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·23 novembre 2024
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Daniel Fonseca, ex calciatore di Cagliari e Juventus tra le altre, ha rilasciato un’interessante intervista al Corriere dello Sport parlando di varie dinamiche della sua carriera e vita privata, tra cui il rischio di morte.
CLAUDIO RANIERI – «Il mio padre calcistico: da lui ho imparato molto e con lui sono maturato molto. È stato fondamentale per me e i miei approcci con il calcio italiano. È stato anche molto paziente. Eh, il mister… Mi ha voluto al Cagliari a 21 anni, ha creduto in me e ha avuto tanta, tanta pazienza. Era tremendo? No, macché: i primi sei mesi sbagliavo tutto, non riuscivo a tirare neanche in porta… A Cagliari ci è andata bene».
TRASFERIMENTO AL NAPOLI – «Sì, e poi mi portò al Napoli. Ricordo che prima di fi rmare mi chiamava e mi diceva: “Sono tuo padre, non dimenticarlo, non mi tradire, non andare alla Juve o all’Inter”. Peccato non aver avuto continuità, dopo due anni dovettero vendermi».
RISCHIO DI MORIRE – «Una giornata intera di dolori, senza capire da cosa dipendessero. Poi alle 5 del mattino mi comincia a fare male l’appendice, pareva che esplodesse e alle 7 sono andato in ospedale. Dopo poco ero in sala operatoria, appena in tempo. Appendicite e peritonite. Un casino: un’ora e 40 di intervento, in genere dura una ventina di minuti. Sembra una stupidaggine ma ho rischiato di morire. Grazie a Dio ero in Uruguay, con i miei medici, ed è andato tutto bene. Sono felice».
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