Calcio Africano
·3 luglio 2019
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2 luglio
“Fa wasem nyinaa to Onyame Amin“. “Mettete tutto nelle mani di Dio“, cantano i ghanesi all’inizio del match contro la Guinea-Bissau.
Ed è ciò che avevamo fatto io, Buster e un giornalista egiziano già dalla mattina. Gli autisti egiziani o arrivano tardi o partono in anticipo. Questa volta l’autista dell’autobus messo a disposizione della CAF è partito in anticipo e ci ha lasciato a piedi al Cairo. L’obiettivo è raggiungere Suez.
Su suggerimento di Eslam, il giornalista egiziano, prendiamo un taxi fino a una strada trafficata da cui partono macchine station wagon e mini bus pieni di gente. Troppo soffocante, dunque decidiamo di recarci a una stazione da cui partono anche bus per Suez. Saliamo sul primo e mettiamo tutto nelle mani di Dio. Distese desertiche tra Cairo e Suez. Ogni tanto una base militare. Salgono e scendono soldati. Prima o poi arriveremo ci diciamo.
Arriviamo a Suez circa un’ora prima del fischio d’inizio di Guinea-Bissau-Ghana. Un tassista ci porta allo stadio. Ci racconta di quando nel 2001 è stato a Roma, di come Civitavecchia somigli a Suez. Ci mostra anche le foto sul telefono, ma preferiremmo che guardasse la strada.
Al Suez Stadium nessun problema per i ticket e meno controlli. Città tranquilla, stadio che si affaccia sul mare, brezza leggera. Relax. I canti in lingua Twi dei ghanesi sono coinvolgenti. Chiediamo a dei colleghi del Ghana il significato. Sono perlopiù canti religiosi adattati al contesto calcistico, come ci avevano detto anche i congolesi.
Il Ghana si qualifica a fatica e in zona mista proviamo a parlare con Acquah, entrato nella ripresa. Appena sente parlare in italiano sorride e si ferma. Non c’è traccia di Kwadwo Asamoah, che riesce sempre a sgattaiolare via.
Guinea-Bissau e Mauritania avrebbero probabilmente meritato di più però come dicono gli spagnoli “no se dió”. Per il ritorno riusciamo a prendere il bus della CAF. Stiamo per salire sul bus quando assistiamo a un incidente a pochi metri da noi. Guidano come pazzi qui, sembrava strano non ce ne fossero. Guardiamo l’autista e gli diciamo di andare piano. In ogni caso, abbiamo imparato che qui dobbiamo mettere tutto nelle mani di Dio.
Per questo, una volta arrivati al Cairo, dal punto di raccolta a casa prendiamo uno scooter taxi senza casco. Si tratta di qualche km e costa poco. Dobbiamo risparmiare, mancano ancora quasi 3 settimane. E poi lo scooter è più veloce e Brasile-Argentina è già cominciata…
Credits Foto ©Alija Alex Čizmić / Calcio Africano