Inter News 24
·7 maggio 2025
Bergomi: «Io fazioso? Avrei fatto lo stesso per Juve e Milan, era impossibile restare distaccati. Vi svelo una cosa sul pianto»

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·7 maggio 2025
Beppe Bergomi ha parlato a La Gazzetta dello Sport delle polemiche scaturite per la sua telecronaca in Inter-Barcellona di Champions League.
CRITICHE – «Faccio telecronache da 25 anni e le critiche maggiori le ho ricevute proprio dagli interisti. Ho esagerato? Ma lei l’ha vista la partita? Incredibile! Come si fa a non farsi prendere dall’emozione? Lo stesso Fabio a un certo punto piangeva con me. Accanto a noi c’era Repice e ci siamo proprio detti che è impossibile rimanere distaccati».
AVREBBE FATTO LO STESSO CON JUVE E MILAN? – «Assolutamente sì. Anche se è chiaro che dopo una vita con la maglia dell’Inter qualche sfumatura ci può scappare. Forse la parata di Sommer su Yamal nel finale l’ho sottolineata troppe volte… Ma le racconto questo episodio. Nel marzo 2019 la Juve perde 2-0 a Madrid ma nel ritorno ribalta l’Atletico con una tripletta di Ronaldo e va ai quarti di Champions. La nostra telecronaca di allora aveva gli stessi toni di quella di ieri. Pensi che due giorni dopo sono a San Siro per Inter-Eintracht di Europa League e vengo accusato dagli interisti di essere filo juventino. Ormai ci sono abituato».
IL BARCELLONA SI LAMENTAVA? – «Dal primo minuto di gioco: Dimarco aggressivo su Yamal e tutta la panchina che scatta in piedi…».
MOVIOLA – «Guardi, sul rigore che porta al 2-0 all’inizio avevamo detto che non c’era, poi solo in un replay si vede che Cubarsì non prende il pallone ma il piede di Lautaro. Sul rigore dato e poi tolto al Barcellona invece ho detto che c’era, ma che andava verificato se il fallo era dentro e fuori area. A Flick ho ‘tirato le orecchie’ dopo il gol di Acerbi perché chiedevano un fallo di Dumfries che non c’era assolutamente. La verità è un’altra…Che faccio questo lavoro da una vita e che ho sempre cercato di essere professionale e rispettoso di tutti. Se ci sono in campo due italiane sono imparziale, altrimenti ci sta farsi trascinare anche dalle emozioni. Da casa è impossibile cogliere l’elettricità che può attraversare uno stadio in certe partite. E credo che ci stia trasmetterlo ai telespettatori».