Il Posticipo
·31 dicembre 2020
Bidone d’Oro 2005-20: quindici anni di costosissimi flop in Serie A

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·31 dicembre 2020
Finisce il 2020 ed è tempo di bilanci. Il migliore al mondo stavolta non è stato deciso, ma il “Bidone d’oro”, come ogni anno, ha avuto tantissimi candidati. Ecco i “flop” più clamorosi degli ultimi anni del nostro campionato, gli acquisti più deludenti in relazione al rapporto qualità-prezzo.
Finisce il 2020 ed è tempo di bilanci. Il migliore al mondo quest’anno non è stato deciso, ma il “Bidone d’oro”, come ogni anno, ha avuto tantissimi candidati. L’esatto contrario del premio più ambito. Spetta a chi, fra gli acquisti, da campione presentato anche in pompa magna, si trasforma in uno dei peggiori arrivi della stagione. Il non invidiabile riconoscimento, per il 2020, può riceverlo Christian Eriksen, arrivato a gennaio a cifre da top player (27 milioni di cartellino e 7 di ingaggio) ma subito…scartato da Conte e già in aria di addio… Ma il danese è in buona compagnia: ecco i “flop” più clamorosi della Serie A degli ultimi anni, gli acquisti più deludenti in relazione al rapporto qualità-prezzo.
(Photo by Dino Panato/Getty Images)
Trasferitosi sul filo di sirena nel 2005 alla Fiorentina dopo aver impressionato a Lecce, Bojinov non mantiene le promesse: dal Salento all’Appennino il passo è lungo e il bulgaro perde l’orientamento. Dopo l’arrivo per 14 milioni di euro, non riesce ad avere un buon rapporto con società e tifosi mettendo a segno 11 reti in 41 match prima di trasferirsi agli “odiati” avversari della Juventus nell’estate del 2006.
(Photo by New Press/Getty Images)
Giunto al Milan per 17 milioni di euro con le stimmate del predestinato, il brasiliano Ricardo Oliveira avrebbe dovuto raccogliere l’eredità dei grandi numeri dieci rossoneri. In realtà si tratta di un clamoroso Rivaldo-bis, per semplificare il concetto. Esordio e gol con la Lazio, ma l’avventura in rossonero inizia e finisce subito. Ancelotti lo impiega poco e il brasiliano torna in Spagna.
(Photo by Mike Hewitt/Getty Images)
Suazo, la pantera nera per l’Inter di Mancini che tenta l’accoppiata scudetto-Champions. Il centravanti dell’Honduras approda in nerazzurro per 13 milioni di euro, ma non troverà mai la continuità di rendimento necessaria per sperare in un posto da titolare. Mourinho lo depenna immediatamente dalla rosa nella stagione successiva. Fine dei sogni. Un lungo girovagare senza mai trovare la propria identità da campione.
(Photo by Stuart Franklin/Bongarts/Getty Images)
Ancora Inter protagonista nel 2008. Ricardo Quaresma, acquistato dal Porto per la modica cifra di 24 milioni di euro. Quaresma si fa subito notare per un rendimento altamente discontinuo e per la tendenza a provare spesso una giocata di esterno destro ricca di effetto, che viene ribattezzata Trivela. il venticinquenne esordisce in serie A proprio segnando (grazie al suo colpo segreto) quello che resterà il suo unico gol con la maglia dell’Inter.
(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Diego arriva in coppia con Felipe Melo, visto mai che uno dei due brasiliani sfuggisse alla Signora. E alle prime apparizioni gioca anche bene, segnando all’Olimpico contro la Roma (proprio con Felipe Melo). Sembra l’inizio di una Juve tutta samba. Dopo qualche settimana, inizia a giocare male e poi anche peggio. Involuto sino all’inguardabile. Nell’estate 2010 ritorna in Germania, al Wolfsburg, per poco più di 15 milioni, contro i 23 del suo acquisto.
(Photo by New Press/Getty Images)
Altro colpo malriuscito dall’Inter, che preleva dalla Roma per 13,5 milioni di euro Amantino Mancini, convinta di aver realizzato un grande affare. La sua avventura a Milano dura appena sei mesi. Moratti stappa una bottiglia di quelle buone quando l’esterno è ceduto al Milan, di Leonardo: uno che sa come trattare i talenti brasiliani. Eppure Mancini fallisce anche lì. Ora, i casi sono due. O Mancini non è brasiliano, o non è un talento.
(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Da un sudamericano a un altro. L’Inter post triplete è impegnata a collezionare bidoni: nella campagna di rafforzamento 2011/2012 Moratti opta per il miglior giocatore del mondiale. Forlan. Il talento dell’uruguaiano, però, è rimasto in Sudafrica. Cinque milioni non sono neanche tanti in fondo se non fossero corrisposti a 2,5 a gol. Forlan ne segna appena 2 in 20 partite.
(Photo by Paolo Rattini/Getty Images)
Nell’estate 2012 la Roma brucia la concorrenza per Mattia Destro, considerato il nuovo centravanti della nazionale italiana per molti anni a venire. La dirigenza giallorossa impiega 11 milioni di euro nel suo acquisto e circa una stagione per capire che la stoffa c’è ma non si vede, nascosta dietro un carattere troppo morbido per eccellere ad altissimi livelli.
(Photo by Dino Panato/Getty Images)
Belfodil viene spesso paragonato a Benzema. E in effetti sono entrambi algerini, solo che uno gioca poco e segna molto nel Real Madrid l’altro non gioca né trova la via della rete all’Inter. Acquistato per 7,5 milioni di euro, doveva essere un investimento per il futuro e garantire cambio di passo sull’esterno. Più azzeccati, a conti fatti, i 12 spesi per Icardi lo stesso anno…dato che Belfodil chiude con 8 presenze e nessun gol.
(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
Nell’estate del 2014 Iturbe scatena una guerra senza precedenti sul mercato fra Roma e Juventus. La spuntano i giallorossi, che si assicurano il sudamericano per 24 milioni di euro. Abbastanza per un “crash test”, specialità della casa di Iturbe. Che prende palla, abbassa la testa scatta e finisce quasi regolarmente contro il muro avversario. Due reti in Serie A in quella stagione, contro Lazio e Juventus. Almeno ha buon gusto, ironizzano i tifosi romanisti.
(Photo by Paolo Rattini/Getty Images)
Un anno di buone giocate a Genova convincono il Milan a puntare forte, fortissimo su Bertolacci, identificato come il Kaka italiano. Operazione da 20 milioni di euro, sufficienti per ottenere il lasciapassare per la cessione da parte della Roma: il ragazzo non manterrà le promesse e sarà dirottato al Genoa dove torna a livelli discreti ma lontani dalle aspettative.
(Photo by Marco Luzzani – Inter/FC Internazionale via Getty Images)
Gabiriel Barbosa, in arte Gabigol, all’Inter si fa chiamare con il suo vero nome perché di reti, neanche l’ombra. Acquistato per qualcosa come 30 milioni di euro, il suo arrivo è salutato con entusiasmo. Il nuovo Neymar è in Italia. No, o forse hanno mandato il cugino. Torna in Brasile dove ha ritrovato confidenza con la rete e con il Flamengo ha vinto Brasilerao e Libertadores da protagonista. Mistero.
(Photo by Maja Hitij/Getty Images)
II Milan comanda il flop 2017 con oro, argento e bronzo. Andre Silva, pagato qualcosa come 38 milioni di euro, non segna quasi mai se non alle ultime giornate di campionato quando trova due gol consecutivi che valgono sei punti e la qualificazione UEFA. Non abbastanza per giustificare l’operazione. Il Milan si prende anche la seconda posizione con i venti milioni per Kalinic e chiude il podio con Bonucci, per cui ne sono stati spesi 42. Tre flop da 100 milioni tondi tondi. Ok il prezzo è giusto!
(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)
Per prospettive e conseguenze, il bidone d’oro del 2018 è Radja Nainggolan. L’Inter fa carte false per portarlo in nerazzurro a Spalletti, compreso versare 24 milioni alla Roma e cedere ai giallorossi un ragazzino di nome Nicolò Zaniolo. Il Ninja però, tra problemi personali e una stagione storta, non è lo stesso e la sua esperienza a San Siro dura un anno. Meglio, molto meglio, con la maglia del Cagliari da metà 2019…
(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
La…penultima edizione è per Piatek. Il Milan lo acquista a gennaio dal Genoa per 35 milioni, ma il Pistolero si inceppa e in rossonero finora ha fatto meno gol che in rossoblu, giocando quasi il doppio delle partite. Per lui con la maglia del Milan nei primi sei mesi 11 gol in 21 partite, ma nella seconda parte del 2019 è fermo a 4 marcature in 17 presenze.