Inter News 24
·14 febbraio 2025
Bergomi, l’amore per l’Inter: «Con i nerazzurri è stato colpo di fulmine! Per questo ho scelto…»
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·14 febbraio 2025
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Beppe Bergomi, ha parlato cosi del suo amore per l’Inter:
COME NASCE L’AMORE PER L’INTER- «Bisogna prenderla alla lontana, perché mio padre e mio zio gestivano un distributore di benzina e un autonoleggio. Erano simpatizzanti milanisti, ma quello scatenato era mio fratello Carlo, lui sì tifosissimo rossonero. Quando avevo 11 anni ho fatto un provino col Milan, squadra per cui tifano l’80-90% degli abitanti di Settala, compresi i dirigenti de la Settalese. Mi hanno preso ma dopo tre mesi, quando iniziavano i tornei, alle visite mediche mi hanno scartato per dei reumatismi nel sangue, che si curavano con iniezioni dolorosissime. Io però non stavo male, potevo giocare… A quel punto sono passato per due anni alla Settalese. Iniziava a girare la voce che ero forte, mi volevano in tanti però ho scelto l’Inter»
SCEGLIERE L’INTER– «È stato colpo di fulmine. Ci allenavamo a Rogoredo, dove ora lavoro perché c’è la nuova sede di Sky. Guardo fuori dalla finestra e vedo ancora il campo in cui conobbi, oltre a Mazzola, Tagnin e Veleno Lorenzi, Arcadio Venturi. Un uomo fantastico cui sono ancora molto legato. Al tempo allenava i Giovanissimi, poi è passato agli Allievi A e io ho saltato una categoria e proseguito con lui. Il destino ci ha unito. Era il vice delTrap l’anno dello scudetto dei record…»
COMPAGNO CON CUI HAI LEGATO DI PIU «Riccardo Ferri. Coetanei, siamo arrivati insieme all’Inter. Il primo giorno di ritiro, il 2 settembre 1977, Venturi in pullman urla a tutti che devono prendere esempio da noi, che diventiamo rossi dalla vergogna. Lo ha fatto perché eravamo gli unici due con i capelli corti e al tempo a certe cose tenevano. Ci vediamo ancora, Natale compreso. Ma sono legato anche a Beppe Baresi, con cui gioco pure a padel. Lui e Muraro mi davano i passaggi in auto. Poi c’erano quelli più introversi: Bordon, Bini, Oriali e Marini».
ALLENATORE- «Tutti mi hanno dato qualcosa, tranne uno. Ma non faccio nomi. Di Venturi le ho detto, ma l’unico per cui ho pianto è stato Radice. Personaggio unico, iniziòlastagione‘83-84 con tante sconfitte, ma alla fine arriviamo terzi. Però Pellegrini rilevò la società da Fraizzoli e portò Castagner. La notizia me la diede Collovati durante un ritiro della Nazionale».