Bernardini: «Atalanta Juve? Per la COPPA ITALIA favoriti i nerazzurri. GASP alza sempre l’asticella, migliorerà ancora» – ESCLUSIVA | OneFootball

Bernardini: «Atalanta Juve? Per la COPPA ITALIA favoriti i nerazzurri. GASP alza sempre l’asticella, migliorerà ancora» – ESCLUSIVA | OneFootball

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Calcionews24

·30 aprile 2024

Bernardini: «Atalanta Juve? Per la COPPA ITALIA favoriti i nerazzurri. GASP alza sempre l’asticella, migliorerà ancora» – ESCLUSIVA

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Intervista esclusiva all’ex centrocampista nerazzurro Antonino Bernardini: ricordi nerazzurri, curiosità e la finale Atalanta Juve

Dell’Atalanta è stato il professore a centrocampo: da Mandorlini a Delio Rossi fino alla risalita in Serie A con Colantuono. Dall’altra parte protagonista della prima volta della Salernitana in Serie A. In esclusiva a CalcioNews24, ha rilasciato qualche dichiarazione l’ex centrocampista nerazzurro Antonino Bernardini.

Allora Antonino, siamo alla fine di aprile e l’Atalanta è su tre competizioni: si sarebbe mai aspettato una stagione così spettacolare?


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«Si perché l’Atalanta sono già da diversi anni che è una squadra di livello: una realtà importante che con il lavoro del mister sta raccogliendo i suoi frutti».

Coppa Italia ed Europa League: quale dei due trofei è possibile raggiungere considerando anche la sfida contro il Marsiglia?

«Per quanto le finali siano difficili da affrontare, in questo momento per la Coppa Italia vedo favorita l’Atalanta rispetto alla Juve: i bianconeri non stanno attraversando un momento bellissimo rispetto ai nerazzurri. Sull’Europa League staremo a vedere, è un discorso tutto aperto».

Gasperini secondo lei ha l’Atalanta più forte di tutti i tempi oppure gli manca ancora qualcosa?

«Ogni anno l’Atalanta tende sempre ad alzare l’asticella: sono sicuro che potrà migliorare, poi dipenderà sicuramente da certi fattori, come può essere per esempio il calciomercato».

In quale centrocampista lei si rivede in questa Atalanta?

«Difficile averne uno, perché il centrocampo dell’Atalanta è abbastanza vario tra fisicità e giocatori di corsa».

Tornando a parlare del campionato, della sfida con la Salernitana, quali sono i contro nell’affrontare una squadra retrocessa?

«II contro è che la Salernitana, essendo una squadra già retrocessa, giocherà con la testa libera, i giocatori granata vorranno mettersi in mostra in vista dell’estate: sarà la loro arma in più. L’Atalanta ha qualcosa da perdere, la Salernitana no».

A guidare i granata c’è Stefano Colantuono, suo ex allenatore ai tempi dell’Atalanta, cosa ricorda di quegli anni considerando sia la promozione in Serie A e anche l’essere stati vicini all’Europa nel 2007?

«Io dell’Atalanta ho bellissimi ricordi: una piazza veramente impressionante. Con Colantuono ho avuto un rapporto bellissimo, siamo riusciti a vincere il campionato di Serie B e poi l’anno dopo in A abbiamo fatto una buonissima stagione».

Nel mezzo anche i due anni tra Mandorlini e Delio Rossi: come ha vissuto il 2005 con quella salvezza mancata per un soffio e l’applauso dello stadio contro la Roma nonostante la B?

«E’ uno dei ricordi più belli che ho: siamo retrocessi in uno stadio pieno con il capo ultrà che ci fece prendere l’applauso di tutti i tifosi, veramente tanta roba. In Italia non tutte le piazze sono così. Quell’anno facemmo un girone d’andata pessimo e un ritorno addirittura da Europa, e per un punto retrocedemmo in casa contro la Roma».

Che ricordi ha invece di Salerno?

«La mia avventura con la Salernitana è stata più o meno simile a quella del 2005 a Bergamo: andata pessima e poi la svolta nel ritorno con Oddo in panchina al posto di Delio Rossi, il tutto con un ritmo da Coppa UEFA».

Nell’ultimo periodo si parla tanto di tattica dove le polemiche sono all’ordine del giorno in Serie A: non crede che sia più una questione di mentalità vincente indipendentemente se sia catenaccio all’Allegri o calcio champagne stile Gasperini/Thiago Motta?

«La differenza non viene fatta dagli schemi o dalle chiacchiere: si tratta di fare sempre di più rispetto agli altri, muovere la classifica il più possibile indipendentemente da come viene proposto il gioco. Certo, ci sta sostenere un modo di fare calcio più spettacolare, ma alla fine può capitare di non vincere».

Ultima domanda: cosa fa oggi Bernardini e se ha un sogno nel cassetto sempre riguardante il calcio?

«Mi piacerebbe lavorare in un settore giovanile, però purtroppo ho avuto poche opportunità anche per tutta una serie di motivi: non vedo l’ora di rimettermi in gioco nel mondo del calcio».

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