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Calcio e Finanza

·3 marzo 2025

Calano gli utili per le holding dei Berlusconi: ma i cinque figli di Silvio hanno incassato oltre 70 milioni

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Calano gli utili per le ex holding di Silvio Berlusconi, passate ai figli dopo la scomparsa dell’ex presidente del consiglio avvenuta nel giugno 2023. Secondo i documenti consultati da Calcio e Finanza, infatti, le quattro società attraverso cui Silvio Berlusconi controllava la maggioranza di Fininvest (ovverosia Holding Italiana Prima, Holding Italiana Seconda, Holding Italiana Terza e Holding Italiana Ottava) hanno visto calare i propri utili nei bilanci al 30 settembre 2024, depositati nei giorni scorsi.

In particolare, infatti, la famiglia Berlusconi controlla Fininvest (azionista di maggioranza tra le altre di MFE-Mediaset, Mondadori e del Monza nonché tra i principali azionisti di Mediolanum) attraverso sette cassaforti di famiglia:


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  • Holding Italiana Prima, che possiede il 17% di Fininvest;
  • Holding Italiana Seconda, che possiede il 16% di Fininvest;
  • Holding Italiana Terza, che possiede l’8% di Fininvest;
  • Holding Italiana Quarta, che possiede l’8% di Fininvest;
  • Holding Italiana Quinta, che possiede l’8% di Fininvest;
  • Holding Italiana Ottava, che possiede il 20% di Fininvest;
  • H14, che possiede il 21% di Fininvest.

Prima della scomparsa di Silvio Berlusconi, l’ex premier nonché patron del Monza aveva il controllo della maggioranza di Fininvest attraverso la proprietà delle holding Prima, Seconda, Terza e Ottava, mentre la Quarta e la Quinta erano rispettivamente di proprietà dei figli Marina e Pier Silvio e la H14 invece degli altri tre figli Barbara, Eleonora e Luigi.

Dopo l’apertura del testamento, invece, le holding sono state ulteriormente suddivise tra i figli, con l’attuale azionariato di Fininvest che è così formato quindi:

  • Holding Italiana Prima (che possiede il 17% di Fininvest): 27,9% ciascuno a Pier Silvio e Marina Berlusconi; 13,4% ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi;
  • Holding Italiana Seconda (che possiede il 16% di Fininvest): 27,4% ciascuno a Pier Silvio e Marina Berlusconi; 13,1% ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi;
  • Holding Italiana Terza (che possiede l’8% di Fininvest): 14,8% ciascuno a Pier Silvio e Marina Berlusconi; 7,1% ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi; 33,5% a Holding Italiana Prima e 15,5% a Holding Italiana Ottava;
  • Holding Italiana Quarta (che possiede l’8% di Fininvest): 98% a Marina Berlusconi e 2% di azioni proprie;
  • Holding Italiana Quinta (che possiede l’8% di Fininvest): 97% a Pier Silvio Berlusconi e 3% di azioni proprie;
  • Holding Italiana Ottava (che possiede il 20% di Fininvest): 27,9% ciascuno a Pier Silvio e Marina Berlusconi; 13,3% ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi;
  • H14 (che possiede il 21% di Fininvest): 31,3% ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi.

Quanto guadagnano Berlusconi, i dati dei bilanci delle holding

Andando ad analizzare i dati di bilancio delle rispettive società, emerge come nei bilanci chiusi al 30 settembre 2024 e depositati nei giorni scorsi (manca il solo bilancio della H14) siano calati sia i dividendi incassati da Fininvest che gli utili. Complessivamente, infatti, le sei società hanno incassato 43,7 milioni di euro di dividendi da Fininvest, registrando un utile aggregato di 40,4 milioni nei rispettivi bilanci al 30 settembre 2023, rispetto agli incassi per 78,1 milioni da Fininvest e gli utili per 77,1 milioni dei bilanci al 30 settembre 2023.

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Chi ha fatto meglio è la Holding Ottava, con un utile di 8 milioni, seguita dalla Holding Seconda con 7,9 milioni e dalla Holding Prima con 7,8 milioni. Le società, nei documenti depositati, non fanno riferimento alla destinazione dell’utile (sono presenti infatti diversi omissis con riferimento alla decisione degli azionisti sulla destinazione dell’utile), rispetto al 2023 in cui in larga parte erano tutti stati destinati a riserva straordinaria. Tuttavia, dai documenti emerge anche che nel corso del 2023 sono stati distribuiti oltre 73,5 milioni di riserve ai soci, che quindi hanno incassato un assegno rilevante nel corso dell’anno. Tanto che il patrimonio netto aggregato è sceso da 558,4 a 525,3 milioni di euro, mentre la liquidità è calata da 213,2 a 158,4 milioni.

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