Bruno Barba: «Il DNA Juve? Allegri sbaglia, si può cambiare. Lo hanno fatto Milan e Manchester City, lo potrà fare anche Thiago Motta» | OneFootball

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Calcionews24

·8 maggio 2024

Bruno Barba: «Il DNA Juve? Allegri sbaglia, si può cambiare. Lo hanno fatto Milan e Manchester City, lo potrà fare anche Thiago Motta»

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Bruno Barba ha commentato varie situazione riguardanti il calcio italiano: da Allegri a Thiago Motta, fino a Sarri

Bruno Barba è un antropologo che spesso e bene ha proposto libri sul calcio che hanno contribuito ad accrescerne la conoscenza. Juventino, ha parlato oggi con il Corriere della Sera dopo l’affermazione di Massimiliano Allegri su un presunto dna immutabile del club, un messaggio rivolto (probabilmente) al suo erede sulla panchina.

IL RIFERIMENTO DI ALLEGRI«Immagino alla tradizione che si respira alla Juve, alle priorità date, a una certa ripetitività storica, che però non può essere assunta come legge immodificabile».


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IL MILAN – «Torniamo al Milan, e al suo gioco spettacolare: lo si è iniziato a dire da Arrigo Sacchi in poi. Prima non era il Milan di Nereo Rocco? Questo per dire che si può cambiare».

CHIELLINI DISSE CHE LA JUVE NON SARA’ MAI COME IL REAL – «Non è sbagliato, è inesplicabile. Chiedo: se la Juve avesse il colpo di genio di trovare un giocatore particolarmente spettacolare, come interverrebbe il dna per tarparne le ali? Esiste la contingenza storica, l’incrocio con il destino»

INCIDONO ANCHE I SOLDI«Esatto: quelli del Manchester City erano i losers, i perdenti, soprattutto rispetto ai concittadini dello United: e adesso, di che dna parliamo?»

SARRI ALLA JUVE – «La scelta di Sarri era un po’ troppo divergente da quella immaginazione costruita sulla tradizione sabauda, tutta concretezza e niente fronzoli. E, in questo senso, Allegri è stato il tecnico ideale, nel ciclo vincente e nel governare un momento molto difficile: mi è sempre piaciuto».

THIAGO MOTTA – «É un brasiliano concreto e moderno, capace di cavalcare i cambiamenti. E poi ha il physique du role. E il timbro di tutte le culture, anche le più tradizionali, dai Yonomanos del Brasile ai Nuer del Sudan, è sempre stato uno: il cambiamento».

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