Brescia-Bari, l’analisi: l’importanza di Maita e Dorval, il cambio strategico di Maran e le difficoltà dei subentranti | OneFootball

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·2 dicembre 2024

Brescia-Bari, l’analisi: l’importanza di Maita e Dorval, il cambio strategico di Maran e le difficoltà dei subentranti

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Non va oltre il pareggio il Bari di Moreno Longo nella trasferta di Brescia. In una gara caratterizzata da un primo tempo effervescente e da una ripresa soporifera, i biancorossi hanno conquistato un punto poco fruttuoso ai fini della classifica e che ha la sola utilità di prolungare la striscia d’imbattibilità.

Il match è stato fortemente indirizzato dal gol in apertura di Galazzi, a cui il Bari non ha reagito immediatamente. L’inerzia della partita è cambiata dal gol di Dorval in poi, con la squadra di Longo cresciuta a dismisura nella seconda metà della prima frazione. La ripresa ci ha invece confermato una tendenza divenuta ormai cronica: questo Bari, per motivi di varia natura, cala vistosamente nei secondi 45 minuti.


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Per riavvolgere il nastro di ciò che è stato Brescia-Bari torna il Bari a Scacchi, la nostra rubrica di analisi successiva ad ogni gara dei biancorossi. Brescia-Bari ci ha confermato il peso di alcuni singoli nell’ecosistema creato da Longo, nel bene e nel male. In più, ci ha suggerito alcune delle difficolta del Bari nel replicare la medesima prestazione nei due tempi.

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Copyright: SSC Bari

L’analisi di Brescia-Bari

L’importanza di Maita e Dorval

Difficile attribuire la colpa del gol subito ad un approccio alla gara sbagliato. Quello di Galazzi è stato un gol episodico, figlio di una serie di duelli che il Brescia ha vinto e che per diversi tratti della gara continuerà a vincere. Il Bari è stato dunque catapultato in un contesto quasi mai esplorato quest’anno, riscontrando diverse difficoltà.

Nel primo quarto d’ora il Brescia ha gestito abilmente il possesso sfruttando alcuni ritardi nelle uscite dei giocatori del Bari sui rispettivi riferimenti. A questo si abbinava una maggiore energia degli uomini di Maran nei duelli in mezzo al campo, evidentemente galvanizzati dal vantaggio ottenuto.

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La struttura del Brescia in fase di non possesso

La partita del Bari è iniziata nel momento in cui le problematiche tattiche sono state superate. Maita ha iniziato a variare il proprio set di movimenti, non limitandosi solo ad affiancare Benali nel consueto 3+2 in costruzione, ma allargandosi anche sulla destra per cercare il dialogo con Oliveri. Da un movimento fuori linea dello stesso Maita a cui ha fatto seguito una bella combinazione con Novakovich è arrivato il gol che ha sbloccato, anche emotivamente, i biancorossi.

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Lo schieramento del Bari in possesso: Falletti affianca Novakovich, Sibilli si abbassa sulla linea dei centrocampisti per mettersi in luce

I protagonisti del gol, Maita e Dorval, sono stati fondamentali anche nei minuti successivi, riaffermando la propria importanza nel sistema del Bari. Orfano della verve di Falletti e Sibilli – soffocati dalla pressione centrale del Brescia -, il Bari si è affidato alla brillantezza di Dorval per risalire il campo e movimentare la fase di possesso. L’ex Cerignola, a differenza delle ultime uscite, è stato più continuo nell’arco del match e soprattutto più affilato nelle scelte e nelle giocate.

Maita invece, dal momento in cui il Bari ha preso possesso del centrocampo, è stato sempre puntuale ed efficace in riaggressione e pulito nel distribuire palla. Longo aveva sottolineato in settimana la sua capacità di abbinare quantità e qualità, e lui ha fornito l’ennesima prova del suo valore.

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Oliveri si accentra e libera la corsia per Falletti, che ha possibilità di ricevere senza l’uomo addosso.

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Il movimento interno-esterno di Oliveri, seguito da Paghera, svuota la fascia centrale e consente a Maita di ricevere in completa libertà e con tanto campo da attaccare.

Il contesto tattico del secondo e l’impatto dei cambi

L’intervallo è arrivato nel momento peggiore per il Bari: i biancorossi stavano mettendo alle corde il Brescia, mentre la pausa ha permesso a Maran di ridisegnare lo schieramento della propria squadra in funzione di una nuova strategia. Nello specifico, Maran ha sostituito Paghera, centrocampista, per Dickmann, terzino. Con questa mossa il Brescia si è messo a specchio, replicando il 3-4-2-1 del Bari. L’incastro dei due sistemi ha comportato un secondo tempo incentrato sui duelli a tutto campo, che ha premiato maggiormente la squadra di casa. Pur senza creare occasioni da gol significative, il Brescia ha dettato il contesto della gara, complicando i piani di un Bari meno a proprio agio in una partita diventata frammentaria e poco razionale.

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Il secondo tempo in una foto: duelli a tutto campo

Ad acuire le difficoltà avute dal Bari nel pareggiare l’intensità del Brescia sono stati ancora una volta i subentrati. Sgarbi e Manzari, chiamati a dare un segno di vita dopo diverse settimane passate nelle retrovie, hanno confermato i propri limiti. Entrambi hanno toccato pochissimi palloni – appena 13 a testa in 20 minuti di gioco -, tutti gestiti con sufficienza e un po’ di approssimazione. Longo ha giustamente i difeso i propri giocatori, specificando come abbiano bisogno di tempo per raggiungere il livello degli altri, ma al momento questa condizione è troppo limitante per le ambizioni della squadra.

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