviluppato nel corso degli ultimi giorni: venerdì infatti la Lega Serie A ha svelato tutte le date e le gare per la stagione 2025/26, piazzando la finale di Coppa Italia e il derby di Roma durante i prossimi Internazionali d’Italia (la stracittadina della capitale addirittura lo stesso giorno della finale). Tutti eventi che si svolgeranno al Foro Italico di Roma, ed è bastato questo a far esplodere polemiche, interrogazioni e proposte di “cabine di regia” per salvare il salvabile.

«Sono assolutamente favorevole a una piattaforma che consenta di armonizzare gli appuntamenti sportivi considerando il calendario e i luoghi. Parliamone seriamente, nessuno può stare per conto suo, non si può vivere di disarticolazioni. Ognuno è titolare del suo, ma ci sono delle relazioni soprattutto nella contestualità dei luoghi. Così come sono stati considerati i Giochi nel definire il calendario, andavano inseriti dei criteri ad hoc per gli Internazionali. Servono buon senso e una visione un po’ più ampia delle cose», è stato ad esempio l’attacco, nemmeno troppo velato, del ministro per lo sport Andrea Abodi verso la Lega Serie A.


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Tuttavia, con la soluzione proposta per ovviare al problema sembra si possa anche far meglio: il piano, infatti, sarebbe quello di spostare la finale di Coppa Italia a Milano e farla quindi a giocare a San Siro. Ovverosia, la città dove fino a pochi giorni fa si diceva che non si potesse giocare un eventuale spareggio Scudetto per problemi di ordine pubblico. Il tutto mentre a Roma, nel frattempo, è andata in scena una grande prova di forza organizzativa e di controllo: funerali di Papa Francesco e intronizzazione di Leone XIV nel giro di poche settimane, con le più importanti personalità arrivate nella Capitale e nessun problema da segnalare.

Per il calcio, però, la situazione è diversa. Non essendo riusciti a pensare prima ad una soluzione, si ragiona solo in seguito: allora via, si sposta tutto a Milano. Dove però — ed ecco il corto circuito — non si sarebbe potuto giocare lo spareggio Scudetto, nel caso (poi non verificatosi) in cui Inter e Napoli si fossero trovate appaiate in vetta al termine del campionato. Le autorità preposte avevano già fatto intendere che far giocare quella partita a San Siro avrebbe potuto comportare rischi di sicurezza, motivo per cui si era ventilata l’ipotesi di spostarla a Roma, visto che da regolamento si sarebbe dovuta giocare nello stadio della finale di Coppa Italia. Mentre ora, magicamente, San Siro torna ad essere un’opzione perfettamente praticabile per la Coppa Italia.

E allora viene da chiedersi: davvero una finale come Juventus-Napoli, Milan-Napoli o anche Lazio-Roma, con squadre storicamente rivali a San Siro (considerando che, stando al tabellone, sia Roma-Napoli che Inter-Napoli potranno essere disputate al massimo in semifinale), non pone alcun problema di ordine pubblico? In attesa della prossima emergenza da calendario, l’unica certezza è che il sistema continua a navigare a vista. In un mondo dove la toppa resta, ancora una volta, molto peggiore del buco.

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