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·17 settembre 2020

BundExLiga – Union-Augsburg: Luthe e Gikiewicz ritrovano il loro passato

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A rifletterci bene, Gikiewicz è il predecessore di Luthe all’Union Berlino e il suo successore all’Augsburg. Luthe è il predecessore di Gikiewicz all’Augsburg e il suo successore all’Union Berlino. E a rendere ancor più arzigogolato l’intreccio di mercato più curioso dell’estate tedesca, ci pensa il calendario della Bundesliga che, alla prima di campionato, sabato 19 settembre, metterà i due portiere uno di fronte all’altro.

Una doppia sfida da vivere come ex e con il portiere polacco che ritorna allo Stadion An der Alten Försterei, teatro di due anni indimenticabili, i migliori della sua carriera professionale. La doppia operazione sull’asse Berlino Est – Augusta, però, si è mossa su due binari differenti, non uno scambio di fatto, ma una scelta consequenziale e strettamente connessa.


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Rafał Gikiewicz è arrivato a Köpenick nell’estate 2018 riempiendo un’annosa lacuna tra i pali. Leader, carismatico, in due stagioni ha giocato 75 partite sulle 76 disputate dall’Union, ha segnato un gol contro l’Heidenheim, è stato l’uomo della promozione sigillando la porta risultata poi la meno perforata in Zweite. È stato il primo a ridursi lo stipendio durante la pandemia per alleggerire le spese del club, ha aiutato a consegnare i pasti ai medici dell’ospedale di Köpenick e si è tatuato il logo della società sul braccio sinistro.

Ma le parti non hanno trovato il giusto accordo sul rinnovo del contratto: nonostante tutte le premesse, l’Union mantiene ancora un tetto salariale e la proposta di aumento di stipendio del portiere polacco è rimasta una richiesta afona alle orecchie sorde della dirigenza. Gikiewicz, da svincolato, ha scelto quindi la sfida Augsburg, corteggiato da Stefan Reuter che gli ha offerto due anni di contratto con opzione per il terzo. Poteva ambire ad altro? Probabilmente sì, ma le priorità nella sua scelta erano quelle di far continuare a crescere i suoi figli in Germania e, a 33 anni da compiere a ottobre, giocare in una piazza che gli avrebbe garantito titolarità.

Ruolo da numero 1 che è stato confermato dall’allenatore Heiko Herrlich alla vigilia del primo turno della DFB-Pokal vinto per 7-0 contro l’Eintracht Celle. Ecco, appunto, lo snodo della vicenda che affligge da un paio di anni la squadra bavarese: qual è l’ordine gerarchico in porta? A chi affidare i guantoni per buona parte della stagione, facendo accomodare in panchina gli altri?

Andreas Luthe per quattro stagione ha atteso la sua chance. Arrivato come affidabile secondo di Marwin Hitz, dopo la partenza dello svizzero, non è riuscito a confermarsi stabilmente come primo portiere, ma è stato coinvolto in una serie di cicliche turnazioni tra Gregor Kobel, Fabian Geifer e non da ultimo Tomas Koubek, arrivato nell’agosto 2019 dal Rennes per una cifra di 7,5 milioni di euro, il cui rendimento, però, è stato nettamente al di sotto delle aspettative.

L’arrivo di Gikiewicz ha rappresentato per Luthe l’ennesima mancanza di fiducia, nonostante il suo contribuito alla salvezza del club nel finale della scorsa stagione, così ha deciso di cambiare aria accettando proprio l’Union Berlino come atto di rivincita e riscatto.

“Sono qui per giocare potenzialmente 34 partite: dopo esser stato per tanti anni all’Augsburg mi sono convinto che a 33 anni non posso fare il panchinaro in Bundesliga, ma voglio essere utile in campo. Nella seconda parte della scorsa stagione ho dimostrato di poter dare tranquillità ai miei compagni e all’Union porto questo: la mia esperienza, la mia calma e la mia stabilità”.

Con Jakob Busk e Lennar Moser come secondo e terzo portiere, per Luthe la competizione non sarà altissima: un’iniezione di fiducia da parte del club che crede in lui. O meglio, ha scommesso su di lui. L’esperienza e la professionalità di certo non gli mancano e non teme il paragone con il suo predecessore: l’anno passato ha giocato con il mignolo della mano destra rotto pur di aiutare l’Augsburg a non retrocedere.

La salvezza dell’Union Berlino e dell’Augsburg quest’anno passano dalle mani e dai riflessi di Luthe e Gikiewicz: il match di sabato potrà darci già alcune risposte.

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