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·22 luglio 2025
Bucci (Prep. portieri): «Vogliamo che la gente sia orgogliosa di noi! Vi racconto le mie esperienze e gli incontri speciali con Gigi Riva e Zola»

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·22 luglio 2025
Nel cuore del ritiro del Cagliari a Ponte di Legno, sul suggestivo prato di Temù, emerge una figura che incarna la perfetta fusione tra l’esperienza accumulata ai massimi livelli del calcio italiano e l’entusiasmo contagioso di chi, pur avendo vissuto una carriera brillante, non smette mai di imparare e di dare il massimo. Stiamo parlando di Luca Bucci, ex portiere icona e oggi preparatore dei portieri della squadra sarda.
Bucci si è raccontato a 360 gradi, con la serenità che lo contraddistingue, offrendo uno spaccato profondo della sua filosofia di vita e di lavoro. La sua presenza nel ritiro è un valore aggiunto per il Cagliari: con la sua vasta conoscenza del ruolo, la sua dedizione e la sua capacità di trasmettere la passione per il gioco, Luca Bucci è un mentore prezioso per i giovani portieri e una fonte d’ispirazione per l’intera squadra. La sua figura testimonia come l’amore per il calcio possa guidare un percorso professionale lungo e appagante, in continua evoluzione.
LE DICHIARAZIONI
CAGLIARI – «Il colloquio con Fabio mi ha convinto subito. Le sue parole, la sua energia, la sua visione del calcio: sono stati fattori decisivi. Poi a volte ci sono le coincidenze, che sembrano segnali: la mia ultima partita da professionista l’ho giocata proprio a Cagliari, nel 2009, con la maglia del Napoli… Non conoscevo il Mister, conosco molto bene Giacomo Murelli e da lì si è sviluppato tutto. È nato qualcosa di naturale e ora eccoci qui».
STAFF – «Lo staff è giovane, molto determinato. A parte il sottoscritto, gli altri hanno ancora tanta freschezza! (ride e scherza, ndr) Ma tutti sappiamo bene dove vogliamo andare. Abbiamo idee chiare, lavoriamo con convinzione. I risultati? Quelli si vedranno nel tempo, non si possono prevedere oggi. Ma l’impegno è massimo, da parte di tutti».
ESPERIENZA – «Ho smesso abbastanza tardi, ma già negli ultimi anni da calciatore avevo iniziato a prepararmi per questo ruolo. L’esperienza da portiere mi ha dato tante conoscenze, ma oggi i portieri sono diversi rispetto a quando giocavo io, e soprattutto ognuno è una persona diversa dall’altra. Io ero io, i portieri con cui lavoro oggi sono persone diverse, per questo servono prima di tutto qualità umane, bisogna sapere quando parlare e quando stare zitti. I miei preparatori, ai tempi, mi hanno insegnato proprio questo: equilibrio. Il portiere non è una cosa a parte, è uno degli undici in campo e come tale va considerato nel lavoro quotidiano. Certo, con caratteristiche specifiche: può usare le mani, e già questo cambia tutto, dunque gli allenamenti hanno anche dei focus specifici necessari».
PRESENTE – «Oggi è normale avere due preparatori dei portieri. Christian Berretta non è ‘il secondo’ di Luca Bucci. Stiamo imparando a conoscerci, sono convinto che cresceremo e lavoreremo bene insieme. Anche per noi vale la stessa regola degli altri: collaborazione, confronto, miglioramento».
SOGNO – «Da bambino scrivevo anche nei temi delle elementari che avrei voluto fare il portiere. Lo desideravo da sempre. Ho iniziato da professionista a 16 anni e mezzo, oggi ne ho 56. È passato tanto tempo, e se potessi tornare indietro rifarei tutto. Quando ho esordito avevo sogni e speranze, come tutti. Oggi ho esperienze e più certezze. Ho imparato che sono i momenti duri quelli che ti insegnano di più. Quando vinci, sei quasi inebriato dalla gioia e pensi meno. Nelle difficoltà, invece, rifletti, reagisci, cresci».
DETTAGLI – «Nel calcio sono i centimetri a decidere una partita. Il risultato può cambiare per un piccolo dettaglio. Lo sai bene quando arrivi in alto. Il Mondiale del ’94, per esempio, è stata un’esperienza straordinaria. In America e in azzurro ho vissuto momenti splendidi, anche se il finale è stato amaro. Ma restano dentro, ti formano anche grazie alle persone che trovi nel tuo cammino».
GIGI RIVA – «In Nazionale e in quel Mondiale ho avuto a che fare con Gigi Riva: sapeva trasmettere tantissimo con pochissime parole. Parlava poco, ma bastava per sentirti colmo di valori. È stato un onore conoscerlo».
ZOLA – «Con Gianfranco Zola ho condiviso tante partite al Parma e in Nazionale. Un campione straordinario, e una persona meravigliosa, siamo ancora in contatto. So che gioca a golf, e anche bene… quindi lo sfiderò presto in Sardegna, non vedo l’ora!».
CAPRILE – «In cosa Caprile più forte di Bucci? Non saprei, difficile dirlo, lui è ancora molto giovane e ha qualità, con margini di miglioramento: è intelligente, legge il gioco, può crescere. Sono convinto che lavoreremo bene insieme».
SARDEGNA – «Ho avuto modo di visitare Cagliari prima di venire qui, è una città splendida. Quando ci venivo a giocare non c’era tempo per il turismo, ora sto scoprendo posti bellissimi anche nei dintorni. Amo la storia dei luoghi dove vivo, mi piace sentire l’identità della terra e della squadra che la rappresenta. E qui la passione per il Cagliari è fortissima. Questo attaccamento rende tutto più speciale e può darci una spinta fondamentale».
OBIETTIVO – «Vogliamo che la gente sia orgogliosa di noi, che si riconosca in quello che vedrà in campo. L’obiettivo è arrivare alla fine della stagione con la consapevolezza di aver dato tutto, fino all’ultima goccia. I risultati si valuteranno alla fine, com’è giusto che sia. Ma l’impegno, quello, deve essere totale sin dal primo giorno, affinché i sardi e i tifosi del Cagliari tutti possano andare a testa alta».